-colpe-

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Mi svegliai in una stanza tutta bianca ed ero avvolta in un lenzuolo bianco.
Una dottoressa di fronte a me che controllava qualcosa. Notò il mio risveglio e mi fece un paio di domande sulla mia salute.
J:posso sapere perché sono qua?
D:ha perso la bambina,signora ,e le abbiamo fatto un operazione.
Quella frase mi fece un male al cuore,come se mi avessero appena pugnalata.
Mi toccai la pancia mentre bisbigliavo un leggero "no" e i miei occhi si riempivano di lacrime.
La dottoressa mi guardò dispiaciuta e mi accarezzò la testa.
La ragazza mi porse il mio telefono che continuava a squillare.

"Jessica!"

La sua voce era motlo alta e sentivo la paura nella sua voce

Tom... scusami

"No! No,piccola ,non devi scusarti! Non è colpa tua,sono stato io a non averti tranquillizzata mentre tu continuavi a farti brutte paranoie, dovevo starti vicina."

No.. dovevo stare io attenta,non dovevo alzarmi dal divano e andare nella mia stanza..

"Che vuol dire?"

Se non fossi andata nella mia stanza non avrei visto Federico.

"Cosa ti ha fatto quel bastardo!?"

Non è colpa sua,mi avrà spinto per sbaglio perché era tutto buio! Dovevo stare attenta io

"Jessica,sto arrivando a casa."

Prima che parlassi,lui attaccò la chiamata e mi lasciò da sola.
Dopo un pò entrò avril nella stanza a farmi compagnia
A:tranquilla,darò il mio bambino a te.
Rimasi impassibile e non le risposi.
In tutta questa giornata mi vennero a far visita alcuni miei fan e mi facevano domande ma io continuavo a non rispondere a nessuna,pensavo solo alla mia dolce bambina.

Durante la sera una dottoressa mi portò il cibo ma io rifiutai di mangiare
D:le lascio il vassoio qui nel caso voglia mangiare...
Lasciò il vassoio su una sedia e se ne andò dandomi un ultimo sguardo di dispiacere.

TOM

Scesi dall'aereo,presi un taxi e mi portò a casa. Finalmente avrei ucciso quel bastardo.
Tirai un calcio contro la porta dove si spaccò. Entrai dentro la casa e cercai ovunque e alla fine lo trovai dentro il bagno della mia stanza.
T:che fifone di merda
Spaccai il vetro della porta,entrai dentro il bagno,lo spinsi e cadde sul water,raccolsi un pezzo di vetro e mi avvicinai a lui inifilandogli il vetro nel collo.
Mi allontai da lui e poi corsi subito verso l'ospedale per vedere Jessica.

-

Entrai dentro la stanza e la ritrovai in piedi davanti alla finestra mentre si accarezzava la pancia.
Mi avvicinai dietro di lei e l'abbracciai.
T:mi dispiace
Le sussurai.
Sentii dei singhiozzi da parte sua. La girai,le presi il dolcemente il viso e la guardai dispiaciuto
T:dai... non piangere
Dissi mentre con il pollice le asciugavo le lacrime
J:scusami,io non volevo...
Disse per poi cadere addosso a me. L'abbracciai e le accarezzai i capelli baciandole la testa
T:non è colpa tua.
Il suo copro divenne leggero,la chiamai varie volte e capii che era svenuta.
La presi in braccio e la porta nel letto mettendole il lenzuolo sopra al suo corpo.

Delle infermiere entrarono per controllarla e farle delle visite mentre io la guardavo. Come era distrutta,si vedeva che sognava di averla tra le mani e di crescerla come lei ma aveva fallito. Era bruttissimo vederla in quelle condizioni. Non dovevo fidarmi di Federico.
Mi dispiaceva un sacco per lei,non sapevo come farmi perdonare da lei anche perché si dava sempre la colpa dicendosi che aveva fatto un grosso errore quando quell'errore era mio. A pensare che questa ragazza abbia sofferto molto per colpa mia,non sapevo più come farmi perdonare del tutto,se regalarle qualcosa o non lo so...
Per la prima volta sentivo un vuoto dietro di me come se non sapessi cosa fare,come se non avessi più sentimenti,mi sentivo illuso da me,come se volessi ritornare indietro e non rifare quello stupido errore.

Dopo un pò Jessica aprì gli occhi e non sforzò nemmeno un sorriso. Era come se le avessero tolto tutta la felicità che aveva,come se per lei la felicità non esisteva più,era qualcosa che non aveva mai provato.

Le presi la mano e bacia continuamente il dorso scusandomi
T:non voglio vederti così,superiamolo insieme questa cosa se non ce la fai da da sola, io sono qui sempre ad aiutarti e a sostenerti.
Lei mi guardò e basta
T:vuoi mangiare?
Scosse la testa
T:devi mangiare qualcosa,sei dimagrita tanto... fallo per me!
Sospirò e si mise seduta. Presi il vassoio con un piatto di minestra e glielo diedi io.
T:buono?
Annuì con la testa e le sorrisi.
T:se vuoi rimango insieme con te e ci guardiamo qualcosa
Lei annuì di nuovo.
Presi il telefono ci guardammo netflix e poi parlammo un pò.
Solo mentre stavamo parlando dei nostri problemi ho realizzato di quanto avesse veramente sofferto e cosa avesse passato. Aveva avuto molti traumi da piccola e aveva ancora delle cicatrici di quando si tagliava.
T:cercherò di renderti la vita felice e sta volta non ci sarà nessuno che ti farà restare male.
Le diede un bacio a stampo sulla fronte e poi continuammo a parlare e a ridere un pò.



Continua 

I Need You/sequel-Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora