est properatus amor

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Simone e Jacopo era sempre stati insieme, che si trattasse di un gruppo di amici o una classe, di uno sport o una festa. Vivevano quasi in simbiosi e, dove c'era uno, potevi essere certo di trovare anche l'altro.

Condividevano quel rapporto speciale in cui non serviva parlare, ma le cose si sapevano e basta. Erano uno il punto fisso dell'altro e nessuno dei due riusciva a immaginare una vita senza il proprio gemello affianco.

E dopo diciannove anni passati insieme, per la prima volta, si sarebbero divisi: Jacopo sarebbe infatti rimasto a studiare a Roma, mentre Simone sarebbe partito per Oxford per studiare matematica.

Il giorno della partenza era stato quasi già dimenticato e Simone ringraziava che i loro volti fossero uguali, così era sicuro di non scordarsi come era fatto suo fratello.
Un pensiero un po' assurdo, ma che nella sua testa lo tormentava da mesi.

<Simone, we are going to a party, do you want to come?> gli aveva chiesto Quinnie, una delle suo conquiline.
<I don't know, I'm tired> aveva risposto, lasciandole capire che non aveva voglia di uscire quella sera, come le altre tre sere precedenti.

Quinnie si era quindi seduta sul letto, sapendo di avere ormai la confidenza necessaria per affrontare gli argomenti più importanti con lui.
<What happened?>
<I miss Jacopo> aveva detto, per la quarta volta quel giorno <I called him before, but I don’t want to do anything without him tonight. My friends in Rome are all at the disco> si era poi lamentato, rigirandosi sul cuscino.

<For tonight I still let you be sad, but tomorrow we go out> aveva concluso Quinnie, mandandogli un bacio e chiudendo la porta.

Simone aveva quindi deciso di mettere su un film e iniziare a fare il bucato, cosa che a Roma odiava fare, ma da quando era arrivato a Oxford era diventato un ottimo passatempo.

Scelse di guardare Shrek e iniziò a dividere i bianchi dai colorati, come aveva visto fare da suo padre in quegli anni passati alla villa di Roma. Poi, una volta completata l'opera, scese in lavanderia, con una cesta piena di mutande e reggiseni tra le mani.

Si ritrovò quindi solo in quella stanza fredda, che odorava vagamente di cocaina e detersivo, e si chiese perché stesse facendo il bucato a l'una di notte.

Mise tutto in lavatrice e aspettò lì davanti che i suoi vestiti fossero pronti, nel frattempo giocava sul telefono con Jacopo, che dalla discoteca lo aveva chiamato per dirgli che si stava annoiando e di connettersi con lui.

<Ahia, cazzo!> aveva detto qualcuno fuori nel corridoio.

Simone si affacciò dalla porta velocemente, perdendo la partita e beccandosi un sacco di insulti in chat da Jacopo. Nel corridoio vide di sfuggita un ragazzo castano che girava l'angolo, lasciando uno sguardo a Simone. Fece per andargli incontro ma era già sparito.

Così riprese i suoi vestiti puliti e salì in camera, dove lo attendeva Shrek e il chilo di patatine che si era comprato (il suo allenatore lo avrebbe ucciso quando sarebbe tornato a Roma).

Era nel momento cruciale del film, quando il suono di una notifica catturò la sua attenzione, afferrò il telefono e, tra le notifiche di Instagram, vide che una nuova persona aveva iniziato a seguirlo.

manuelferro ha iniziato a seguirti

Diceva la notifica e, cliccandoci sopra, lo portava a vedere il profilo di quel Manuel.
Nella foto profilo non si vedeva molto bene il suo viso, ma era pieno di post e non fu un problema scoprire chi gli aveva mandato la richiesta.

Nella prima foto, la più recente, si vedeva il ragazzo in giacca e cravatta, seduto a un tavolo. Probabilmente la foto era stata scattata da qualche suo amico a una cerimonia e nella descrizione c'erano le parole "come le convinci tu le donne", il testo ironico di un audio di tik tok, cosa che fece ridere più del dovuto Simone.

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