Capitolo 12

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Tornati a casa Dusan si gettò sul divano esausto, non aveva più forze chiaramente ed io ero così felice per lui che non osavo chiedergli di muovere un dito.

« Mi ha mandato un messaggio Lautaro.» dissi d'un tratto facendogli sollevare la testa, per guardarmi meglio.
« Vuole la rivincita?» disse Dusan facendomi ridacchiare e io scossi la testa.
« Ha detto che restano a Torino fino a domani e vorrebbe che passassi a salutarli.» Dusan sospirò alzando le braccia al cielo.

« Nora, il mondo dei calciatori è un mondo che ti consiglierei di evitare, ma se proprio vuoi andare, sii prudente.» mi disse Dusan facendomi sorridere.

Sapevo che la sua gelosia era un senso di protezione nei miei confronti, probabilmente conosceva bene i suoi compagni e gli altri ragazzi con cui mi relazionavo, ed infatti su Paulo mi aveva avvertito più volte ma io essendo parecchio testarda non ero mai stata propensa ad ascoltare i suoi consigli; che vedevo più come dei comandi.

« Allora ci vediamo dopo?» richiesi e Dusan annuì.
Mi cambiai velocemente e uscì di casa aspettando che Hakan passasse a prendermi, poiché era uno dei pochi che aveva noleggiato l'auto a Torino per la serata.

Quando arrivò sorrisi entrando all'interno della sua auto e salutandolo immediatamente.
Sembrava un po' sottotono per la partita e probabilmente per il rigore che un suo errore aveva causato.

« Sei felice di avermi battuto?» disse facendomi ridacchiare e alzai le spalle.
« Un po'. Ma in realtà non sono stata io a batterti, al massimo è stato mio fratello.» lui annuì ridendo a sua volta.
« Sai quanti calciatori mi stanno invidiando in questo momento? Sei molto ambita lo sai?» mi disse facendomi scuotere la testa.

« Ambita, io? L'unico calciatore che ho frequentato è stato Paulo e non è finita molto bene.» ammisi e lui annuì, probabilmente conosceva quella storia poiché quel gossip era girato tra le varie squadre.
Qualche amico di Paulo aveva raccontato la sua versione dei fatti, dove io ovviamente ero quella non presente per lui che si meritava di essere scaricata, senza spiegazioni.

« Non parlo di frequentazioni. Tu davvero non ti accorgi come ti guardano?» mi chiese ed io scossi la testa sistemandomi meglio sul sedile.
« Nora, dovresti essere meno ingenua.» quella frase mi era già stata detta parecchie volte così alzai gli occhi al cielo.
« Non sono ingenua, ma non capisco perché devo decifrare un interesse. Perché non dirmelo in modo diretto se interesso a qualcuno?» dissi esausta di questi comportamenti confusionari.

« Beh, a me piaci molto.» ammise Hakan facendomi bloccare.
Mi trovai in imbarazzo e non seppi come rispondere, non osai nemmeno guardarlo negli occhi.
« Non avere paura, infondo io ti conosco poco. Non sono innamorato di te ma sei di bella presenza e hai una bella personalità.» continuò lui facendomi rilassare leggermente.

« Anche tu sei un ragazzo davvero gentile.» ammisi e lui sorrise a sua volta fermando la macchina davanti al locale dove ci saremmo dovuti incontrare con gli altri.
« Però ci sono Kenan e Dusan che sono praticamente dei cani da guardia. Quindi devo stare al mio posto.» disse lui e io portai gli occhi al cielo.

« Kenan decisamente non è nulla.»
« Tu non ti accorgi di quanto Kenan diventi pazzo se qualcuno solo pensa di sfiorarti.» disse lui e io spalancai le labbra, incredula ma scossi la testa allontanando quel pensiero, poi scesimo dalla macchina raggiungendo gli altri.

[ Kenan's pov]

« Quindi fammi capire, l'hai mandata a cena con dei ragazzi in gruppo?» ripetei a Dusan che continuava ad annuire come se nulla fosse.
Io mi mossi velocemente sul divano prendendo il telefono.
« Kenan, ti ringrazio per quello che fai ma Nora è grande.» disse Dusan facendomi salire il sangue in testa.

A me che cazzo fregava quanto fosse grande.

« Chiamo Hakan. Andiamoci.» dissi d'un tratto e Dusan mi guardò incredulo.

« Allora? Ci andiamo? Ho voglia di uscire.» continuai e Dusan acconsentì esausto delle mie lamentele.

Nora Vlahovic, il tuo incubo più grande sta per arrivare proprio davanti ai tuoi occhi.

Chiamai Hakan facendomi dare le indicazioni di controvoglia, ma infondo li avrei potuti trovare comunque se avessi voluto.
Quindi entrammo in macchina sfrecciando alla velocità della luce fino al locale dove si trovavano loro.

Arrivato lì la vidi seduta sulle ginocchia di Hakan mentre lui teneva la mano sul suo ginocchio.
Mi posizionai davanti a loro afferrando il braccio di Nora e facendola alzare dalle sue gambe.

« Ci sono molte sedie, Nora.» precisai accompagnandola lontana da Hakan.
« Lo so, Kenan.» sospirò lei rassegnata vedendo arrivare anche il fratello, che per fortuna non l'aveva colta sopra le gambe di Hakan.

« Allora, Lauti, ti sei divertito a questa partita?» chiesi provocando Lautaro che rise di risposta scuotendo la testa.
« Si dai, avete vinto meritatamente. Però la coppa alla fine è venuta con noi.» disse indicando Nora con il capo.
Deglutì a fatica incerto se spaccargli la faccia o mantenere un profilo basso, infine decisi di mantenere la calma avvicinandomi poi alla bionda seduta a qualche metro da Dusan.

« Sederti sulle sue ginocchia è stata una mossa stupida.» sputai acidamente e lei di contro alzò gli occhi al cielo.
« Vuoi che mi sieda anche sulle tue?» mi disse provocandomi e io scossi la testa velocemente.
« Non giocare con me Nora, potrei dimenticare che Dusan è tuo fratello.» dissi con fare suadente guardandola negli occhi e la vidi stringere le cosce.

Ero consapevole dell'effetto che facevo su di lei ma non sarebbe potuto accadere nulla.

• PESTE; Kenan Yildiz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora