ship: Cloud x Aerith song: Living Legend (Lana del Rey)
what i never said, is you're my living legend
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Ricordava che sin da quando si erano incontrati, Aerith lo aveva trascinato come fa la corrente con le barchette di carta nel mare. Anche tutto il suo ultimo anno non era stato altro che fare la barchetta di carta sulla scia del soffio di Aerith. Ma adesso che Aerith non c'era più, anche Cloud rimaneva lì, a dondolare placido sempre nella stessa pozzanghera d'acqua sporca di sangue. Era una sensazione terribile. Rivoleva la sua corrente. Rivoleva la sua rotta capricciosa. Pensò a questo, Cloud, mentre si stendeva sul letto di fiori nella chiesa del Settore 5. Quel luogo gli avrebbe sempre fatto quell'effetto, era inevitabile: la mente sorvolava un oceano sopito di ricordi nella sua testa, tante fotografie sbiadite di tempi passati, tempi belli, tempi persi. Aveva visto quelle fotografie perdere colore, come un fiore seccato tra le pagine di un libro, nel momento in cui il senso di colpa gli si era aggrappato al cuore. Aveva provato a ricolorarle, allora. A ridipingere Aerith come la ricordava; un po' rosa, un po' rossa, con quei bei punti di verde brillante negli occhi a cui lui aveva sempre guardato con fiducia, come se lì ci fossero tutte le risposte che cercava. Un po' di quel bianco splendente che aveva soltanto lei. Quei colori gli colavano in volto, in quei momenti, quando fissava il soffitto rotto della chiesa dell'ultima Cetra mentre i raggi di sole non filtrati da nulla lo incontravano, e poteva quasi sentirla avvolgerlo come se fosse stata ancora fra le sue braccia, perché tutto ciò che la riguardava si manifestava con una vitalità travolgente. Anche se non era lì. E lui realizzò, a un certo punto, che non se ne sarebbe realmente mai andata. Cloud non aveva il potere di appiccicare il colore sulle persone, perché la potenza di quelle immagini erano unicamente merito suo ─ di Aerith. Era lei che risuonava anche dalla morte. Era lei ad avere una forza inarrestabile. Era lei. Era sempre stata lei.
Mentre gli uccelli annunciavano l'arrivo di una nuova primavera, lui pensò all'estate prima di perderla. C'era un momento, in particolare, su cui tornava spesso. Erano ancora a Costa del Sol. Lui aveva cercato di ripararsi gli occhi dall'accecante luce del sole pomeridiano. I riflessi sul mare brillavano così forte da sembrare cristalli rotti, specchi che riflettevano raggi taglienti come lame. Aveva accolto la vista con un po' di fastidio, ma si era abituato presto, come ci si abituerebbe a qualsiasi difetto presente su qualcosa di desiderato tanto a lungo, perché l'importante, alla fine, è l'appagamento. La felicità, in fondo. E a proposito di felicità, aveva subito visto che sulla spiaggia, con la lunga treccia che le danzava mossa dalla fresca brezza, Aerith era in attenta contemplazione del mare. S'era avvicinato a lei quasi di corsa, temendo che un soffio di vento avrebbe potuto portargliela via ─ come si era sempre portato via tutti i miraggi che lo avevano accompagnato durante il suo interminabile viaggio. Aveva sollevato un sacco di sabbia, che era tanto leggera e secca da volargli fin quasi negli occhi. Quando le fu dietro alla schiena, e quando vide che la propria ombra incontrava la sua, intrecciandosi per terra come chiara prova della loro esistenza, aveva sospirato a pieni polmoni, perché era finalmente certo che lei era lì. Loro erano lì. Questo tipo di pensieri gli aveva fatto spesso venir voglia di stringerla, improvvisamente, o anche solo di posarle una mano sulla spalla, di far passare tra le dita una ciocca dei suoi capelli... qualsiasi cosa, per godersi la sua tangibile, dolcissima presenza. Come se non avesse più potuto averne la possibilità da un momento all'altro. Aerith poi si era girata, con una mano aperta sopra gli occhi, e gli aveva rivolto un sorriso luminoso. Cloud non era sorpreso di vederlo, quel sorriso. Al contrario, era come se lo avesse aspettato fino a quel momento. Aerith lo guardava sempre in quel modo, nel modo in cui metti a fuoco una sagoma amica in lontananza sapendo che sarebbe tornata, ma nonostante questo dentro di te si rinnova ugualmente una sensazione di stupore. E ogni volta quel sorriso sembrava corrergli incontro, con quei suoi grandi occhi verdi. Cloud pensava che non ci fosse niente nel mondo in grado di dare tanta gioia. Poter continuare ad incontrarsi. Avere l'assoluta sicurezza che il momento di vedersi arriverà. Come continuare a tornare a casa.