Mad

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Trovai Nathan seduto al solito posto durante l'ora di Scienze Naturali.
Jamie, dietro di lui, muoveva nervosamente la matita tra le dita, lo sguardo imperturbabile era fisso sulla lavagna.
Il loro atteggiamento rilassato mi sembrò in attrito con ciò che Kat mi aveva raccontato.
Non mostrarono alcuna tensione, si ignorarono soltanto.
«A quanto pare ti sei ripresa alla grande.» Nat passò la mano tra i capelli ordinati e sorrise.
«Già, e io ho saputo che sei passato a trovarmi.»

Ero a disagio.
Conoscevo perfettamente la scortesia ingiustificata che Jamie poteva mostrare in certe situazioni, ero dispiaciuta per Nat.
Il suo gesto era stato gentile, malgrado si sentisse in colpa, non aveva alcuna responsabilità per quanto successo al lago.
Durante l'intera lezione, Milton, si concentrò sull'escursione alle porte, voleva raggiungere i mille metri e per farlo avremmo dovuto camminare per ore.
Un branco di lupi si era stabilito in una zona protetta del parco del Gran Teton, era stata persino allestita una zona di vedetta dove ogni anno gli ambientalisti di diversi paesi confluivano per studiare la specie e fotografare esemplari nel raro caso se ne incontrasse uno.

Non ero più certa di poter partecipare al progetto, il mio fisico provato non avrebbe retto a tanto.
Passò tra i banchi fornendo a ognuno di noi una cartina e chiese di studiarne i percorsi per decidere quale fosse la direzione giusta da prendere in base alle informazioni che aveva fornito durante le lezioni. Richiese anche una tesina sulle abitudini del lupo grigio, sarebbe stata oggetto di valutazione.
Quando la campanella suonò dispiegai la cartina sulle ginocchia. Non conoscevo i sentieri battuti di Jackson Hole, ed ero tremendamente indietro con il programma.

«Se vuoi posso darti una mano.» Nat raccolse lo zaino da terra.
«Mi saresti di grande aiuto.» Gli fui grata della proposta. «Ci vediamo da me oggi alle quattro?»
«Certamente» disse. «Ti porterò gli appunti del programma così potrai metterti in pari.»
La sedia grattò sul pavimento alle nostre spalle, Jamie si alzò, raccolse i libri dal banco e si diresse verso l'uscita.
«Mia madre mi ha chiesto di invitarti a cena, che ne dici di sabato?» Kat seduta al solito tavolo in mensa strinse la forchetta e giocherellò con il cibo nel piatto.

«Devi raccontarci ogni cosa!» Pam e Briget arrivarono all'improvviso, sbatterono le mani sul tavolo e mi fissarono.
«Non so di cosa stiate parlando» scossi la testa confusa.
Scoppiarono a ridere.
«Smettila di indossare i panni della ragazza ingenua, Bride!» sbuffò Pam. «Sei stata chiusa parecchio dentro quella stanza con Jamie.»
Non le vedevo dal weekend.
Era stato maledettamente stupido credere che quanto accaduto non destasse attenzioni.
«Ingenua ragazza?» risposi innervosita. «Cosa credete sia mai successo? Ero quasi in ipotermia! Mi ha aiutata! Jamie mi ha solo aiutata.»

«Santo Dio» esalò Briget. «Tu non hai visto quanto era preoccupato. Non ha perso un solo istante per tirarti fuori dall'acqua.» Si sedette, piegò il braccio sul tavolo e poggiò il viso sul palmo della mano. «Chi lo avrebbe mai detto che anche Jamie Callighan avesse un cuore?» Poi tornò vigile e attenta. «E non hai idea di cosa ti sei persa ieri! Quando Nat ha fatto un commento sarcastico sull'arrivo di Trevor, Jamie l'ha sbattuto contro gli armadietti d'improvviso. Era così furioso da essere più sexy del solito. Vederlo perdere il controllo, stringere il collo della camicia di Nat in quel modo...» Finse uno svenimento e sospirò.

«Chi è Trevor?» Mi lasciai andare sullo schienale della sedia.
«Il fratello di Nat» rispose Pamela, passando il lucida labbra sulla bocca.
«Sta tornando da dove?»
«Frequenta il secondo anno di college, sembra ci sia una pausa delle lezioni.»
«Quindi Jamie si è preso a pugni per questo Trevor?» Avevo commesso un tremendo errore.
«Antichi dissapori» tagliò corto Briget. «Non ho mai capito quanto ci fosse di vero in tutta quella storia.»
«Quale storia?» La guardai ancora più confusa, ma non ebbe il tempo di rispondere perché Kat si alzò con il vassoio in mano, ricordandoci che la pausa mensa era finita e che era ora di ritornare alle lezioni.

Non riuscii a concentrarmi per il resto della mattinata. Se avevo preso un abbaglio, se avevo erroneamente accusato Jamie di essersi arrabbiato con Nat a causa mia ero nei guai.
Mi vergognai così tanto di averlo affrontato di fronte all'intera scuola, di averlo rimproverato per qualcosa che non mi riguardava, che il solo pensiero di incontrarlo di nuovo mi fece ribollire il sangue.
Finsi comunque indifferenza quando rientrai a casa, tentai di cancellare dalla mente la conversazione con Pam e Briget e ignorai questo fantomatico Trevor.

Il danno era fatto e non mi sarei mai e poi mai piegata, tornando sui i miei passi. Aveva comunque allontanato Nat da casa e non ne aveva alcun diritto. Desideravo avesse chiaro che ero parte integrante della famiglia che lui credeva sua soltanto.
Ma quando Nathan arrivò, Jamie rimase chiuso nella sua stanza, furono vani i tentativi di fingermi sotto la doccia per farlo scendere ad aprire.
Nat diede un'occhiata dentro prima di entrare, lo invitai ad accomodarsi al bancone e mi mostrò gli appunti di Milton.

Notai il modo in cui si pose sin da subito, mi sfiorò la spalla, e indicando un passaggio sul quaderno aperto, avvicinò il viso al mio.
Nat era avvenente, con le spalle larghe al punto giusto, gli occhi grandi e i capelli di un biondo lucente che gli sfioravano le guance.
Cercai di ripristinare le distanze, ma non fu semplice, perché lui, in modo ingenuo ma calcolato, si fece ancora più vicino. Poi qualcuno bussò e non feci in tempo ad alzarmi che Jamie scese le scale per raggiungere l'ingresso.

«Spero di non essere in ritardo!»Mad entrò con la sua solita grazia. Persino con un paio di Jeans e il giaccone largo trasudava una genuina bellezza.
«Nessun ritardo» Jamie si scostò per farla entrare. «Ti stavo aspettando.»
Mi passò accanto senza degnarmi di un solo sguardo e si sedette sul divano.
«Habitat naturale del lupo grigio» lesse Mad, avvicinandosi al bancone. «Vedo che state già lavorando al compito di Milton. Dovrai passarli anche a me Nat quegli appunti, sono rimasta tremendamente indietro.»
Ci aggirò con tutta calma e raggiunse Jamie.

Sfilò una busta dalla tasca, l'aprì e lasciò cadere una serie di foto sulle ginocchia, poi iniziò a sfogliarne una a una sotto lo sguardo attento di Jamie.
Parte del volto era coperto da lunghi ciuffi di capelli neri, stringeva gli occhi interessato e di tanto in tanto guardava Mad, intenta a gesticolare con entusiasmo di fronte a lui.
Parlava dell'esposizione, della messa a fuoco, e nel farlo mostrò a Jamie una piccola macchina fotografica automatica.
«Bride?» Nat posò una mano sulla mia spalla e mi riportò agli appunti. Mi accorsi che appena le sue dita si posarono su di me, Jamie si accomodò meglio sui cuscini e distese il braccio sullo schienale quasi ad avvolgere Mad.

Non la stava toccando, ma in un certo senso era come se lo stesse facendo.
Mi tesi senza rendermene conto, un fastidio acuto mi assalì.
Notai che più Nathan si ostinava a essere disinvolto e confidenziale nei miei confronti, più Jamie lo era con Mad.
Si piegò su di lei, imponendosi sul suo esile corpo, le scostò i capelli dal viso, sfiorandole le guance accaldate con le dita, e più di tutto le sorrise. Lo fece con naturalezza, scoprì i denti perfetti, si mordicchiò le labbra assorto e si preoccupò persino di alzarsi in piedi e provare la macchina fotografica: le scattò una foto e gliela mostrò.
Mad che non era una sprovveduta, sembrò approfittarne, chiedendogli di insegnarle come riuscisse a centrare perfettamente l'obiettivo e a rendere meraviglioso anche il soggetto più banale.
«Tu non sei banale, Mad» le disse, ghiacciandomi.
Stava flirtando con lei.

The Untouchable LoveWhere stories live. Discover now