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28 novembre 2023

Emma's pov

Come ogni giorno, nonostante il freddo glaciale che ricopriva le strade di Milano, stavo facendo la mia solita corsetta mattutina delle 6.30, prima di andare all'università per affrontare il corso delle 10.45.

Con le cuffiette alle orecchie, ascoltavo la mia solita playlist su Spotify, in questo momento, riproduceva una canzone degli Artic Monkeys, ovvero "why'd you only call me when you're high", purtroppo questa canzone, nonostante sia una delle mie preferite, mi ricorda la mia ex relazione, una relazione che mi ha causato molti problemi, sia sull'aspetto mentale e su quello fisico.

Mattia si chiamava, avevo 15 anni e lui 18, tendevo a stare sempre con ragazzi più grandi di me, dato dal mio modo di ragionare da persona più grande, lui ha sempre sfruttato questo mio lato, con la scusa dell'essere più grande per manipolarmi psicologicamente, e usarmi quando sentiva il bisogno di soddisfare i suoi sfoghi sessuali...a volte costringendomi a fare azioni contro la mia volontà, spogliandomi e a fare sesso anche quando il mio corpo non me lo permetteva dalla stanchezza, fino ad arrivar all'abuso, non scorderò mai quella sera, buia e cupa di gennaio.
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(Flashback)
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I miei genitori quella sera avevano litigato molto pesantemente, ed io mi ritrovavo come sempre, senza nessun amico che si preoccupasse per me, ero sola.

Però nonostante ciò avevo lui, che a quel tempo reputavo il mio primo amore, ero innamorata follemente dei suoi modi di fare, e del modo in cui mi trattava, senza rendermi conto però di che persona era davvero, fino a quel giorno.
Con la scusa di portarmi fuori a cena per passare del tempo assieme, passò sotto casa mia e lì fu l'inizio della fine.
(non racconterò i minimi dettagli, poiché é una ferita ancora aperta e non del tutto cicatrizzata, mi destabilizza ogni qual volta che racconto ciò che mi é successo, dopo ben 5 anni).
Scesi le scale di casa dopo aver sentito il suono di un clacson proveniente dalla strada, era arrivato, finalmente potevo staccare un po' la testa da tutte quelle urla che provenivano da i miei genitori, per questioni economiche dell'azienda, una volta arrivata davanti alla macchina, aprii la portiera.

Durante il tragitto di andata sembrava tutto normale come al solito, andammo al McDonald's, ordinando da mangiare direttamente in macchina e consumando il cibo preso lì, dopo aver finito tutto con la scusa di fare quattro passi per smaltire ciò che avevamo appena mangiato mi portò in un parco lì nei dintorni, dopo aver parcheggiato in un parcheggio isolato, anziché scendere dalla macchina blocco tutte le portiere, e incominciò a toccarmi ovunque senza un motivo ben preciso, presa alla sprovvista mi tirai in dietro e gli chiesi che stava facendo, stranita da questo suo comportamento, poiché non capivo questo suo gesto così turbolento, da quel momento cambiò espressione e diventò un'altra persona.

Cominciò a tirarmi a sé senza scrupoli, strattonandomi, da una parte all'altra pur di riuscire a togliermi i miei indumenti superiori, con tale violenza che mi lasciò senza forza di agire, inizialmente cercavo di parare tutte le sue mosse meschine pur di spogliarmi, fino ad arrivare ad urlare in cerca di aiuto in quel momento tanto disperato, bhe inutile dire che non servì a nulla, se non a far innervosire ancora di più Mattia, strappandomi la zip del mio jeans indossato quella sera, facendomi rimanere soltanto in intimo nella parte bassa del mio corpo, visto che il reggiseno che indossavo qualche attimo prima me lo aveva già tolto, creandomi dei lividi sulle spalle, vista la sua forza maggiore che sovrastava sulla mia.
Incominciò a mordermi entrambi i seni, creandomi ulteriori lividi che piano piano, andando avanti, si stavano espandendo su tutto il torace.
Dopo aver consumato tutta la parte superiore del mio corpo, incominciò a tirare dei pugni sulle gambe e sulle ginocchia, poiché dalla paura, tremavo e tremando non riuscivo a fermarle.
Piangevo dal dolore mai provato fino a prima, e dal trauma che mi stava causando, dopo avermi tolto gli slip con tanta forza mise il suo membro all'interno di me, senza preoccuparsi di come stessi io in quel momento, mentre entrava e usciva, continuava a tirarmi schiaffi sul viso e sulle natiche per sfogare questo suo lato impulsivo e manesco su me stessa.
La tortura durò ben 40 minuti, ripetendo continuamente le stesse movenze, fino a che, stufo dei miei implori, si fermò e mi fece scendere dalla macchina, mezza nuda, per poi mettere in moto la macchina e ripartire, lasciandomi lì da sola, al buio e al freddo.
Il lato positivo di tutto ciò, è che quel parco distava da casa mia all'incirca 10 minuti, quindi mi feci coraggio e dopo aver recuperato un po' di forze mi misi in cammino.
Una volta arrivata a casa, vedevo tutto sfuocato, stremata e sotto shock dall'accaduto, mi ricordo che sono svenuta, sentivo le urla di mia mamma in sottofondo dallo spavento vedendomi così in quelle condizioni, piena di segni violacei in tutto il corpo.
Mi svegliai la mattina seguente nel mio letto, con i miei genitori seduti su di esso a guardarmi, una volta che aprii gli occhi vidi le loro facce stremate e assonnate, appena videro che ero sveglia mi fecero tremila domande su cosa fosse successo la sera prima vedendomi in quelle condizioni, a quel punto non esitai a raccontare a loro tutto ciò che era successo.
Inutile dire che dopo il racconto denunciarono l'episodio accaduto alla polizia, portando Mattia a scontare la pena in carcere, con la reclusione da 5 a 10 anni per violenze e abuso di persona.
Mi chiamarono anche a testimoniare in tribunale contro di lui, e lì fu l'ultima volta che lo vidi.
Dopo quell'episodio la mia vita cambiò, incominciai a chiudermi a riccio, non parlando per i due mesi successivi, incontrando la psicologa quattro volte a settimana, facendomi visita direttamente a casa mia, poiché mi ritrovavo in una situazione fisica alquanto preoccupante, avevo smesso di mangiare, arrivando a perdere 15 chili.
Riuscì ad uscirne da questa situazione, grazie all'aiuto dei miei genitori e dei professori, che seguirono il mio percorso dall'inizio fino alla fine.

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(Fine Flashback)
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Poi con il passare degli anni arrivò la fine dei miei studi, fino ad arrivare ad oggi.
Grazie ai miei migliori amici, Marta ed Edoardo, conosco la vera amicizia, che nel momento del bisogno ci sono sempre tirandomi fuori nei miei periodi di down completo, sapendo del mio vissuto precedente.

Una volta aver terminato la mia corsetta mattutina, ritornai a casa fiondandomi in doccia, dopo aver terminato il tutto, decisi di indossare un maglioncino grigio, dei jeans neri e come scarpe le solite Air Force 1 bianche, preparai la mia schiscetta con all'interno del riso e del pollo preparati la sera precedente, riponendola all'interno della mia borsa, presi le chiavi di casa e una volta aver chiuso la porta mi diressi verso l'università, pronta ad incominciare il solito corso di ogni lunedì mattina.
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Spazio autrice:

Ciao a tutti, ecco un nuovo capitolo, partiamo a bomba eh, povera la nostra Emma che ha subito queste cose da parte del suo ex, ma vedrete ne succederanno delle belle..spero vi sia piaciuto questo capitolo!<3

tik tok: @ari.dose

Unspoken Love - Riccardo DoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora