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Una settimana. Una fottuta settimana era passata e Husk non aveva fatto altro che ignorarmi. Mi recavo a lavoro sempre più frequentemente pur di non trascorrere troppo tempo dovermi a interfacciare con lui. Charlie, o meglio la sua fidanzata, ci obbligava a partecipare ai suoi stupidi esercizi di redenzione.

Riuscivo a svignarmela alcune volte ma quel giorno ero stato costretto lì, senza diritto di opposizione, a dover confessare un mio segreto davanti gli altri e successivamente buttarmi da un palco in caduta libera aspettando che gli altri mi prendessero, la principessa li aveva definiti "esercizi di fiducia". Un'attività estremamente noiosa che mi sarei volentieri risparmiato se Vaggie non mi avesse puntato alla gola la sua lancia e minacciato di restare all'hotel. Per la cronaca, avevo acconsentito solo per non avere altre rotture di cazzo, sapevo che non mi avrebbe ucciso. E, sempre per la cronaca, era stato vagamente eccitante sentire la lama sfiorarmi la carotide.

Charlie aveva appena finito la sua dimostrazione quando qualcuno mi spinse verso il palco, non seppi indicare chi con certezza ma i miei sospetti ricaddero tutti sulla ragazza-soldato. Il ghigno che mi stava rivolgendo fece svanire ogni mio dubbio. Le mostrai di rimando il dito medio, ma salii lì sopra.

"Io adoro succhiare..."

"Mi gioco il cazzo che dice uccelli!"

Puntai lo sguardo su chi mi aveva interrotto e fui sorpreso di scoprire un Husk indicarmi con le ali aperte per l'entusiasmo di aver molto probabilmente indovinato Eppure, doveva sapere che non ero mai così diretto.

"Ghiaccioli!" conclusi quindi, con fare ovvio, aggiungendo un "pervertito" alla fine. Successivamente come da regolamento mi buttai e di proposito atterrai esattamente tra le braccia del barista che mi prese prontamente.

Non che avrei rivelato un mio vero segreto, dopotutto.

Ci scambiammo uno sguardo dove ne lessi solo imbarazzo. "Ma in fondo, anche gli uccelli" lo provocai per uscire da quella strana situazione e quello mi fece ritrovare a terra con un dolore lancinante al sedere per la caduta. Bastardo.

Lo guardai dal basso e il suo sorrisetto vittorioso mi provocò una leggera rabbia, la quale però fu cacciata subito via da una sensazione di piacere che si diramò nel mio petto. Finalmente non ero più invisibile per lui. Mi tirai su e mi posizionai alle sue spalle, sfiorando intenzionalmente il dorso della sua mano con un dito al mio passaggio.

Non mi aveva degnato di una parola per giorni e aveva ricominciato proprio in quel modo fastidioso senza una motivazione precisa. Il suo comportamento mi stava alterando, avrei voluto mettergli le mani al collo. O forse avrei volto che lui lo facesse a me... Inutili dettagli.

Dopo quel momento di fuoco che avevamo avuto non avevo fatto altro che pensare alle sue labbra avvolte intorno al mio cazzo, la sua gentilezza, come mi aveva incluso durante l'intero atto. Tutto.

Era stato un turbine di emozioni: la sorpresa per quelle attenzioni inaspettate, l'essere trattato con rispetto, quanto tutto quello era stato più eccitante di una scopata vera e propria. La quantità di seghe alle quali mi ero lasciato dopo quell'episodio era stata spaventosamente alta e a lavoro Val non faceva altro che infastidirsi perchè impiegavo più tempo per avere un'erezione.

Pensavo che da quella volta Husk mi avrebbe trattato meglio ma mi stava solo riservando il peggiore dei trattamenti: quello che si regalava ad una puttana e oltretutto dalle basse qualità. Ogni mio cliente non faceva altro che scopare con il mio corpo e non con me e capitava che alcuni non si ricordassero il mio nome, eppure non mi ero mai sentito ferito o sbagliato . Lui, come tutti, era stato attratto da me e mi aveva toccato, certo, ma perchè non aveva voluto niente in cambio? E perchè era fuggito? E perchè non mi parlava?

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