Le avventure di una ragazza perbene (I)

Succo di limone 🍋

Sono le 15.30 di un sabato pomeriggio di luglio. Il caldo è soffocante, sono settimane che non piove e le temperature sono le più alte degli ultimi 100 anni, stando a quello che dice la radio. La ascolto distrattamente mentre finisco di prepararmi: indosso un paio di short di jeans, un top bianco di cotone, niente reggiseno. Spazzolo al volo i miei capelli dai riflessi biondi, corti fino alle spalle, e prendo le chiavi dell'auto. Mi chiamo Greta, ho 30 anni e sono sposata da qualche mese con Daniele, che ha un paio di anni più di me. Stiamo bene insieme, ci conosciamo da poco ma abbiamo convissuto da subito e dopo un anno e mezzo siamo convolati a nozze. Lui è la mia anima gemella, o almeno credo. Vediamo la vita nello stesso modo, ci divertiamo molto insieme e soprattutto... A letto abbiamo un'intesa pazzesca.
Esco di casa, da sola, perché voglio andare a trovare la mia amica Giulia, che abita a pochi km di distanza. Ci siamo promesse un pomeriggio di gelato e gossip, sul terrazzo di casa sua. Lei vive da sola con il suo gatto e al piano di sotto c'è l'appartamento di sua madre Carla, anch'ella single.
Arrivo al portone quando ricevo un audio di Giulia: "Ehi Greta scusami ma sono in ritardo! C'è stato un incidente in autostrada e sono bloccata nel traffico. Se sei già lì puoi citofonare a mia madre, è in casa! Potete chiacchierare e aspettarmi, arrivo tra 40 minuti stando al navigatore."
Uff, non ci voleva. Non conosco bene la signora Carla, l'ho incontrata di sfuggita un paio di volte anni fa. È molto riservata. Ha avuto Giulia quando aveva circa 20 anni, è sempre stata una mamma single e all'apparenza chiusa.
Suono il campanello e attendo.
"Greta, sei tu? Giulia mi ha avvisata. Entra pure!"
La sua voce dal citofono è energica e gioiosa. Forse non sarà così male passare del tempo con la signora.
Attraverso il vialetto e la porta si spalanca: la signora Carla è lì dietro, sorridente. Indossa un prendisole colorato, molto corto, che lascia scoperte due gambe toniche. Non posso fare a meno di notare la sua pelle leggermente abbronzata.
"Ciao cara! Accomodati pure!" mi dice, dandomi due baci sulle guance a mo' di saluto.
Entro in casa e mi fa accomodare su uno sgabello al bancone della cucina.
"Ti va una limonata fresca? L'ho fatta io!"
"Grazie signora, fa caldissimo..."
"Chiamami Carla e dammi del tu, dai" mi risponde lei ammiccando e versando il liquido fresco in due bicchieri.
Si appoggia al bancone per porgermi la limonata e noto che anche lei non porta il reggiseno. L'abito è un po' scollato e si intravede l'incavo dei suoi seni. Mi sono sempre considerata etero, ma so riconoscere la bellezza femminile e in questo momento ce l'ho di fronte: alta 1 metro e 70, fisico slanciato, due tette piene e sode, la signora si difende bene per la sua età. Oltretutto, ha un mucchio di capelli biondo cenere che le incorniciano il viso armonioso, e due labbra carnose appena sottolineate dal rossetto.
"Tutto bene? Non sentirti in imbarazzo, anche se sono una mamma, so anche io come divertirmi!"
"Figurati Carla, sei giovanissima. Tutto bene, ho solo bisogno di riprendermi dall'afa!"
Cerco di sostenere la conversazione anche se ammetto, un po' sono intimidita dalla situazione.
La signora si avvicina a me, con il suo bicchiere in mano, e iniziamo a parlare del più e del meno. Dopo qualche secondo si avvicina allo sgabello a fianco al mio, e con un gesto fulmineo rovescia tutto il suo bicchiere di limonata addosso a me.
"Oddio! Scusami!"
Resto impietrita.
Io non posso crederci. Sento la canottiera appiccicata alla pelle, abbasso lo sguardo e noto i miei capezzoli, dritti e duri, che sporgono oltre il tessuto bagnato.
Sono sconvolta dal gesto e credo che lei se ne accorga.
"Perdonami, lasciami rimediare, ti presto una delle mie magliette, se mi segui in camera..."
La sua faccia sembra dispiaciuta ma in realtà credo che stia godendo nel vedermi così imbarazzata.
Mi prende per mano, mentre resto inebetita dalla situazione.
"Seguimi in camera..." mi sussurra.