3 | A killer always returns to the crime scene

103 12 210
                                    

«Ah, questa bibita ci voleva proprio!» sono seduta in un bar con Jade, che dopo l'interrogatorio è rimasta parecchio sconvolta

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Ah, questa bibita ci voleva proprio!» sono seduta in un bar con Jade, che dopo l'interrogatorio è rimasta parecchio sconvolta.

Beh, c'è da dire che anche io non ero troppo felice di trovarmi lì in quel momento.

«Jade Silvers, sei sicura di stare bene?» le chiedo, siccome è visibilmente provata da tutto ciò che è accaduto nelle ultime ore. Dall'assassinio di quel coglione di Morrison, fino agli interrogatori di stamattina.

«Sì, ma in tutta sincerità non voglio tornare a casa» dice con lo sguardo perso nel vuoto.

«Come mai? Sai, vorrei anche ospitarti da me, ma ho un solo divano letto e non è per niente comodo» devo assolutamente cambiarlo, ormai ci sono più molle fuori dal tessuto rispetto a quelle all'interno della struttura.

«Ho paura della mia sorellastra e di tutte le domande con cui mi sommergerà. Lei mi odia» mi confida parecchio abbattuta.

«Perché dovrebbe farti un altro interrogatorio? Non le è bastato quello di stamattina?» mi stiracchio sulla sedia di plastica su cui sono seduta e per poco non mi sbilancio all'indietro.

«Sai com'è fatta. Farebbe qualsiasi cosa pur di farmi star male e ricordarmi la rovina che ho portato nella loro famiglia» già, dimenticavo.

Il grande omone che ci è venuto a trovare ieri sera, il capo della sicurezza di Morrison, era nientemeno che il padre di Jade, nonché il patrigno di Julia Rogers, l'agente che stamattina ci ha interrogate.

Io all'inizio non ne avevo idea, poi Jade mi ha spiegato tutto.

Julia è la primogenita, nata dalla stessa madre di Jade, ma da padre diverso. Sua madre non era proprio una donna modello, spesso tradiva il marito, ma lui non se ne era mai reso conto, almeno fino a quando lei non gli confessò in lacrime di essere incinta di un altro uomo.

Da quel giorno il padre di Julia sparì, non si ebbero più sue tracce, fino a quando i federali non trovarono i resti del suo corpo sul ciglio di una strada. Stringeva ancora nella mano una bottiglia di vodka. Era diventato depresso e aveva trovato conforto nell'alcol, per lui la famiglia era la cosa più importante che esistesse e vederla sgretolarsi in una manciata di secondi lo aveva distrutto.

La madre, non curandosene, si risposò con il padre di Jade e Julia non lo accettò mai. Vide sempre e tutt'ora Jade come la reincarnazione del male, del tradimento, la causa della morte di suo padre. Non riuscì mai ad accettare che suo padre fosse morto a causa di una come lei, una "puttanella" come si diverte a chiamarla, in memoria della loro madre, morta mesi fa per un'infezione. Probabilmente non aveva mai smesso di vedersi con altri uomini.

«Jade tranquilla, chiama Jenna, vedrai che lei un posticino per te lo avrà» cerco di consolarla in ogni modo possibile. I rapporti con Julia sono sempre stati sul punto di frantumarsi e probabilmente ora con un caso del genere di mezzo, è diventata anche più ostile del solito.

Dark soulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora