Oggi, New York
Vuoto, sempre e solo vuoto. Questo è tutto ciò che riempie le mie giornate.
Afferro la scintillante pistola dal cassetto del comodino, che affianca il mio letto e mi fermo a contemplarla. La voglia di farla finita è tanta, ma desisto e la ripongo nella sua fondina, agganciata alla cintura dei miei pantaloni.
Avere ventidue anni e non essere ancora un agente operativo dell'FBI è dura da accettare.
Per colpa di uno stupido errore, sono rilegato ancora in un misero ufficio a revisionare i rapporti che i veri poliziotti accatastano sulla mia scrivania. Oppure, come oggi, sono di pattuglia per le vie del quartiere. Una volta ogni mese e mezzo mi concedono questo piccolo lusso, altrimenti marcirei davvero in quell'ufficio nel piano seminterrato.
Questo è ciò che penso appena vedo il mio corpo riflesso nel vetro dello specchio.
È mattina presto, il caffè sta bollendo sopra al fornello e io, come ogni giorno, sto iniziando a prepararmi: indosso la divisa ufficiale, prendo tutto quello che può tornarmi utile e preparo il pranzo, oggi messicano.
Questa mattina annunceranno i nuovi agenti che verranno abilitati. Sicuramente io non farò parte di loro, ma perché sono così pessimista? Beh, perché qualsiasi cosa io voglia o ami, se ne va e fallisce. Com'è successo con lei.
L'amavo alla follia, era la donna perfetta per me, ma un bel giorno decise di confessarmi i ripetuti tradimenti che aveva compiuto nei miei confronti e tutto ciò che in quattro anni avevamo costruito, si sgretolò in pochi secondi davanti ai miei occhi.
Ho anche cercato di raccogliere i cocci, di capire dove avessi sbagliato, perché era ovvio fossi io il problema, ma appena provavo a stringerli tra le mani diventavano polvere e si disperdevano nel vento, non lasciandomi più possibilità.
Ora lei è felicemente sposata da due anni con un ricco banchiere e vive dall'altra parte del mondo, nel lusso e nei vizi.
Io, invece, sono ancora qui a New York, dove sono nato e cresciuto. Dove ho affrontato le mie paure e dove ho sofferto. Ho paura di lasciare questa città, di cambiare aria.
Credo che se me ne andassi, mi sentirei ancora peggio. Non avrei più nemmeno un luogo da considerare sicuro, in cui poter sentirmi davvero a casa.
Il citofono suona e mi distrae dai pensieri.
Mi alzo dal letto, dove mi ero seduto per allacciarmi le scarpe e indosso di fretta la giacca.
Dal piccolo schermo del citofono vedo l'agente Carter che mi attende. Non è l'agente che di solito mi affianca nelle ronde, ma a quanto pare il mio amico Jimmy si è dato malato e non si sa quando rientrerà.
Apro la portiera del passeggero e mi accomodo sul sedile. Di fronte a me vedo un uomo che a occhio e croce avrà la mia età, un po' in carne e con dei folti capelli biondi a contornare le sue iridi ambrate.
STAI LEGGENDO
Dark souls
Mystery / Thriller«𝑱𝒆𝒏𝒏𝒂, 𝒅𝒐𝒗𝒆 𝒄𝒐𝒓𝒓𝒊? 𝑺𝒂𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒎𝒊 𝒑𝒖𝒐𝒊 𝒔𝒇𝒖𝒈𝒈𝒊𝒓𝒆» Jenna Hamilton e James Torres, due caratteri così diversi, due modi di vedere la vita completamente opposti, ma in qualche modo complementari. Lei estroversa e pi...