Dicembre

La pioggia mi è sempre piaciuta, però, oggi...

Seduto alla batteria, Nereo sospirò. Cass non era ancora arrivata, e avrebbe dovuto riportare la tastiera, che aveva avuto problemi di output. L'aveva portata a riparare già da qualche giorno.

Gli aveva proposto di accompagnarla, ma quella aveva detto di no, che ce l'avrebbe fatta da sola, e l'aveva detto con una strana espressione.

Non capisco proprio cosa le passa per la testa, a quella.

Il rumore di un tuono lo raggiunse. Alzò gli occhi al soffitto.

«Dannazione, sta piovendo come se non avesse mai piovuto!» esclamò Jean.

«Ti ha dato un orario quel tizio?» domandò Ashley a Seth, che gettò uno sguardo sull'orologio a parete.

«Dovrebbe arrivare fra cinque minuti.»

Sentirono la porta aprirsi, e in un attimo ,tutti e quattro si precipitarono fuori dalla stanza, puntando gli occhi curiosi sulle scale.

Una figura maschile si bloccò sul penultimo scalino, squadrandoli con aria perplessa.

Nereo lo guardò bene. I capelli tinti di rosso fuoco erano molto più lunghi di quelli di Jean, gli occhi scuri saettavano dall'uno all'altro. Gli abiti gli davano l'aspetto di uno appena uscito dalla Seattle dei primi anni novanta, senza considerare i piercing in faccia. Non aveva risparmiato dal bucare il labbro inferiore, il sopracciglio destro, la zona sopra il mento, il naso e le orecchie.

«Tu sei Leon», affermò Seth.

«E tu sei Seth», ribatté il ragazzo. La ragazza annuì, e si voltò verso gli altri, «Lui è quello tecnico di cui vi avevo parlato.»

«Bene, bene. Vieni in saletta, così vediamo subito cosa sai fare», disse Jean. Il ragazzo lo scrutò, come se non si fidasse di lui, e attese che tutti gli altri s'imbucassero nella stanza.

Tirò giù la custodia dalla spalla e l'aprì.

«Non c'era bisogno che portassi la tua chitarra», azzardò Seth, «qui ce ne sono diverse.»

«Sono molto affezionato alla mia», rispose quello. Dalla sacca emerse una Ibanez dal body nero opaco, il che diede a Nereo una mezza idea su quale genere preferisse.

Tiro a indovinare. Metal?

«Che ci suoni?» domandò Ashley.

Quello la guardò, «Mah, non so, vado a ispirazione.»

«Improvvisi. Bene, bene.» Jean prese posto sul divano, e così le altre. Ashley si appollaiò sul bracciolo, Seth vicino all'amico. Nereo rimase al suo posto sulla batteria.

Il nuovo arrivato attaccò la chitarra e la pedaliera, si chinò sulla stessa e armeggiò qualche secondo. Si rialzò e accennò una plettrata.

Il suono duro attraversò la testa di Nereo da una parte all'altra, come un mazzo di aghi affilati, e gli piacque.

Apprezzò l'improvvisazione, che spaziò tra svariati generi come in un medley, per terminare con un brano primi anni novanta.

Il rosso guardò i cinque, in attesa con le mani giunte sulle corde.

«Erano gli Alice in Chains, quelli?» domandò Nereo.

Il chitarrista lo guardò, sorridendo, «Sono i miei preferiti.»

Un gesto d'intesa prese corpo nel volto di Nereo.

Ha pure ottimi gusti.

Jean allargò le braccia, «Cosa vuoi che ti dica, non ho obiezioni. Sei pure gnocco.»

Nero - Creep prequel -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora