4. bright red rage

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taehyung non aveva mai percepito tale quiete mentale.

il completo silenzio regnava sia attorno a lui che dentro la sua testa mentre stava seduto sull'altalena di quel parco quasi del tutto abbandonato, l'erba ormai fin troppo alta per poter essere frequentata da bambini.

si sentiva vuoto come non si era mai sentito prima, e non solo metaforicamente.

il suo corpo sembrava prosciugato da ogni forza vitale, non era sicuro gli appartenesse in quel momento. si sentiva del tutto svuotato, come se qualcuno la notte lo avesse aperto in due, privato di ogni singolo organo all'interno per poi averlo ricucito come se nulla fosse.

la gelida brezza mattutina che soffiava sulle ferite aperte, il sangue ormai secco sotto al naso, le guance leggermente pulsanti dai colpi ricevuti, ora diventate rosse a causa del freddo.

non percepiva nulla.

con gli occhi fissi su un punto indefinito davanti a sé non fece caso al suono dei passi sull'erba di qualcuno che si avvicinava a lui, nemmeno il richiamo del suo nome gli arrivò alle orecchie.

solo quando un paio di scarpe entrò nella sua visuale alzò lo sguardo, accorgendosi della presenza non di uno ma ben due persone di cui avrebbe fatto volentieri a meno quel giorno.

-guarda guarda chi non ci degna di una risposta, per caso sei diventato sordo kim?

il moro non era decisamente mai stato uno fortunato.

e forse era proprio questo che lo aveva portato a sviluppare una positività di pensiero quasi disumana, altrimenti cosa avrebbe potuto fare?

buttarsi giù a ogni inconvenienza non gli andava proprio a genio, pensare sempre al peggio ancor di meno, perciò aveva scelto la via più difficile ossia sperare sempre in meglio.

tanto gli era sempre venuto meglio vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto.

taehyung si domandava spesso se non stesse sbagliando approccio, se magari dovesse cominciare ad essere più realista e vedere le cose come sono realmente: un completo schifo.

d'altronde come potevano, tra tanti, proprio i suoi bulli averlo trovato a quell'ora del mattino nel parco meno frequentato attorno alla scuola, nelle pietose condizioni in cui si trovava se non perché tutto giocava a suo sfavore e la sua vita faceva dannatamente schifo?

forse il bicchiere era del tutto vuoto e l'acqua era stata frutto della sua immaginazione sin dall'inizio.

minho e kangho, i ragazzi davanti a lui, erano migliori amici ed erano, a parer di taehyung, i peggiori. due idioti con la puzza sotto al naso, protetti dai soldi dei padri, che andavano in giro calpestando gli altri come se il mondo appartenesse a loro, si accanivano sempre su di lui come bestie senza pietà.

aveva provato la loro crudeltà sulla propria pelle e, per sfortuna del ragazzo, probabilmente l'avrebbe riprovata tra poco.

-dannazione, ti hanno tagliato la lingua per caso?- kangho non attese un minuto prima di afferrarlo prepotente dal colletto della giacca e costringerlo in piedi.

taehyung non rispose, gli occhi privi di ogni emozione fissi su quelli del bullo.

-che cazzo guardi, eh? non ti ho istruito ad abbassare gli occhi davanti ai tuoi superiori?- uno schiaffo lo colpì sul capo nel tentativo di fargli abbassare lo sguardo.

kangho era uno particolarmente fissato col rispetto, più volte taehyung era stato vittima dei suoi ovvi complessi di inferiorità, costretto a inginocchiarsi davanti a lui e chiedere perdono per le cose più ridicole. era ormai abituato a vedersi trattato come un cane.

room for hope ;; taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora