È sabato mattina, e al mio risveglio Eric non c'è.
All'improvviso penso che sia stato un sogno, ma poi vedo che sono senza vestiti e mi rendo conto che era tutto reale.
Prendo il telefono e trovo molti messaggi dai miei messaggi.
"Che fine hai fatto?"
"Stai bene?"
"Dove sei?"
"Che ti succede?"
"È successo qualcosa?"
"Fede rispondi!"
Chiami Mia e al primo squillo risponde.
«Mia!»
«Fede, ma che fino hai fatto? Sono ore che ti cerchiamo! Siamo venuti anche a casa tua ma non ha risposto nessuno. Dove sei?» chiede preoccupata.
«Sono a casa, stavo dormendo.» spiego mentre mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno.
«Dormendo? È mezzogiorno! Di solito alla nove di mattina ci vediamo. Oggi non ti abbiamo vista e siamo passati a casa tua. Ci hai fatto prendere un colpo!» dice, mentre io lascio il vivavoce per potermi pettinare i capelli e raccoglierli in una coda.
«Scusate... Ho avuto una notte movimentata.» dico, e al ricordo mi mordo il labbro.
«RACCONTA.»
Mentre lei aspetta in silenzio, io racconto quello che è successo nei minimi dettagli. Tra le urla di Mia continuo il mio racconto, concludendo con «e questa mattina al mio risveglio non c'era più. Ho pensato di essermi sognata tutto, ma poi ho visto che ero senza vestiti, il preservativo era per terra e...o mio Dio! Ho il seno pieno di succhiotti!» dico scioccata mentre mi guardo allo specchio, una cosa che Appena sveglia non avevo minimamente notato.
«O MIO DIO! È SUCCESSO! TESORO MIO AUGURI!» urla lei di gioia.
«Mia, ho avuto un rapporto, non mi sono sposata.» lei scoppia a ridere e dice «IL TUO PRIMO RAPPORTO! O MIO DIO SONO TROPPO FELICE PER TE! Ti ha fatto male? È stato bello? Sei stata attenta? Lui è stato attento? Tua madre dov'era in tutto questo?» ecco qui l'uragano Mia!
Un vortice di domande che sono una migliore amica può fare in queste situazioni.
«Mia madre non ha dormito a casa. Siamo stati attenti. Ha fatto male solo all'inizio, poi è stato piacevole, ma comunque è stato molto dolce e delicato.» sorrido nel ricordare, però adesso sono preoccupata. Perché non è rimasto a dormire da me...?
Spero solo che per lui non sia stata solo una botta e via, o un passatempo. La preoccupazione cresce sempre di più, così saluto Mia, dicendole che ci saremmo vista stasera insieme agli altri e poi chiudo la comunicazione.
Chiamo Eric e al secondo squillo risponde.
«Buongiorno principessa.» la sua voce è roca, quasi come se si fosse appena svegliato anche lui.
«Ciao. Perché sei andato via?» chiedo subito, e vorrei mordermi la lingua.
«Non riuscivo a dormire, così ho fatto una passeggiata poco dopo che ti sei addormentata, finché non mi sono accorto di essere davanti casa mia. E alla fine ho dormito qui. Ti dispiace?» domanda curioso.
«Nono, tranquillo.» mento, decido di liquidare la cosa salutandolo.
«Che ti succede?»
«A te che succede. Comunque ho capito, non serve continuare a parlare Eric. Quanto sono idiota...» fa per rispondere ma io chiudo la chiamata ed entro nella doccia.
L'acqua è piacevolmente calda e rilassante. Mentre mi insapono, squilla più volte il telefono ma non rispondo neanche quando esco alla doccia.
Scrivo a Mia e gli dico di venire da me insieme a Miriam e dopo circa mezz'ora entrambe suonano alla porta.
Mi metto ai fornelli cucinando della semplice pasta al sugo mentre continuo a pensare e ripensare.
Mia e Miriam apparecchiano e mentre servo in tavola la pasta suonano alla porta.
Mentre vado ad aprire trovo Eric. Il mio cuore si ferma per un minuto.
«Che cosa ci fai qui? Che cosa vuoi?» dico schietta.
Lui mi oltrepassa e dice «perchè cazzo mi hai trattato così prima?»
«Era abbastanza ovvio.»
«Non per me. Che cazzo ti prende Fè?» e nel parlare è a un millimetro dal mio naso.
Sposto lo sguardo di lato e vedo che Mia e Miriam ci stanno guardando a bocca aperta.
«Devi andartene Eric.» cerco di guardarlo negli occhi ma mi è quasi impossibile dal quanto lui è vicino a me.
«Non vado da nessuna parte!» urla e tira un pugno alla porta.
«Basta! Vattene, stronzo!» spalanco la porta e cerco di spingerlo via ma senza successo. Mi ferma i polsi e mi supplica di fermarmi.
«Lasciami!» cerco di liberarmi dalla sua presa ma è tutto inutile.
Ad un certo punto, crolla un silenzio glaciale e tombale.
Crollo in ginocchio a testa bassa e le mani sopra gli occhi.
«Fede...» sento le mie amiche avvicinarsi di colpo e mi abbracciano.
«Ma che cazzo le hai fatto?! La sua vita è già abbastanza complicata! Non gli servi tu a peggiorare la situazione!» urla Mia tenendomi abbracciata.
Ormai sono in un fiume di lacrime, mi bruciano gli occhi e la testa mi scoppia.
«Io non le ho fatto assolutamente niente, cazzo! Non so cos'abbia. Per sentirvi parlare così immagino che vi abbia raccontato tutto di ieri sera...» si interrompe e si inginocchia anche lui, prendendomi per mano per farmi rialzare.
«Per te sono stata solo una botta è via...» le parole mi muoiono in gola mentre Miriam mi sporge un bicchiere d'acqua.
«No! Come puoi pensarlo?» Eric si siede accanto a me e mi tiene per mano.
«Non sai tante cose, e una cosa in particolare...è una cosa del quale non ho mai parlato, nemmeno con mia padre.» esclama, e a questo punto, è lui a scoppiare in lacrime.
«Cosa ti è successo Eric?» domanda Mia, visivamente preoccupata.
«Non sono andato via perché non sono stato bene con te, o perché penso che tu sia stata un passatempo. Non l'ho mai pensato.» dice tra i singhiozzi.
Lo guardo negli occhi, lucidi e pieni di lacrime e dolore.
«Quando avevo tredici anni...» respira a fondo, con la voce che trema.
«Ho subito delle molestie sessuali.»
Resto completamente paralizzata a questa sua confessione.
«C-cosa?»
Lui annuisce a testa bassa, mentre si asciuga le lacrime con la manica della felpa nera che indossa.
«Vederti lì accanto a me... così bella, mi ha fatto ricordare quel momento. Non perché fossi stato male... Ma perché...» gli prendo le mani tra le mie.
«Perchè tu me la ricordo molto... Amber.» si alza di scatto e lo vedo correre via. Lo seguo e lo trovo steso a terra in bagno, a vomitare nel water con la mano premuta sul petto.
«Chiamate un'ambulanza.» dico alle mie amiche.
«No. Non chiamate nessuno per favore, nessuno deve saperlo.» esclama e poi gli viene un altro conato e vomita di nuovo.
Prendo un asciugamano e lo bagno con l'acqua per poi passarglielo sulla fronte e sul viso.
«Chi è Amber?»
«Era la nostra governante, quando vivevo ancora a Seattle. Mio padre e mia madre lavoravano tanto, e io restavo sempre con lei. Aveva trentacinque anni...ed era una cara amica di famiglia.» mentre racconta, resta seduto per terra con le ginocchia strette al petto.
È straziante vederlo così, non potevo immaginare una cosa del genere.
«Diceva sempre...che ero io a volerlo alla fine, che fossi io a desiderarla. Con delle cinture mi legava a letto...al mio letto singolo, e poi...» e nel parlare vomita di nuovo.
«Basta basta.» gli dico e lo abbraccia mettendomi sulle sue ginocchia.
«Mi dispiace così tanto...»
«Ssh...» lo bacio sulla fronte e resto abbracciata a lui.
«È dall'età di tredici anni che nessuna donna mi tocca, principessa.» mi dice con un singhiozzo.
«Perchè questa cosa non ero mai riuscita a superarla... Ma quando ti ho conosciuta, e poi abbiamo fatto l'amore... Ho pensato che fosse finita, che anch'io potevo...» resta in silenzio mentre gli accarezzo la guancia.
«Che anche tu potevi cosa Eric?»
«Che anch'io potevo essere amato.» e nel parlare scoppia in un pianto atroce mentre mi tiene stretta a sé.
«Eric, devi fare denuncia di questa cosa.» dicono sia Mia che Miriam, avvicinandosi anche loro a lui.
«Ci siamo trasferiti apposta, anche se mio padre non ha mai saputo il motivo reale. E lui era così contento, anche se non ho mai capito il perché.» ci alziamo in piedi e torniamo in salotto e quasi mi prende un colpo quando vedo mia madre.
«Mamma!»
«Che state facendo? E chi è questo ragazzo?» esclama lei acida.
«Mamma lui è...» mi giro a guardarlo. Ma quando mi giro una seconda volta, vedo sbucare dalla cucina il padre di Eric.
«Papá!» esclama lui, completamente sotto shock.
«Figliolo.»
«Pensavo che fossi da sola a casa, ma visto che ci siete tutti e due, volevamo dirvi che... Io e Peter stiamo insieme ormai da diverso tempo ormai.» rimango a bocca aperta.
«T-tu lo sapevi?» chiedo ad Eric.
Lui scuote la testa e dice «ora capisco tutto» rivolto verso suo padre. Poi si gira e mi dice «perdonami...» ed esce da casa mia, senza dire altro.
«Federica, che succede? Non sei contenta di questa notizia?» esclama mia madre, avvicinandosi a me.
«Tu, stammi lontano!» e mi precipito fuori casa completamente scalza correndo verso Eric.
«Eric aspetta!» e di colpo, sento solo un rumore assordante di gomma sull'asfalto e uno schianto.
Mi guardo intorno, ma non vedo niente, solo fumo e una voce in lontananza.
«Piccola!!» qualcuno corre, delle sirene accese, e l'ultima cosa che sento...e mi sembra di riconoscere la voce di chi pronuncia queste parole è «piccola non te ne andare, resta con me» e poi...
il silenzio.

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Le stelle su di noi
RomanceFederica Moon è una ragazza come tutte le altre, di diciassette anni che vive insieme a sua mamma nella grande mela. Ha amici che tengono a lei, va alle feste e adora la lettura e la pittura. Ha solo una cosa che la fa soffrire più di ogni altra cos...