Prologo

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"Non abbiate paura del dolore,

o finirà o vi finirà."

SENECA



I fiocchi erano caduti fitti per parecchie ore, del verde della radura non era rimasto che solamente qualche stelo d'erba solitario sparso qua e là, il resto era stato coperto da un manto candido e soffice; la luce della luna spuntava timida attraverso le nuvole che ormai si stavano diradando, brillava sulla neve e rischiarava il bosco circostante, ma questa atmosfera tranquilla, presto sarebbe stata spazzata via e tutto intorno albeggiava un silenzio che non lasciava presagire niente di buono.

«Amore mio qualsiasi cosa accada, non guardare indietro e continua a correre» disse la donna, stringendo tra le braccia la bambina e posandole dolcemente un bacio sulla fronte.

«Ho paura mamma, voglio tornare a casa» rispose la bimba con la voce rotta dal pianto e le guance arrossate dal freddo.

Erano state svegliata nel pieno della notte da un uomo, che era venuto ad avvertirle del pericolo imminente, qualcuno si stava dirigendo verso di loro e non aveva intenzioni amichevoli, non ebbero il tempo di prendere nulla se non i loro cappotti e il peluches a cui era più legata la figlia, era stata scoperta e non le restava molto tempo.

Per anni Eleanor si era rifugiata in quella casa vicina al bosco, vivendo costantemente con la paura che un giorno gli uomini del concilio sarebbero riusciti a trovarla, però non si aspettava che quel giorno fosse così vicino; per parecchio tempo era riuscita a far perdere le sue tracce, e nessuno se non poche persone a lei care sapevano dell'esistenza di sua figlia.

Stavano scappando tra gli alberi fitti del bosco, la piccola era spaventata, con una mano stringeva il suo orsetto forte al petto, mentre con l'altra teneva quella di sua madre, mentre correvano veloci come dei cerbiatti schivando gli alberi.

Il silenzio fu rotto da un rumore di passi sempre più vicino, la donna guardò preoccupata alle sue spalle per poi guardare la figlia dritta negli occhi.

«Adesso vai, continua a correre e non ti fermare, promettimelo.» le disse «Troverai delle persone alla fine del bosco ad aspettarti, di loro puoi fidarti».

«No, voglio stare con te» rispose con voce tremante, mentre calde lacrime solcavano quelle guance rosee e paffute.

«Non avere paura, io ti raggiungerò più tardi» disse cercando di rassicurarla, anche se in cuor suo già sapeva che quella promessa non sarebbe stata mantenuta.

La bambina iniziò a correre senza guardarsi indietro, seguendo le parole della madre; mentre Eleanor si preparava inesorabilmente alla sua fine, infondo lo sapeva che non si poteva fuggire a lungo alle leggi di quel mondo crudele, dove non esistevano né compassione né perdono, ma solo vendetta e morte; si voltò giusto in tempo per vedere in faccia la persona a pochi passi da lei, e con sua sorpresa, lo riconobbe subito, era Kayus.

«Finalmente ho il piacere di rincontrarti» disse prendendosi gioco di lei. Era un uomo alto con occhi e capelli neri come la pece, un viso cereo e uno sguardo che lasciava trapelare tutta la sua meschinità.

«Non so come tu abbia fatto a sfuggirci per così tanto tempo, ma ora la tua corsa è finita» un ghigno sadico comparve sul suo viso, con due falcate si avvicinò alla donna, la prese per il collo e la sbatté con la schiena contro il tronco ruvido di un albero.

«K-ayus...» disse con voce fioca, non riusciva a respirare e sentiva la sua testa vorticare per la mancanza d'aria.

«Sai bene cosa succede a chi infrange le regole, vero?» disse severo.

Sì lo sapeva, era proibito a chiunque facesse parte del mondo nascosto di avere relazioni o di rivelare la propria identità agli umani, chiunque fosse venuto a sapere del mondo nascosto, in un modo o nell'altro veniva fatto sparire, come era successo con Wilhelm cinque anni prima quando le aveva rivelato di essere un vampiro, stessa sorte sarebbe spettata a lei, era solamente stata posticipata; gli umani non potevano sapere, per secoli erano rimasti allo scuro di tutto e se avessero scoperto troppo sarebbe scoppiata una guerra, per questo il Concilio dei nascosti era sempre intervenuto per evitare qualsiasi possibile problema. E lui era lì, lei era il problema da eliminare.

«Non guardarmi con quella faccia, tra poco ti ricongiungerai con la tua dolce metà» disse mostrando un sorriso perfido.

«Sei...» non riuscì a finire la frase, perché la sua gola fu lacerata dai canini di Kayus, lei iniziò a battere i pugni sul suo petto ma non riuscì a smuoverlo nemmeno di un centimetro, mentre sentiva il suo corpo perdere le forze, ripensò a sua figlia, non era riuscita a rivelarle niente sull'identità di suo padre.

«Un mostro, lo so» continuò la frase, facendo cadere il corpo della donna sulla neve, si pulì la bocca sulla manica del suo cappotto.

La donna respirava ancora ma sarebbe morta nel giro di pochi minuti, non si preoccupò di questo, le diede un ultimo sguardo, prima di voltarsi e sparire tra la vegetazione.

La bambina correva veloce, i rami e i rovi le graffiarono la pelle, si nascose per qualche secondo dietro ad un albero per riprendere fiato, poi con lo sguardo provò a cercare la madre, ma si era allontana troppo per poterla scorgere, allora decise di continuare il suo tragitto, la fine del bosco non era poi così distante.

Mentre correva però inciampò in un sasso e cadde a terra, era stanca e il suo piccolo corpicino si era spinto ben oltre le sue possibilità; con le ultime forze cercò di rialzarsi, ma la caviglia le faceva male, cadendo si era ferita, e un piccolo rivolo di sangue le aveva macchiato l'orlo della calza. Quando alzò la testa da terra vide delle ombre che si muovevano davanti a lei, più queste si avvicinarono più lei si accorse che in realtà erano delle persone, ma non riuscì a riconoscerle, poco prima di perdere i sensi riuscì però a vedere due uomini e un bambino.

«Portala dalla strega, sarà più facile tenerla nascosta se non ricorda nulla, io vado a cercare Eleanor, potrebbe essere ancora viva» disse per poi rivolgersi al bambino «Stai con lei, al suo risveglio potrebbe farle piacere vederti» se ne andò in fretta prima che l'uomo potesse ribattere.

Il bambino fece quello che gli disse il padre e seguì l'uomo che teneva tra le braccia la bambina.

«Sei sicuro John, vuoi che dimentichi tutto? Non so per quanto durerà, i ricordi riaffioreranno prima o poi, e quel giorno dovrai raccontarle tutto».

«Sono cosciente, ma voglio che viva un'infanzia e un'adolescenza tranquilla, quando sarà il momento le spiegherò ogni cosa».

S/A

Allora...sono tornata dopo tantissimi anni di stop, per una mia necessità, mi mancava troppo scrivere.

Pensavo a questa storia da un sacco di tempo, avevo abbozzato qualcosa l'anno scorso sul pc, ma per sbaglio devo aver cancellato tutto D:

Ho deciso di riprendere in mano i miei appunti e di riscrivere tutto, qui vi lascio il prologo, fatemi sapere se vi piace, e soprattutto se vedete errori non fatevi problemi a farmeli presente, l'ho riletta 3000 volte ma qualcosa può essermi sfuggito.

Secondo voi Eleanor è ancora viva?

Un abbraccio, 

Daphne AL Fleur

I figli dell'oscurità - il mondo nascostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora