~Vedere nei suoi occhi~

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Per un primo momento tutto fu silenzioso, e poi scoppiò una discussione generale.
Tutti erano incazzati con la situazione e con me.
C'era gente che urlava, altra che invece mi guardava in cagnesco.
Erano solo pochi secondi dopo la notizia e tutti già mi stavano facendo un'interrogatorio, soprattutto gli alleati.
Francia mi stava urlando in francese insieme ad U.S.A., che invece urlava in inglese e, dalla faccia del padre, non sembravano cose....carine.
L'unico davvero calmo (se provava qualcosa d'altro non lo mostrava) era Inghilterra, che non faceva nient'altro che osservarmi e chiedermi domande per cercare di fare chiarezza.

"Capisco, potresti ripetere...aggiungendo sempre più dettagli?

Mi urtava il tono con cui mi parlava, come se non riuscissi a intendere e volere.
Annuì come risposta.

"Dopo essere arrivato notai che non volevo parlare con nessuno presente in questa stanza e quindi decisi di esplorare il palazzo, giusto per distrarmi, e quindi entrai in un corridoio attraverso quella porta.
Camminai senza sapere dove stavo andando esattamente.
In quel corridoio però notai la numerosa presenza di porte, ma non so dove conducono.
Continuai a camminare fino alla fine del corridoio, dove era presente una porta diversa da tutte le altre: era intagliata e piena di dettagli.
Preso dalla curiosità la aprì e entrai al suo interno, e appena entrato lo vidi, era seduto e calmo"

Mi fermai per riprendere fiato, e pensare se dirgli tutta la verità era davvero la scelta corretta.
Volevo davvero mostrare a tutti la nostra prima conversazione dopo moltissimi anni.
Volevo davvero mettere a nudo una parte della nostra relazione?

No,non volevo

"Appena mi rivide fu sorpreso, ma poi la sola sua emozione provata fu rabbia...
All'inizio mi accusò di svariate...cose e si avventò su di me, per riuscire a difendermi allora gli disse che... non poteva ferire il... leader ..eh..supremo d'Europa!
E dopo con un'altra scusa l'ho bloccato in quella sala con la scusa di avvertirvi."

Ok, ora si poteva vedere dubbio nel suo sguardo.
Non so se abbiano creduto a questa falsa storia, ma ci speravo con tutto me stesso.
Stavo inziando ad andare davvero in ansia, se non mi credevano una parte nascosta di me poteva essere scoperta e io non voglio che una parte così intima di me, di noi, venisse scoperta e giudicata dal mondo.
La nostra era una relazione complicata, non posso etichettarla in altro modo, non è di amicizia, lavorativa, parentale, amorosa...
No.

Inghilterra si era allontanato per parlare con gli altri alleati, lasciandomi in balia di sguardi giudicatori

Inghilterra P.O.V.

Lasciai Reich da solo, volevo esprimere delle mie opinioni con persone davvero fidate: gli "alleati".

"Voi...credete al suo racconto?"

Francia, che finalmente aveva smesso di parlare in francese, mi rispose nervosamente, ma con razionalità.

"No. Non ha senso. Perchè avrebbe dovuto aggredirlo, perchè lui ha esitato quando ha raccontato quell'incontro? Per non parlare del suo atteggiamento: nervoso e preoccupato."

Ero d'accordo con lei, quella storia non aveva senso o, perlomeno l'ultima parte.

"Papà, prima dovremmo preoccuparci dell'altro, come vogliamo agire?"

Questa era una buona domanda, potevamo fare solo due scelte: continuare con questa scusa oppure dirgli subito la verità e rovinare Reich.

"Sincramente, quell'uomo mi fa pena"

Diedi una fugace occhiata al diretto interessato.
Era in pessime condizioni: capelli spettinati, mani tremanti e gli occhi vagavano ansiosamente per la stanza.

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