~Vedere la luce~

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~Vita~
Vivere è una imprevedibile avventura.
Perchè la vita regala e prende,
senza tener conto dei sentimenti

Le giornate passarono velocemente,
tutto procedeva con il solito ritmo, tutto tranquillo, calmo e rilassato.
Molti si stavano preparando per l'evento di sabato.
Reich passeggiava tranquillo con Fleur, il pastore tedesco che Francia aveva regalato a Germania dopo aver capito di non riuscire a prendersene cura; avevano provato disperatamente a cambiarli nome, ma lei rispondeva solo a quello.
Non era nè aggressiva nè scorbutica, anzi, era molto dolce e tranquilla, quasi si offendeva se non l'accarezzavi.
Reich stava passeggiando soffermandosi sul paesaggio: un lago pressapoco ghiacciato e il parco ancora ricoperto da buoni centimetri di neve.
Tutto così bianco, per certi versi gli ricordava lui e la sua ossessione con abiti candidi e immacolati.
Non lo vedeva dal 1942, la data del loro ultimo incontro.
La memoria di quel momento era offuscata, ricordava solo pochi dettagli: era sera ed erano nell'hotel più lussuoso di Firenze, aveva visto gli uffizzi solo qualche ora prima.
Non ricordava altro.
Si sedette su una panchina, con Fleur accucciata ai suoi piedi.
Il ghiaccio sul lago rifletteva il suo volto.
Voleva sforzarsi di ricordare, ricordare perchè i mesi successivi all'incontro non si erano più incontrati ed evitati.
Morbide voci e risate arrivarono dalle sue spalle.
Le orecchie di Fleur si raddrizzarono riconoscendo la voce della vecchia padrona.
Reich non capiva quali fossero i sentimenti che lei provava quando la risentiva, eppure era sempre stato bravo con i cani.

Reich P.OV.

"Buongiorno"

Una singola parola.
Milioni di emozioni.

"Biongi-"
"Hey Reich! Come sta il mio ŋ@žï§þ@ preferito!"

U.S.A.

"Piantala"

Inghilterra

"Perdonalo, sai anche tu che non cambierà mai"

Francia

"Non preoccuparti, ormai è da sette anni che continua a salutarmi in quel modo.... diciamo che ci sono abituato.

No, ogni volta mi dava fastidio, era un'umiliazione per un uomo di principi come me.
Ma, per dimostrarmi educato, fingevo che andasse bene.
Insomma, ero pure morto, ma non potevo permettere che USA si arrabbiasse con Germania a causa mia.

"Dimmi Reich, tu verrai questo sabato?"

Era una domanda che mi aspettavo, ma non sapevo la risposta.
Era ancora tutto ignoto per me, così strano.

"Devo accompagnare Salò, glielò promesso.
Sarò presente solo per questo"

USA fece per rispondermi, ma venne bloccato da Inghilterra

"Pensavo volessi rivedere il tuo alleto, sembravate in ottimi rapporti"

Francia si unì al discorso del marito

"Già, sempre sorridenti quando eravate insieme, sembravate migliori amici, vecchi conoscenti a degli occhi estranei"

Sì, mi ricordo di quei momenti.
Momenti in cui dovevamo fingere per dare una buona impressione del nostro rapporto.
Un rapporto malato e odiato.
Tutto era una scena, uno spettacolo, e noi attori recitavamo bene la nostra parte.
Talmente bene che sembrava la verità.

"Era solo finzione, nulla di più"

Tre paia di occhi sorpresi fissavano il mio volto.
Non era ovvio?
Pensavo che ormai lo sapessero tutti o che almeno ci fossero arrivati.

"... finzione?."

Lei era la più scioccata

"Sì, credevo fosse ovvio-"
"Ma come finzione!! Insomma, in tutti le interviste eravate vicini dal buttarvi uno sull'altro e fare l'amore, e ora mi dici che era finzione!!"

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