Capitolo 1.

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« Perché non posso restare con voi?» sbuffavo con le braccia incrociate, mentre Dusan stava per perdere la pazienza.

Non avevo mai chiesto a mio fratello di diventare un calciatore, men che meno di trasferirsi a Torino nella grande Juventus.

Ma secondo mio padre recarmi a Torino mi avrebbe dato numerose opportunità, nonostante io non avessi la minima intenzione di partire, venni spedita come un bellissimo pacco regalo insieme a mio fratello Dusan.

Non fraintendetemi, il mio rapporto con lui non era cattivo, era complicato, ma non da buttare.
Semplicemente non avrei mai voluto rinunciare alle mie scelte, per seguire le sue.

Da quella discussione erano passati ben due anni, ed ormai mi ero ambientata totalmente a Torino.
In quei due anni ero diventata modella e spesso venivo chiamata in varie squadre di calcio, pubblicizzate da vari brand a posare per loro.
Mi guadagnavo da vivere, nonostante non ne avessi fisiologicamente bisogno.

Vivevo ancora in casa con Dusan, poiché a lui piaceva tremendamente visionare su di me, nonostante qualcosa gli fosse sfuggito in quanto dopo tre mesi dal mio arrivo a Torino; fui completamente rapita da un suo compagno di squadra.

La mia relazione con Paulo Dybala fu travolgente, sbagliata e al contempo tremendamente focosa, però venne interrotta dal suo trasferimento.
Gli giurai di poter mantenere una relazione a distanza, ma probabilmente visti i risultati, per lui non era lo stesso.

Dusan non aveva preso bene la nostra storia, quindi vederci separati per lui fu un sollievo, ed infatti il suo rapporto con Paulo restò quasi del tutto invariato, adesso chiaramente essendo in due squadre diverse si frequentavano meno ma il bene che si volevano era sempre lo stesso.

Due anni dopo, stavo in piedi davanti a Dusan a discutere di un compleanno tremendo che mi sarei tanto voluta evitare.
Il compleanno di Leandro Paredes, ex compagno di mio fratello e attuale compagno di Paulo alla Roma.

« Non se ne parla nemmeno, io quello non lo voglio nemmeno vedere.» sputai acidamente nel confronti di mio fratello Dusan.
« Sei una cazzo di bambina.» mi rimproverò il suo migliore amico dal divano, Kenan era sempre così fastidioso nei miei confronti che non avevo nemmeno fatto caso alle sue parole.
« Verrai che ti piaccia o no.» disse infine Dusan facendomi sospirare rassegnata.

Saremmo partiti tutti quanti per Roma, giusto il mattino seguente, ed io stavo tremando solo all'idea di vedere quel traditore con l'accento argentino.

Kenan invece dal mio divano sembrava parecchio divertito, da quando era entrato in prima squadra, lui e Dusan erano diventati inseparabili ed io dovevo sorbirmi la sua presenza in casa mia, non che scambiassimo più di due parole.

Volo Alitalia, pieno di uomini con il testosterone a mille e noi povere ragazze costrette a seguire questi ragazzi ovunque loro vogliano.

Ero seduta vicina a Dusan, che da qualche minuto aveva preso a leggere un giornale.

« E se mi annoio? » dissi di scatto facendolo ridere, si voltò verso di me chiudendo il giornale e scosse la testa.
« Non potresti mai annoiarti ad una festa così grande, Leandro organizza sempre delle belle feste.» disse lui facendomi annuire ma poi mi fermai di nuovo.
« Non voglio vederlo.» a quel punto Dusan sospirò guardandomi serio negli occhi.

« Ed infatti non lo vedrai, resterai incollata a me tutta la sera cosìcche non si ripeterà un altro errore.» disse lui accarezzandomi il volto, io sospirai rassegnata appoggiandomi contro la poltroncina dell'aereo.

Dopo qualche ora arrivammo in hotel, andai a prepararmi immediatamente, nonostante non avrei voglia di andare avrei dimostrato di divertirmi e godermi la vita.

Indossai un vestito rosso fuoco aderente, nonostante le mille proteste di Dusan.
« Secondo me è troppo corto.» si lamentò per l'ennesima volta mio fratello facendomi scuotere la testa.
« I vestiti succinti delle donne che ti scopi sono corti, non questo.» sputai acidamente facendo ridacchiare Federico Chiesa al mio fianco.

« Stai benissimo, Nora.» mi disse quest'ultimo baciandomi la mano, beccandosi un'occhiata da parte di Dusan.
« Oh, giù le mani.» disse con uno strano accento serbo, molto marcato.

Arrivati alla festa tutti iniziarono a fissarci, eravamo la novità qui a Roma e le attenzioni erano tutte su di noi.
Subito dopo aver fatto gli auguri a Leandro, ci allontanammo tutti per bere ma qualcuno mi venne a dosso.

« Nenita.» mi bloccai, quella voce apparteneva a l'unica persona che non avrei voluto vedere in quel preciso istante.
Pensai che mi fosse sbattuto contro di proposito, così sospirai voltandomi verso di lui.
« Paulo.» ricambiai il saluto con il sorriso più falso di tutta Torino e dintorni, gli occhi di Dusan erano su di noi, probabilmente aspettava un passo falso da qualcuno dei due ma ciò non avvenne.

« Non sapevo saresti venuta.» continuò l'argentino facendomi portare gli occhi al cielo.
« Quindi? Adesso che lo sai?» dissi leggermente alterata facendolo ridacchiare.
« Sei sempre la solita.» disse lui facendomi scuotere la testa.
« Noi due non ci conosciamo.» tagliai corto allontanandomi dalla figura dell'argentino.

Camminai fino alla piscina esterna sedendomi in una delle altalene lì vicino, presi una sigaretta dalla mia borsa e l'accesi, assicurandomi che non ci fosse mio fratello nei paraggi.

« Dusan lo sa?» una voce mi fece sussultare, a guardarmi con aria del tutto fastidiosa trovai Kenan Yildiz con il suo abito elegante.
« Vuoi andare a fare la spia per caso?» gli dissi assottigliando gli occhi, in tutta risposta alzò un sopracciglio.
« Dovrei andargli a dire che fai la peste in giro?» mi disse ed io scossi la testa continuando a fumare.
Le sue dita si avvolsero intorno alla mia sigaretta buttandola per terra e schiacciandola con il piede.

«Brutto stronzo.» sussurrai ma lui parve sentirmi.
Nonostante pensassi che avrebbe risposto, sparì senza dire nulla e raggiunse un gruppo di ragazze adulanti.

; Capitolo di presentazione e già partiamo con il botto.

Fatemi sapere🦋

• PESTE; Kenan Yildiz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora