Capitolo 6 Tra le Tempeste dell'Amore

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Quella sera avevo invitato Nathan a casa mia .

 Mi trovavo seduta sul divano, con il cuore che batteva forte nel petto e la respirazione che diventava sempre più affannosa. Era come se il mondo intorno a me si stesse sgretolando, lasciandomi sola in una tempesta di ansia e paura.

Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, perché il panico si era impossessato di me così improvvisamente e con tale violenza. Cercai di concentrarmi sulla mia respirazione, di contare i respiri come mi aveva insegnato Nathan, ma sembrava che nulla potesse calmare la tempesta che infuriava dentro di me.

Sentii il telefono vibrare accanto a me, ma non riuscii nemmeno a trovare la forza di controllare chi mi stesse chiamando. Ero bloccata in un turbine di emozioni, intrappolata in una prigione che sembrava non avere via di uscita.

Poi, improvvisamente, sentii la presenza di Nathan accanto a me, la sua voce che mi chiamava con gentilezza era come un faro nella tempesta. Alzai lo sguardo e lo vidi lì, con gli occhi pieni di preoccupazione e amore, e un'ondata di calma mi travolse all'improvviso.

"Nathan..." sussurrai, la mia voce appena un filo nel vento.

Mi prese delicatamente tra le braccia, stringendomi con forza contro di lui come se volesse proteggermi dal mondo intero. Il suo profumo familiare mi avvolse, portando con sé un senso di sicurezza e conforto che non sapevo di aver bisogno.

"Nessuno ti farà del male, Madison," disse Nathan con voce morbida, i suoi occhi che brillavano di affetto. "Sono qui con te. Respira con me, ok?"

Seguii il suo esempio, concentrandomi sulla sua respirazione regolare mentre cercavo di calmare il mio battito cardiaco accelerato. Era incredibile come la sua presenza potesse avere un effetto così potente su di me, come se solo la sua vicinanza potesse dissipare le mie paure e le mie ansie.

Ma mentre mi perdevo nel suo abbraccio, sentii improvvisamente le sue labbra posarsi sulle mie, un gesto spontaneo e pieno di amore che mi lasciò senza fiato. Era un bacio dolce, gentile, un'offerta di conforto e supporto che mi scaldò il cuore.

Ma, nonostante le sue intenzioni benevole, la mia reazione fu istintiva. Mi staccai da lui di scatto, gli occhi pieni di sorpresa e confusione mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo. Un turbine di emozioni mi travolse, lasciandomi senza parole di fronte alla sua dimostrazione di affetto.

"Nathan, no..." sussurrai, la mia voce piena di disagio e frustrazione. "Non puoi... non così..."

Vidi il dolore attraversare il suo sguardo, la sua espressione che si oscurava di fronte al mio rifiuto. Mi sentii terribilmente in colpa per averlo ferito, ma non potevo fare a meno di reagire così di fronte a un gesto così intimo e inatteso.

"Nathan, lo sai che ti voglio bene, e sai che ti ho appena dato tutta la fiducia del mondo " continuai, cercando di spiegare le mie reazioni. "Ma... non posso... non sono pronta "

Le sue spalle caddero in avanti, la delusione dipinta sul suo volto. "Mi dispiace," disse con voce spezzata, il suo tono carico di tristezza. "Non volevo farti del male. Volevo solo aiutarti , ho sentito che bloccare la respirazione puo aiutare a fermare gli attacchi di ansia o quelli di panico"   

Mi avvicinai a lui, desiderosa di spiegargli il motivo della mia reazione, ma le parole sembravano inadeguate di fronte alla sua delusione. Mi sentii impotente, incapace di comunicare il mio affetto per lui in modo che potesse capire.

"Nathan, ti prego, capiscimi," supplicai, le lacrime che iniziavano a sgorgare dagli occhi. "Non è che non ti voglio bene, ma... c'è così tanto che devo ancora capire."

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