Capitolo 3.

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« Senti, io ho fame, possiamo prendere una pizza?» ad interrompere quel silenzio imbarazzante fu la mia voce, Kenan acconsentì ed immediatamente afferrai il telefono ordinando due pizze.

Nel frattempo che attendevamo l'arrivo delle pizze, sistemai la tavola permettendo di cenare ordinatamente.

Kenan non proferiva parola, addentava la pizza con una freddezza tale da farmi credere di essere praticamente invisibile.

« Potremmo guardare un film.» proposi io e Kenan fece semplicemente spallucce.
« Ma generalmente parli o sono io che ti sto sul cazzo?» dissi spazientita, e lui restò impassibile al mio piccolo sclero.

« Parlo, semplicemente non mi fai domande interessanti.» mi disse facendomi sospirare, stavo per perdere la calma.
« Comunque vada bene per il film, ma lo scelgo io.» disse lui precipitandosi verso il divano.

«Quello è il mio posto!» protestai, ma il turco scosse la testa.
« Spostami se ci riesci.» disse con aria beffarda, facendomi ringhiare nervosamente.
Posai le mani sulle sue spalle provando a spostarlo, ma non lo mossi di un centimetro.

« Bel reggiseno, non ti facevo da pizzo rosso.» disse poi sussurrando, ed io strabuzzai gli occhi alzandomi di nuovo la maglietta.
« E tu non guardare!» alzai la voce diventando paonazza in volto, andandomi poi a sedere vicino a lui ma con la debita distanza.

« Se pensi che io sia il tipo che si scandalizza per un bel reggiseno sei fuori strada.» riprese poi il discorso facendomi innervosire ancora di più.

« Possiamo mettere questo benedetto film?» esclamai alzando le braccia in segno di protesta e lui iniziò a cercare per poi mettere un film d'azione in televisione.

Mi sistemai contro il divano e puntai gli occhi verso la televisione, Kenan fece lo stesso ed assunse automaticamente un'espressione concentrata.

« Che stronzata. Come è possibile che non capisca chi sia stato?» esclamò Kenan esasperato facendomi ridere.
« Non può sospettare di sua moglie, si fida di lei.» dissi spiegandogli il mio punto di vista.
« Le donne sono degli esseri subdoli, mai fidarsi di loro.» disse indicandomi con un dito, scossi la testa sistemandomi nella parte che mi era rimasta del divano, continuando così il film.

« Vado a dormire, tu puoi andare in camera di Dusan se vuoi e riposi lì.» dissi di getto alzandomi dal divano, lui fece lo stesso ed insieme iniziammo a salire le scale per raggiungere le rispettive stanze.

Misi il mio pigiama composto da pantaloncini e canotta ed uscì dalla stanza recandomi al bagno, in quel preciso istante Kenan spalancò la porta del bagno e mi trovai a pochi centimetri da lui.
Puntò i suoi occhi nei miei con fare intimidatorio ed io indietreggiai leggermente.

« Scusami.. io...» balbettai ma lui restò impassibile a quel gesto.
« Bei pantaloncini.» disse semplicemente e sparì lasciandomi tremendamente imbarazzata, così richiusi velocemente la porta del bagno alle mie

« Nora? Nora svegliati!» la voce di Kenan risuonava nelle mie orecchie alla prima ora dell'alba.
Sbuffai aprendo gli occhi ancora assonnata e mi strinsi tra le lenzuola pulite.

« Che c'è? Perché mi hai svegliato?» mugolai notando il turco ai piedi del letto.
« Stavi urlando come una pazza.» disse semplicemente lui passandosi una mano tra i capelli, l'idea che Kenan avesse sentito come erano i miei incubi mi fece leggermente tremare.

« Era solo un brutto sogno.» dissi richiudendo gli occhi, ma la sua figura non si mosse dai piedi del mio letto.
Non riuscivo a prendere sonno sapendo che probabilmente mi stava fissando.

« Puoi andare.» dissi mugolando ma lui non si mosse di un centimetro, era assurdo come a quel ragazzo non importasse nulla di ciò che gli dicevamo.

Aprì leggermente gli occhi e lo vidi osservare delle fotografie appese al muro, tra le quali alcune con Fabio, Dusan e anche Paulo.
« Fabio è un partito migliore di Paulo.» disse tutto ad un tratto facendomi scuotere la testa.
« Io e Fabio siamo solo amici.»
« Ma lui ti entrerebbe volentieri nelle mutande.» disse ribattendo e facendomi assumere un espressione sconcertata.

« Solo che poi a Dusan toccherebbe ucciderlo.» dissi e per la prima volta vidi sul suo volto comparire un piccolo sorriso, che scomparve immediatamente.
« Chissà che ci trovano di così speciale in te, vedi come fanno la lotta per averti.» disse lui e io ridacchiai.
« Nessuno fa la lotta.»
« Allora non hai nessun valido pretendente.» mi disse lui alzandosi dai piedi del letto e fece per raggiungere la porta.

« Kenan?» lo richiamai e lui si voltò di scatto nella mia direzione.
Gli mimai un grazie e lui semplicemente annuì uscendo definitivamente dalla mia stanza.

Si era già fatta mattina e Dusan era rientrato in casa, Kenan era tornato a casa sua ed io mi ero alzata per raggiungere un set fotografico.

« Dove sei stato ieri notte?» chiesi a Dusan mentre addentava il suo toast per la colazione.
« È atterrata a Torino Vanja.» disse lui ed io ridacchiai.
« Probabilmente sarà un tira e molla come sempre, ma sei corso a darle il benvenuto.» lui mi fece un occhiolino di rimando.

« Spero che la tua serata non sia stata movimentata come la mia.» chiese Dusan indagando sulla serata precedente, assunsi un espressione sconcertata in volto facendo finta di vomitare.

« Non mi scoperei mai Kenan.» dissi ma prima che potessi rendermene conto, il turco dal divano di casa mia si alzò raggiungendoci.

E lui da quanto era tornato qui?
Diventai immediatamente rossa in volto, ed iniziai a balbettare dall'imbarazzo.

« Ieri sera non dicevi così.» disse lui serio, Dusan immediatamente si alzò spintonandolo con fare amichevole, capendo perfettamente che quella di Kenan fosse solo una provocazione.
« Andiamo ad allenarci, don Giovanni.» gli disse Dusan tirandoselo via.

• PESTE; Kenan Yildiz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora