capitolo 5

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Quando arrivò all'hotel non si aspettava di trovare qualcuno nella hole, erano pur sempre le 5 di mattina chi poteva essere già sveglio?
Invece lui era lì, dietro al bancone del suo bar, con un aria visibilmente stanca e su uno degli sgabelli porchetta dormiva raggomitolato.
Angel si avvicinò esausto confuso.

Che ci fa porchetta qui?

Fece per prenderlo tra le braccia ma si bloccò, non voleva svegliarlo, o forse non voleva contagiarlo con il suo malumore.

Il tuo maiale ha pianto e frignato tutta la notte perché tu non eri lì con lui.

Disse Husk mentre preparava il drink per angel con la sua solita  espressione fredda.

Perché diavolo ti sei preso un animale se non riesci a prenderti nemmeno cura di te stesso?

Husk  si rese subito conto delle parole che aveva usato, pensò che forse avrebbe dovuto sceglierne altre e guardò Angel farsi piccolo.

Anthony non intendevo...

È stato un regalo...

Lo interruppe Angel tutto d'un fiato.

Husk abbassò le orecchie

Valentino...

quando ancora credevo mi amasse, la prima volta che mi colpì...per farmi restare con lui, per farsi perdonare mi regalò porchetta...

Raccontò Angel con gli occhi e il cuore stanchi.

All'inizio non ero per nulla contento, pensavo di non volermi accollare la vita di un essere vivente che dipendeva del tutto da me.

Iniziò a bere mentre raccontava

Poi però mi ci sono affezionato, luì è sempre stato l'unico che mi dava affetto incondizionato senza aspettarsi nulla in cambio.

Era l'unico che non mi faceva sentire sporco ad ogni minimo contatto.

E poi...lui era proprio come me, non aveva nessun posto in cui andare, era indifeso e vulnerabile non potevo abbandonarlo.

Disse semplicemente con aria stanca.

....so di non essere un bravo padrone...ma sono più tranquillo a lasciarlo qui all'hotel più tosto che nello stesso raggio di azione di val.

Scusami...non avevo capito

Husk si scusò con Angel per quello che aveva detto cercando di cambiare discorso e notò subito la camicia ormai sgualcita e i bottoni mancanti.

Se vuoi la posso riparare...basta ricucire i bottoni.

Angel guardò per un attimo dritto negli occhi gialli e caldi di Husk, vorrebbe dirgli che non si può riparare tutto...ma si trattenne.
Cominciò a pensare che forse Cherrie aveva ragione...doveva lasciarsi davvero aiutare.

Allora domani te la lascio micetto

sorrise tagliente ma meno forzato del solito.

Una volta finito di bere si alzò, prese porchetta delicatamente in braccio e insieme ad Husk cominciarono ad avviarsi verso le scale che davano alle  loro stanze.

Husk...per caso...sai ricucire anche i cuori spezzati?

La domanda spiazzo Husk che non trovò subito una risposta.

S scherzavo...scherzavo

Angel nascose il viso tra il cappelli.

Anthony

catene - Hazbin Hotel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora