Carl Grimes❤️

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Richiesto da: @PriscillaRos1
Livello: rosso
Trama: anche durante la fine del mondo ci si può innamorare
Tratto da: The walking dead

 
  Vivere in un posto come Oceanside è sempre stato come trovarsi in un vecchio film. Uno di quelli che vedevi in televisione con tua nonna da bambina. Avevi tutto quello che ti serviva; la spiaggia, il mare, persone che ti volevano bene e che chiamavi famiglia.
Finché non sono arrivati i Salvatori.
Da quel momento ogni posto che batteva la loro bandiera era un posto dal quale scappare.
Per mesi hai dovuto fingere e mantenere i nervi saldi mentre gli uomini di Negan saccheggiavano Oceanside, portando via quello che con fatica siete riuscite a costruire o mettere da parte.
Li odiavi, tutti quanti. Erano rozzi, volgari e violenti. Qualche volta portavano via alcune donne che non avreste più visto. Vi portavano via tutto lasciandovi sempre sull'orlo della fame. La vostra comunità doveva essere un nuovo inizio, un posto dove ricominciare senza pensare ai Vaganti. Con loro, stare là fuori con i morti che camminano o stare sotto un tetto con altri non aveva molta differenza.
Poi, un giorno, sono arrivati dei veri Salvatori. Rick e alcuni dei suoi uomini vi hanno aiutato e difeso e hai capito che potevi fare di più per la tua comunità oltre che nascondere cibo e armi sotto la sabbia o nei relitti pericolosi.
Hai scelto di lasciare Oceanside per seguire Rick ad Alexandria. Avresti fatto da tramite tra i due posti, unendoli contro un nemico comune.

  <<Sei troppo piccola per questo>> afferma Daryl con tono neutro ma incroci le braccia al petto. <<Ho la stessa età di Carl e degli altri ragazzi>> ribatti guardando il cacciatore dal lato opposto del tavolo. Rick si passa una mano sul volto stanco. <<Infatti loro restano qui>> continua Daryl guardandoti come avrebbe fatto tuo padre, appoggiando le mani sul tavolo che vi divide. Imiti la sua posa e socchiudi gli occhi. <<Valgo più di questo e lo sai. Non resterò qui a fare la babysitter mentre voi affrontate gli uomini di Negan>> affermi alzando la voce, sentendo il nervoso salirti dai piedi. Hai le guance arrossate per la rabbia. <<È pericoloso y/n>> si intromette Carol ma non le presti attenzione. Da quando hai messo piede ad Alexandria, qualche anno addietro, Daryl è stato la figura più vicina ad un genitore che potessi avere durante la fine del mondo. Affrontarlo per te equivale a voler spiegare le ali che lui ti blocca, per proteggerti.
<<Simon, quel figlio di puttana ha ucciso i miei genitori, ha ucciso i miei amici. Se credi che resterò dietro queste mura senza fare niente ti sbagli cazzo>> affermi con rabbia, venendo richiamata per il tuo linguaggio da Carol. Sei fuori di te e Daryl lo sa molto bene. Ti capisce. Ti ha trovata terrorizzata sotto il pontile mentre stringevi al petto il pupazzo di un consiglio grigio. Ora sei una giovane donna che parla mossa dalla vendetta. Ma in te, oltre che ad una ragazza con le palle, pronta a scendere in guerra, vede comunque la ragazza gentile e sorridente che aiuta il prossimo e si prende cura dei piccoli di Alexandria, insegnando loro a leggere e scrivere.
  <<Tu non uscirai da quel cancello Y/n. E guai a te se lo farai>> afferma Daryl. Serri la mascella e corrughi la fronte prima di lasciare la stanza sbattendo la porta, lasciando "gli adulti" a parlare di cose importanti "da adulti".

  Attraversi le strade borbottando, imprecando e calciando qualche sassolino che incroci. Vorresti poter gridare e sfogarti. Ma cosa mai potresti fare in questa perfetta città che ti si chiude addosso?
Scavalchia la staccionata e attraversi il giardino, raccogliendo sassolini strada facendo. Uno a uno li lanci contro la finestra del secondo piano, dal quale arriva un leggero bagliore. Quando inizi a perdere le speranze la finestra si apre e Carl di guarda dall'alto. Lo saluti con la mano e ti fa segno di raggiungere il portone.

Ti apre la porta e ti saluta con un abbraccio, stringendoti a se contro il suo petto. I capelli castani che gli ricadono sulle spalle ti solleticano il naso e alza la testa. <<Non è andata bene vero?>> Chiede e sbuffi, seguendolo all'interno di casa sua, salendo le scale e attraversando il corridoio. Ti butti sul suo letto sfatto e osservi il soffitto. <<Vorrei che Daryl smettesse di trattarmi come se fossi una bambina>> affermi vedendolo restare in piedi, vicino alla porta. <<Lui ci tiene a te. Gli ricordi Sofia>> dichiara Carl, abbassando lo sguardo. Molte volte te ne ha parlato fino a quasi conoscerla anche tu, nonostante sia morta anni fa. Ti mordi l'interno della guancia. Sei la sua seconda possibilità, lo sai e lo ringrazi per questo. Ma vorresti fosse meno apprensivo.

Ti metti seduta e osservi il ragazzo davanti a te. Solo ora ti accorgi che la fasciatura che di solito porta intono alla testa è legata male. Glielo fai notare e, coprendosi il volto con la mano, sguscia fuori dalla stanza chiudendosi in bagno.
Ti alzi, raggiungendolo ma a separarvi c'è la porta bianca. <<Carl, posso aiutarti?>> Chiedi senza alzare la voce per non svegliare la piccola Judith nella stanza dall'altra parte del corridoio.
Non ricevi risposta e decidi di girare la maniglia e aprire la porta. Carl ti dà le spalle, le mani tremanti mentre reggono l'occorrente per la medicazione. <<Non dovresti vedermi così>> sussurra e capisci che sta avendo un attacco di panico. La vostra relazione è ancora all'inizio, nessuno sa di voi, ma questo è un muro che entrambi volete abbassare.
Lo fai sedere sul water chiuso e aspetti che lui alzi la testa, sussurrandogli rassicurazioni e dandogli il tempo che gli serve.
Dopo diversi istanti alza il volto e trattieni il respiro. Eri presente quando è successo, quando quel colpo partito da un idiota lo ha preso. È sopravvissuto per miracolo ma a caro prezzo. Lo baci sulle labbra e cercando di fermare il tremolio delle tue mani procedi con la medicazione, seguendo le sue istruzioni e prestando la massima cura e attenzione. Iniziate a chiacchierare e scherzare per smorzare la tensione e rimettervi a vostro agio.

  Copri il tutto con il cerotto quadrato e sorridi, che accarezzandogli il viso. Lui ti abbraccia, appoggiando la testa sulla tua pancia. Per lui, quello che è successo, significa moltissimo. Da quando è successo ha fatto un passo indietro da tutti, nascondendosi per paura della reazione degli altri. Ma sapeva che con te sarebbe stato diverso, si sarebbe sentito ugualmente amato e accettato.
Gli accarezzi i capelli e un'idea si accende nel tuo cervello.
Attiri la sua attenzione e lo fai alzare, portandolo con te in camera sua.

Lui ha deciso di aprirsi con te, mostrando la sua vulnerabilità e fidandosi perché ti ama. Ti decidi di voler fare lo stesso.
Vi sedete sul letto e inizi il tuo discorso interrotto da balbettii e giri di parole. Sei in imbarazzo, ma parlarne apertamente ti mette a disagio.
Carl appoggia la mano sulla tua guancia e ti bacia. <<Forse dovremmo smettere di parlare e abbassare i nostri muri>> sussurra facendoti annuire.
In breve il pavimento della sua stanza ospita i vostri vestiti. La luce soffusa vi aiuta a sentirvi più a vostro agio e tra le risate e i complimenti iniziate a capirvi di più, esplorandovi a vicenda.
Gli dai il permesso di levarti l'intimo e per la prima volta resti nuda davanti a qualcun altro. Ti accarezza e ti bacia ogni centimetro di pelle. La tua ansia pian piano sparisce.
<<Ho rubato questo dalla stanza di mio padre>> afferma Carl mostrandoti un quadratino arancione. Nessuno vi ha mai spiegato apertamente qualcosa, ma anche se ci hanno provato, sapete almeno come proteggervi.

Carl si sfila i boxer e distogli lo sguardo, arrossendo. Carl si infila il preservativo, assicurandosi più e più volte di averla messo bene e si stende insieme a te. Per un attimo cercate entrambi di sciogliere la tensione con battute e risate, poi, decidete che il momento è arrivato.
Con calma scivola dentro di te e il male che ti attraversa ti provoca le lacrime. Ti coccola aspettando il permesso per continuare. Nessuno dei due sa bene cosa fare o come comportarsi. Decidete semplicemente di fare a modo vostro e godervi il momento.

  Respiri lentamente godendoti la sensazione di essere tra le sue braccia. Ti culla, accarezzandoti i capelli e baciandoti la fronte. È stata la prima volta e ha superato le aspettative di entrambi. Alzi la testa per guardarlo e ti sorride. <<Vuoi ancora uscire?>> ti chiede ma scuoti la testa, ridacchiando. <<Preferisco restare qui con te>> affermi tornando ad accarezzargli il petto nudo.
La notte è ancora lunga e, a dirla tutta, speri possa non finire mai.

Vivere ad Oceanside era come vivere in un vecchio film. Ma vivere ad Alexandria ti ha fatto capire cosa significa vivere per davvero.

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