Capitolo 1

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Bea's pov.

♫♪"Taking every breath away with all of the mistakes I've made, from all the letters that I've saved.. This is everything I didn't say. I wish I could have made you stay and I'm the only one to blame. I know that it's a little too late... This is everything I didn't say.."♫♪

Non potevo smettere di canticchiare il ritornello di quella canzone. Oh quant'è vero. Quante cose non ho mai detto a chi dovevo dirle... va be' lasciamo stare i rimorsi ora.
Sono le 11:07 e mi trovo a scuola, seduta al mio banco, con la schiena poggiata al muro, scarabocchiando una pagina del mio presunto quaderno di storia. Il tempo non passa più.
Il professore sta parlando da più di un ora di barbari e ostrogoti. Ma io mi chiedo, non si stanca mai di ripetere per oooore ed ore sempre le stesse cose? Avrà le batterie Duracell in corpo? Mah, non lo capirò mai.
Anyway, manca poco al suono della campanella e poi finalmente c'è la ricreazione. Ah, la ricreazione. L'unico momento preferito degli studenti nell'arco delle sei ore antimeridiane. Beh, non posso dargli torto. Insomma, chi non ama la ricreazione? È uno dei pochi momenti in cui puoi scambiare qualche parola con qualcuno, approfondire amicizie con persone di classi differenti.
Ed ecco che suona finalmente. Mi alzo di scatto dalla sedia prendo il cellulare dallo zaino e mi fiondo fuori dalla classe, ignorando i richiami del professore.
Cammino per un tratto di corridoio, poi svolto a sinistra per scendere le scale, ma sento qualcuno gridare il mio nome o meglio il mio cognome «Buscemi!!» Chi è che rompe le palle a quest'ora? Sbuffo, voltando gli occhi al cielo, poi mi giro lentamente borbottando un «Che cazzo vuoi?» ma mi fermo al "che" quando realizzo che la persona che tanto mi acclama è Giada.
«Eii Giadì!» le dico avvicinandomi a lei «Come sta andando la tua giornata?»
«Lasciamo stare va'! La prof di francese dopo due settimane non ha ancora riportato i compiti. É assurdo!» esclama, agitando le braccia sopra la testa.
«Oh beh, dai! Guarda il lato positivo..» tento io «..no okay non lo so se c'è un lato positivo, però dai, che ti importa? Quando lo correggerà, lo vedrai. Qual è il problema? Ora non pensarci, andiamo al bar a prendere qualcosa da mangiare che ho fame!» cerco di alleggerire la situazione cambiando discorso.
«Mh, va bene si. In effetti ho un po' di fame anch'io.. Let's go!» e così scendiamo le scale e ci dirigiamo verso l'ipotetico bar, superando il mare di gente in coda davanti alla macchinetta.
«Allora? Che mi racconti? Com'è andata storia?» mi chiede Giada, mentre aspettavamo il nostro turno per essere servite.
«Mah, alla grande direi. Ho passato l'intera ora a scrivere versi di canzoni sul quaderno. Il prof spiegava, spiegava e spiegava. Non smetteva più di parlare. È stato molto interessante direi, si.» rispondo io, annoiata.
«Ahahaha sei sempre la solita! Lo sai che se non segui e non cerchi di prendere una sufficienza, ti rimandano a settembre?» dice lei, atteggiandosi tipo "miss ho sempre ragione io quindi rispondi di si e taci".
«Si si, lo so. Ripetete tutti le stesse cose. Ma lo sai come la penso io, che sono tutti morti, quindi che senso ha studiare la gente se è morta?» ribatto io, quasi scocciata.
Le persone non capiscono che sono cosciente di ciò che faccio e sono al corrente delle conseguenze, quindi perché rompono il cazzo? Mah.
«Va bene, si. Hai ragione tu!» si arrende e scoppia a ridere. Le rivolgo uno sguardo come per dirle "cazzo ridi?", ma subito Davide, il ragazzo del bar mi chiede cosa volessi prendere.
«Mh allora..una pizza col salame e un Kit Kat..tu Giadì che vuoi?» chiedo girandomi verso di lei. «Io una pizza rossa!» dice rivolgendosi al ragazzo, che la guarda divertito.
Presa la merenda, usciamo fuori dove c'è una sorta di cortile e ci sediamo su dei pezzi di tronchi che utilizziamo come banchetti.
«Fa parecchio caldo oggi, eh?» chiede Giada, addentando con forza la pizza. «Si, ma neanche più di tanto.» dico, guardandomi un po' intorno e mangiando la mia pizza.
D'un tratto vedo in lontananza la sagoma di Ludovica che si dirige verso di noi.
«Hey, eccovi qui. Ciao Giada!» dice Ludo, sedendosi accanto a me. «Ciao Ludo! Come stai?» chiede Giada, mentre mastica un boccone di pizza. «Bene, bene. Grazie.» risponde lei sorridendo. Poi si rivolge a me, cambiando espressione sul volto.
Ora non è più sorridente, ma il suo sguardo è piuttosto preoccupato. «Bea, devo dirti una cosa urgente..» dice abbassando un po' la voce.
«Oh Dio. Mi devo preoccupare?» le chiedo io, leggermente spaventata. «Non più di tanto. O almeno, non lo so.» dice «Mi ha scritto Carry, mia cugina, e ha detto che Ashton ha dato di matto. Non riescono a "domarlo", diciamo.» continua abbassando lo sguardo.
«Come? Cosa? Di nuovo?» dico, alzandomi in piedi di scatto e iniziando a camminare avanti e dietro, preoccupata.
«Si, di nuovo. E questa volta c'è poco da fare. Devi andare tu.» dice lei, alzandosi e poggiandomi la mano sulla spalla facendomi fermare. «Io?» le chiedo diventando piano piano sempre più pallida.
«Si, chi altro sennò? Lui ha bisogno di te Bea, devi andarci a parlare.» risponde lei, sospirando e voltando lo sguardo. Sa che non posso andare. Sa che i miei genitori non me lo permetteranno mai. Loro non sono d'accordo con la storia tra me ed Ashton. Non lo sono mai stati.
«Uff.. va bene..okay..ma..tu lo sai il problema qual è, anzi, chi è. Non riuscirò mai a convincerli a mandarmi da lui. Cioè, no!» dico alzando sempre più il tono della voce. Sono agitata, non riesco a ragionare. Affrontare i miei sarà difficile questa volta, ma devo farcela e riuscire nell'impresa.
«So benissimo CHI è il problema.. ma sai che se stavolta non vai, scoppia la Terza Guerra Mondiale? Cioè è una cosa importante e i tuoi dovrebbero appoggiarti e capirti.» esclama lei. Sembra quasi incazzata davvero. A volte mi stupisce il modo in cui mi difende e mi appoggia. Credo ci tenga davvero a me e io le voglio un bene dell'anima.
«Eh si cazzo se è importante. Lo so benissimo. D'altronde lui è il mio ragazzo, deve piacere a me e poi, semmai, ai miei. Che lo vogliano accettare o no, noi stiamo insieme perché ci vogliamo bene.» dico fiera di me, sorridendo e viaggiando con lo sguardo per il cortile della scuola, immaginando cosa diventeremo io ed Ash fra qualche anno. Dopo qualche secondo però Ludovica mi fa tornare sulla Terra schioccando le dita davanti al mio viso.
«Insomma? Cosa hai intenzione di fare?» mi chiede impazientemente lei. «Beh, ho detto che parlerò con loro! Ma non posso farlo ora per telefono. Devo aspettare l'uscita e poi mi precipiterò subito a casa a parlarci. Purtroppo non abbiamo il permesso di uscire durante la mattina come all'estero, sennò sarei già partita in quarta.» esclamo gesticolando come una pazza.
«Va bene, va bene. Però ora andiamo in classe che la ricreazione è terminata.» dice, poi si rivolge a Giada, che in tutto questo tempo è rimasta lì seduta da sola a guardarci divertita.
«Giada, andiamo? Scusaci per averti lasciato sola, ma era una cosa importante.»
«Tranquille regà, mi sono divertita a guardarvi sclerare. O meglio, a guardare Buscemi sclerare. Peccato però che non avevo i pop-corn, ma sono stata bene comunque hahah. Anyway, si andiamo!» detto ciò scoppiamo a ridere tutte e tre e ci avviamo in classe.
Salendo le scale sento qualcuno che mi chiama «Beatrice, aspetta!».
Mi volto e vedo che è Gianmarco. Ah, Gianmarco. Che ragazzo stupendo che è. «Ehi! Come va?» gli chiedo avvicinandomi «è un po' che non ti vedo!».
«Eh tutto bene grazie. Sono stato un po' male questi giorni, perciò non sono venuto a scuola..» dice sorridendomi.
«Ah ecco, mi sembrava strano!» la butto lì così. Ma come mai mi ha fermato? Di solito non mi saluta neanche se lo pago.
«Senti volevo chiederti se..» Ecco lo sapevo. C'era qualcosa sotto. Il suo sguardo si fa più dolce e noto anche che gli è comparso un po' di rossore sulle guance.
«Mi dispiace ma è già impegnata!» si intromette Giada, urlando. Poi mi strattona via per un braccio. Cazzo che presa e..ehi mi ha rovinato un bel momento! Mi volto indietro cercando con lo sguardo Gianmarco. È ancora lì sulle scale che mi guarda confuso e anche un po' divertito.
Gli faccio cenno di non preoccuparsi e che lo chiamerò dopo. Così mi rivolgo a Giada, abbastanza incazzata.
«Ehi, ma che cazzo fai? Non vedi che mi stava chiedendo una cosa? Che ti ha fatto di male?» esclamo io.
«Me l'ha detto Ludo di fare così e poi è bruttissimo quel tizio, non è alla tua altezza!» risponde lei rimanendo sulle sue. Sposto lo sguardo su Ludovica in cerca di spiegazioni da parte sua.
«Che vuoi?» dice irritata «Abbiamo fatto la cosa giusta! Ah e per la cronaca, sei fidanzata, non te lo scordare!» conclude. Detto questo saluta Giada e se ne va in classe.
«Sono d'accordo con Ludovica. Te lo sei dimenticato Ashton? Eh su Buscé, sii seria qualche volta!» dice Giada voltandosi e andando in classe sua.
Sono senza parole. Che ne sanno loro cosa mi avrebbe chiesto Gianmarco? Mah, sarà. Prendo il telefono dalla tasca per controllare l'ora. Cazzo! Sono le 11:47!
Mi precipito in classe, l'ultima del corridoio. Entro di corsa, ma per fortuna la prof ancora non c'è. Che culo!
Mi siedo al mio banco, prendo il libri dallo zaino e ripasso le declinazioni di latino. Ci manca solo che prendo un impreparato oggi!
Qualche minuto dopo entra la professoressa e tranquillizza subito la classe che oggi non ha intenzione di interrogare. Aaah che fortuna! Grazie Signore per aver ascolato le mie preghiere!
Così prendo una matita dall'astuccio ed inizio a scrivere sul banco cose random.

"Torn in two and I know I shouldn't tell you but I just camm't stop thinking of you, wherever you are.."

Vengo interrotta però da un richiamo della professoressa che, stranamente, si è accorta che non seguivo la spiegazione. Uff che rottura, non ce la faccio più. Stavo solo scrivendo sul banco, cosa c'è di male? Mah, comunque non le rispondo, faccio finta di seguire per qualche minuto, però poi torno a scarabocchiare il banco.

"We'll never be as young as we are now. It's time to leave this old, black and white town. Let's seize the day, let's run away. Don't let the colors fade to grey..we'll never be as young as we are now..as young as we are now.."

Oh Dio, sto diventando depressa? Aiutatemi, davvero. Non riesco a smettere di pensare a cosa potrebbero dire i miei quando gli dirò che Ashton ha bisogno di me e dovrò raggiungerlo in Australia.
Sono preoccupata, ho paura che mi dicano di no anche stavolta. Ma io dico, un ragazzo normale non me lo potevo trovare io? Mi dovevo andare a scegliere proprio il ventenne australiano famoso super richiesto da tutti?
No okay, non avrei potuto trovare di meglio a dire il vero, però i miei non sono d'accordo con questa storia. Ma io vorrei tanto che mi appoggiassero, perché non sanno che il rapporto tra me ed Ash è forte e il sentimento è immensamente grande.
Nessuno capisce, ma nessuno riuscirà a separarci. Lo giuro. Lotterò contro qualsiasi cosa si metterà contro e un giorno questa storia finirà, io ed Ash vivremo felici insieme e tutti quelli che non erano d'accordo andranno a farsi fottere.
Continuo a scrivere e la prof. si è arresa nel riprendermi ogni qual volta io rivolgessi lo sguardo sul banco.

"Tell me where you're hiding your Voodoo Doll 'cause I can't control myself. I don't wanna stay I wanna run away but I'm trapped under your spell"

Sembra quasi vero. Sono intrappolata sotto la sua maledizione, come una bambola Voodoo.
Qualcuno mi liberi. Vi prego. Non riesco a liberarmi da questa presa su di me. Ho bisogno che qualcuno venga qui e mi salvi.
Sono immersa nei miei pensieri quando sento qualcuno darmi le botte sulla spalla insistentemente.
«Bea?! BEA CI SEI!?» mi giro per mandare dritto a quel paese chi mi stava urlando contro quando mi accorgo che a chiamarmi è Giada e nella mia classe intorno a me non c'è più nessuno.
«Che cazzo ci fai tu qui? E dov'è il resto della mia classe?» le chiedo, euforica. «Primo, stai calma. Secondo sono le 13:39, le lezioni sono finite e sono anadti tutti via. Ed io sono venuta a cercarti e ti ho trovato tipo immobile a fissare il banco, senza battere occhio. Ho seriamente pensato tu fossi morta.» dice lei, con un tono di acidità misto ad un tono divertito. «Davvero? Wow ero così assorta dai miei pensieri che non mi sono accorta di nulla. Beh, che ne dici, andiamo a prendere il COTRAL?» chiedo, dirigendomi fuori dalla classe. «Certo che sì! Anzi dobbiamo sbrigarci, passerà a momenti!» detto questo iniziamo a correre giù per le scale e usciamo fuori da quell'inferno di scuola.

!OCCHI A ME!

SALVE A TUTTI. QUESTA È LA MIA NUOVA STORIA. SPERO VI PIACCIA. VI CHIEDO SCUSA SE L'HO PUBBLICATA E POI SUCCESSIVAMENTE ELIMINATA, MA HO AVUTO DEI PROBLEMI PUBBLICANDOLA DAL COMPUTER.
ANYWAY ORA È TUTTO RISOLTO.
BUONA LETTURA.
~Bea~

Runaway || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora