Capitolo 2

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Non faceva eccessivamente freddo la sera, così optai per un body nero senza spalle incrociato sul petto e dei semplici cargo a vita bassa verdi militari, misi la collanina dei bnkr e mi sono diretta in bagno per truccarmi. Attraversato (a fatica) il corridoio per via dell'eccessiva presenza di buste e vestiti sparsi per terra, arrivo in bagno, dove però già c'era Giulia intenta, davanti allo specchi, a legarsi i capelli ricci in una coda alta. Dai suoi grandi occhi scuri si poteva percepire tutta la concentrazione della ragazza insieme alle sue labbra incurvate all'ingiù.
"Hey Giùgiù, vuoi una mano?" Le chiesi continuando a guardarla di profilo. Dalla soglia del bagno mi sposto verso lo specchio per poi prendere i miei trucchi dalla mensola colma.
"In realtà ho una domanda per te Babù" Mi guarda attraverso lo specchio facendo incontrare in nostri occhi di così simile colore. Con un cenno la invitai a continuare
"Per caso, ma proprio per caso, stasera c'è anche Caph?" Mi chiese e subito dopo abbassa lo sguardo findendosi di fare la coda e subito prende un altro codino, si spazzola i capelli ricci e ribelli, li separa in tre ciocche e inizia a farsi una treccia
"Sei così ansiosa di vederlo?" Le chiesi divertita ma anche consapevole della risposta. Si, lei voleva vederlo, e lo sapevamo entrambe. In tutti i gruppi c'erano piccoli segreti, no? Bene, questo è il nostro piccolo segreto. A Giulia è sempre piaciuto Caph, Marco, che però è sempre stato troppo stupido per notarla
"Non è che mi potresti truccare? Visto che ti devi truccare pure tu" Lega il codino alla fine della treccia e si gira a guardarmi con un piccolo sorriso sulle labbra. Giulia è solo un anno più grande di me ed è un po' come la mamma del gruppo
"Siiiiiii dai vieni qui siediti" le feci spazio e lei si accomoda felice difronte a me
Arrivate al bunker c'era Marco davanti la porta che ci aspettava
"Alla buonora!" Scherzò mio fratello mentre le mie amiche lo guardarono tutte storto, ma alla fine le abbracciò tutte soffermandosi sul viso di Giulia, mentre notai un leggero velo di rossore sulle guance del ragazzo. Si sorrisero impacciatamente per poi lasciare posto a me che subito mi fiondai nelle braccia di mio fratello.
Prima di staccarmi dall'abbraccio però mi misi sulle punte e sussurrai nel suo orecchio "Vedi che poi me la consumi se la guardi troppo" ricevendo di tutta risposta uno sguardo torvo da mio fratello.
Al bunker c'erano già tutti, stavano solamente aspettando il mio arrivo e il rientro di Marco. Le ragazze avevano già preso posto sul nostro solito divano e parlavano animatamente con i ragazzi
"Raga ma Huda dov..." Chiesi non vedendola da nessuna parte, mi stavo preoccupando
"Non c'è" Rispose duro Andrea seduto al fianco di Duccio, che intanto mi sorrideva facendo vedere i brillantini sui suoi denti "Fattene una ragione" concluse il corvino
Marco mi guardò sembrando poi pronto con una risposta ma io feci più veloce
"Grazie Andrea, anche se la domanda era rivolta a Dario, se solo mi avessi dato il tempo di finire" Risposi al suo stesso tono, tanto che restò sorpreso dalla mia risposta e si limitò a sgranare gli occhi. Facendo finta di nulla salutai gli altri mi andai a sedere vicino a Duccio. Non ero solita rispondere in quel modo ad Andrea, ma sentivo ormai il bisogno di rispondere a tono: non mi era mai piaciuto quando le persone mi trattavano male, persone che tra l'altro mi erano vicine. Poggiai la testa sulla spalla di Duccio e iniziamo a scherzare. Mi piaceva passare tempo tempo con lui eravamo davvero legati e sentivo a volte che era l'unico a riuscirmi a capire veramente
" Raga ma che ne dite di ordinare la pizza? Inizio ad avere un po' di fame" disse Jack, accompagnato poi Pietro e Tati. Poteva essere delicata quanto voleva, ma quando si trattava di cibo nessuno la batteva
La serata procedeva molto bene, ma potevo sentire lo sguardo di Andrea bruciarmi addosso, ma decisi di non dargli peso, o così volevo far credere
"Babù tutto bene?" Mi sussurrò Piccolo all'orecchio. Di solito ero sempre stata brava a mentire, ma lui era l'unico che riusciva a scoprirmi
"Sisi Duccio, tutto ok"
" Ne sei proprio sicura Babù? Se vuoi possiamo parlarne dopo" Spostò la mia testa dalla sua spalla per guardarmi negli occhi: aveva degli occhi stupendi, verdi chiari che brillavano sempre. Era come se non potessi mai mentirgli
"Pippi davvero non ho niente. Esco a prendere un po' d'aria" dissi alzandomi con fare scocciato, era l'unico modo in cui riuscivo a riprendermi, dovevo stare un po' da sola.
Fuori l'aria era fresca, era piacevole sentire il poco freddo di maggio sulla pelle del mio volto, mi aiutava anche a pensare meglio. Il muretto affacciava sulla strada, così lasciai le gambe a penzoloni dove il muretto era più alto; le macchine non passavano spesso per quella strada, la stessa strada dove per la prima volta ho guidato il mio motorino bianco che poi sarebbe stato una parte giornaliera della mia routine
"È occupato?" Chiese una voce, la sua voce. Non era più dura come prima ma molto più morbida, quasi fosse tenera, ma non mi feci ingannare, non questa volta
"Vedi qualcun'altro qui?" Chiesi scettica finalmente trovando il coraggio per guardarlo.
Lui era lì, difronte a me in piedi con una sigaretta
tra le labbra e il suo solito sorrisetto che consideravo idiota ma che allo stesso tempo amavo, i capelli neri gli ricadevano un pochino sulla fronte e gli occhi scuri mi fissavano così tanto intensamente che avevo paura di scomparirci dentro
"Sei sempre così antipatica" mi disse lui sedendosi finalmente al mio fianco
"E tu sei sempre così fastidioso" dissi rispondendogli, evitando qualsiasi contatto visivo con Andrea per evitare di sciogliermi completamente. Lui mi mancava, e anche tanto, ma io non sono assolutamente una ragazza che torna sui suoi passi
"Che mi dici permalosa, è da tanto che non parliamo"
"No Andrea, sei tu quello che non mi parla più, hai fatto tutto tu da solo. Sei tu che mi hai allontanato, se non ti parlo più è per colpa tua, tu ci induci sempre ad un litigio inutile e stupido, ma se è questo è quello che vuoi non mi lamento assolutamente" Mi alzai arrabbiata, finalmente ero riuscita a confrontarlo e, sotto il suo sguardo colpito e ferito allo stesso tempo, tornai dentro
"Ah e ti prego di non stare più senza fare nulla a guardarmi mentre sto con Duccio. Non penso che nella tua situazione puoi pure essere geloso" finii e rientrai dagli altri, mentre lui rimase lì con ancora metà sigaretta tra le dita. Ben gli stava, o forse ero stata troppo dura?

Anche questo capitolo è andato, forse anche troppo lungo. Comunque se vi è piaciuto, vi prego di lasciare un commento e una ⭐️

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