Capitolo 6.

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«Per prima cosa dovresti imparare a controllare le tue espressioni facciali, Paulo continua ad importunarti perché nonostante tu dica no, la tua faccia fa trasparire altro.»
Continuò lui ed infondo aveva ragione, dicevo no ma le mie azioni dicevano tutt'altro.

« Hai ragione.» dissi semplicemente abbassando il capo, ma lui si schiarì la voce.
« Nora, per quanto mi riguarda potresti lanciarla a Paulo. Semplicemente non devi dimostrare tutto ciò che senti, non è difficile come credi.» mi disse facendo spallucce ed io sbuffai leggermente.

« Puoi smetterla di ripetere che non te ne frega un cazzo di ciò che faccio?» sbottai finalmente e lui alzò gli occhi al cielo puntandoli poi nei miei.
« Ad esempio adesso, avresti dovuto controllarti e non dimostrare che sei toccata da ciò che dico.»
« Non sono toccata da ciò che dici.» ribattei io, provando a risolvere la situazione.
« Ritenta. Sarai più fortunata.» mi disse lui con un sorriso beffardo che mi fece innervosire ulteriormente.

« Nella mia stanza ho un po' di disinfettante, lo mettiamo?» dissi io e lui fece uno sguardo un po' ammiccante.
« Siamo già passati a te che mi inviti nella tua camera?» sgranai gli occhi saltando via dalla sua figura.
« Cosa? No!» lui scoppiò a ridere e si alzò dal divano seguendomi su per le scale.

« Non sei brava a controllarti, devi lavorarci, abbiamo capito.»

Quando fummo dentro la mia stanza iniziò a frugare tra le mie cose facendomi spazientire.
« Puoi semplicemente sederti e aspettare che prendo il disinfettante?» dissi innervosita ma lui scosse la testa prendendo della lingerie tra le mani.
« Nora, Nora... non smetti mai di sorprendermi.» si portò le mutandine ai denti afferrandole con essi.

Mi alzai immediatamente strappandogli la lingerie dalle mani e ributtandola nel cassetto, dovevo aver assunto un espressione super imbarazzata perché lui rise di gusto.
Sedendosi poi sul letto e facendosi medicare la ferita.

« Nora? Sono a casa!» la voce di Dusan mi fece scattare.
Cosa avrebbe pensato nel vedere me e Kenan chiusi in camera?
Ma prima che potessi rispondere a questa domanda la faccia di Dusan interrogativa si palesò davanti ai miei occhi.

« Che cazzo ci fate qui dentro?» nonostante la sua espressione confusa in realtà pareva particolarmente rilassato nella voce.
« Ho dato una testata nello spigolo prima di andare a prendere Nora e mi stava aiutando.» lui parole crederci perché si ritrovò ad annuire, poi prese Kenan per le spalle e lo accompagnò poco gentilmente fuori dalla mia stanza.

Mi sedetti sul letto non appena tutti furono usciti dalla mia stanza e pensai a quanto fosse stata strana quella serata.
Non ero dispiaciuta per la piccola rissa tra Paulo e Kenan, in realtà Paulo si era meritato quel trattamento.

Misi il mio pigiama e andai semplicemente a sdraiarmi comodamente sul mio materasso, aspirando l'odore delle lenzuola pulite.

« Posso?» la voce di Dusan mi fece sussultare ma annuì prontamente.
« Mi dispiace se ultimamente penso un po' a me stesso, Nora.» disse sedendosi di fianco a me ma io scossi la testa.
« È giusto così, io non sono più una bambina.» dissi e lui sorrise accarezzandomi la testa.

« Mi fido ciecamente di Kenan e anche di te, ecco perché lascio che lui badi a te quando non ci sono.» ammise ed io feci spallucce.
« Tra alti e bassi, non è poi così male.» ammisi facendo sorridere Dusan che si sistemò sul mio materasso, abbracciando la mia figura sdraiata.

« Posso dormire qui?» mi chiese Dusan avvinghiandosi al mio corpo e io annuì ridacchiando.

E io avevo dormito beatamente tra le sue braccia, non avrei desiderato posto migliore che tra le braccia di colui che non mi avrebbe mai tradito.

Quando mi svegliai, Dusan non era più al mio fianco, probabilmente doveva essere agli allenamenti ed io ero leggermente in ritardo per un servizio fotografico con Nike.
Arrivai alla stazione di fretta e furia e mi precipitai sul treno diretto per Milano, avrei fatto una collaborazione con l'Inter.
Per me semplicemente era lavoro ed anche le polemiche non erano molte, la gente capiva perfettamente il perché io scattassi foto con varie maglie da calcio nonostante mio fratello giocasse nella Juventus.
Di solito mi capitava di incontrare i calciatori più ambiti, in quanto solitamente, coloro che scattavano erano i più messi bene fisicamente.

Arrivai puntuale al luogo stabilito per il servizio fotografico, mi precipitai a farmi truccare e sistemare i capelli e poi indossai il primo capo con cui scattare.
Era la prima volta che scattavo per Inter, quando uscì dal mio camerino incontrai i tre calciatori che avrebbero scattato delle foto insieme a me ed altre ragazze.
Erano Lautaro Martinez, Hakan Calhanoglu e Marcus Thuram.

« Oh Ciao Nora!» esordì Lautaro riconoscendomi, io e il capitano dell'Inter ci eravamo conosciuti in occasione del compleanno di Paulo, in quanto erano compagni di nazionale.

« Piacere, Hakan.» disse il ragazzo di fianco a Lautaro e io sorrisi stringendogli la mano.
« Lei è la sorella di Vlahovic.» disse Thuram indicandomi, ed io risi.
Forse la mia fama mi precedeva.

Scattammo delle foto molto divertenti, in realtà erano tutti abbastanza simpatici ed Hakan aveva un grosso senso del movimento, non perdeva occasione per ballare e fare ballare, infatti ci scattarono delle foto anche durante un balletto dei suoi.

Salutai tutti con la promessa che ci saremmo rivisti, ma quando arrivai a casa nel tardo pomeriggio, trovai il salotto pieno di calciatori della Juventus, avevano organizzato una cena a casa mia.

« Nora! Dove stavi?» mi chiese Fabio facendo girare tutti nella mia direzione.
« Ho scattato delle foto per la maglia nuova dell'Inter.» dissi e mio fratello per poco non si strozzò.
« Corri a lavarti e levati di dosso quel colori.» mi rimproverò Federico Chiesa facendomi alzare gli occhi al cielo.
« In realtà sono stati molto cordiali, comunque domani vedrete le foto.»

• PESTE; Kenan Yildiz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora