Nuovi Amici

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Appena concluse le spiegazioni principali, il Re si alzò in piedi ed eseguì un elegantissimo inchino in direzione di Elio. Mentre ciò accadeva, il ragazzo sentì un pizzico sulla testa. Voleva capire cosa l'avesse provocato, ma lo giudicò poco importante e fu oltretutto interrotto dalla voce del re: "Benvenuto, Elio. Benvenuto su Aridan. La nostra unica salvezza, il nostro futuro."
Quando si sedette nuovamente sul trono, chiese ad Elio se avesse altre domande di qualsiasi tipo da porre, adesso si sarebbero tutti potuti rilassare per i due giorni successivi.
"Ho paura per i miei genitori, come faranno senza di me? Saranno preoccupati."
"Beh, devi sapere che il tempo nell'universo è un concetto molto relativo. La ricerca scientifica è decisamente più avanzata su questo pianeta e possediamo strumenti come il viaggio temporale e la distorsione del tempo. Ti posso assicurare che per il loro punto di vista ti sarai assentato giusto cinque minuti, durante tutta la tua permanenza qua su Aridan."
"Ah, certo, la tecnologia. A proposito, c'è una possibilità per cui possa utilizzare anche io questi Poteri Comuni?" chiese Elio timidamente.
"Ah, ah, ah! Certo che puoi, ma devi concedermi un po' di tempo perché dovrò fornirti il dispositivo. Che ne dici di stasera? Tornerò all'ora di cena e dopo aver mangiato ti insegnerò tutto."
"Grazie mille! Sono molto curioso."
"Se non hai altre domande, inviterei i miei figli ad accompagnarti nella tua nuova stanza. Credo che troverai qualcosa che adorerai al suo interno."
"Grazie ancora, sono molto onorato ti poter stare qui. Spero veramente di potervi aiutare."
Dopo aver concluso con le sue spiegazioni, Azy si alzò, salutò tutti con un breve movimento della mano e scomparve nel nulla, come per magia.
Finalmente, i due fratelli si avvicinarono ad Elio.
"Siamo così felici di poterti finalmente conoscere, Elio! Sono Gaia ma probabilmente l'avevi già capito" esclamò lei, stringendogli la mano con forza.
"Nostro padre ci ha parlato di te per molto tempo, siamo veramente onorati. Piacere, Artemis." disse l'altro, sorridendo.
Elio si sentiva al settimo cielo, così tante persone che lo lodavano, era l'eroe di un pianeta intero, com'era possibile tutto ciò?
"Sono contento di poter conoscere qualcuno che abbia la mia stessa età! Allora, dove mi portate?" chiese Elio, aggiungendo una risatina.
"Seguici, andiamo di qua" disse Gaia dirigendosi verso il retro della stanza.
Proprio dietro al gigantesco trono si trovava una porta di legno che Artemis tenne aperta per Elio e sua sorella.
"Che buon odore... sono qua le camere da letto?" chiese Elio.
"Sì. Gaia ed io abbiamo una stanza condivisa perché ci piace farci compagnia, ma tu ne avrai una tutta per te."
Percorsero il corridoio per una decina di metri e il buonissimo profumo di biancheria pulita si intensificava ad ogni passo di Elio.
Finalmente avevano raggiunto la destinazione: una porta di legno bianco e pulito si innalzava davanti ai loro occhi.
"Forza Elio, è ora di aprirla, pronto per la sorpresa?" disse Artemis, con tono entusiasta.
Elio non sapeva se avere paura e quindi aprire la porta lentamente, oppure non aspettarsi qualcosa di esagerato e aprirla con decisione. Optò per la prima opzione e roteò lentamente la maniglia nel silenzio assoluto.
"Andiamo, mica ci sono i mostri!" esclamò Gaia, provocando un sussulto in Elio.
Decise di non ascoltarla e procedere ad aprire la porta con cautela.
Si sentì uno scricchiolio quasi impercettibile provenire dai suoi cardini e quando Elio iniziò ad intravedere l'interno della stanza, percepì la mano di qualcuno appoggiarsi alla sua schiena. Essa provocò una potentissima spinta che gli fece perdere l'equilibrio. La porta adesso era aperta ed Elio era atterrato sul pavimento all'interno della sua nuova camera. Non c'era nessun mostro, ma quando si voltò verso i due fratelli vide come entrambi si stessero sbellicando dalle risate.
"Ouch! Chi è stato?!" gridò.
Gaia si coprì la bocca con le mani come se fosse stupita, ma continuò a ridere.
"Scusami tanto Elio, non pensavo di spingere così forte!" continuò lei.
Adesso anche Elio sorrideva, in fin dei conti non si era fatto male.
Artemis lo aiutò ad alzarsi e gli chiese se fosse tutto a posto.
Elio annuì e il suo nuovo amico gli appoggiò una mano dietro la schiena. Con una dolce spinta, lo fece voltare dal lato opposto in modo da poter osservare la sua nuova stanza.
Le pareti e il soffitto erano entrambi bianchi e puliti, mentre il pavimento era un parquet che, come piaceva ad Elio, non emetteva nessun fastidioso scricchiolio. Il letto era enorme, forse più di due piazze, e le coperte erano decorate con delle particolari forme geometriche che gli ricordavano quelle di un dipinto di Mondrian. Esso era appoggiato su un sofficissimo ma spesso tappeto bianco e di fronte c'era una scrivania minimalista. Il letto si trovava vicino ad una grande finestra ai cui lati si ergevano due armadi, anch'essi molto semplici. Infine, al centro della stanza, proprio sopra ad un prolungamento del tappeto, si trovava un leggìo per spartiti musicali ai cui piedi era poggiata la custodia del violino di Elio.
Il ragazzo corse ad aprire la custodia per suonare qualche nota e in preda alla felicità gridò: "Ma quello è il mio violino! Non ci posso credere! Anche se ormai non dovrei più stupirmi. Ad ogni modo, che bella camera! Potrei tenerla come fonte d'ispirazione per modificare quella che ho sulla Terra..."
Finalmente aveva di nuovo il suo violino appoggiato alla spalla sinistra e il suo arco saldo nella mano destra.
Cominciò a muovere l'arco sulle corde e nessun suono fuoriuscì dallo strumento.
"Cosa? C'è qualcosa che non va. Perché non suona?"
"Come non suona? È così che funzionano i violini" rispose Artemis.
"Assolutamente no! Dovrebbe suonare!"
"Non ho idea di cosa tu stia parlando, a me sembra totalmente normale. Anzi, sei bravissimo!" disse sorridendo Artemis.
Elio lo guardò negli occhi con delusione.
Era così la musica su questo pianeta? Perché non funzionava? Forse perché Elio veniva da un altro pianeta e non poteva udirla?
Tristemente accettò la realtà, lo considerò solamente come uno dei tantissimi fatti incomprensibili di questo mondo e decise di non fare domande.
"G-grazie. Sono contento che vi piaccia!" disse tornando a sorridere.
Artemis, dopo qualche secondo lo scrutò negli occhi apparentemente confuso e disse: "Ma ci vedi o hai bisogno di un paio di occhiali? Ti sei dimenticato della sorpresa!"
"Ops! He, he, effettivamente ne avrei bisogno. Anche perché ancora non vedo nulla. No, aspetta. Seriamente, dov'è?"
A tal punto Elio si stava preoccupando, ma la sua agitazione sparì quando i due fratelli scoppiarono di nuovo a ridere.
"Sto scherzando! Vieni, è dietro di noi."
Gaia si spostò verso sinistra, Artemis verso destra e rivelarono uno strano oggetto che sembrava un uovo.
Elio era confuso, ma lo osservò con intelligenza e notò la somiglianza della sua misura con quella dei furfetti.
"È un uovo.. di furfetto?!"
"Si!" risposero i due in coro.
"Si schiuderà entro domani mattina e potrà fare conoscenza con i nostri! Al momento stanno dormendo, vero Artemis?" continuò Gaia.
"Sì, credo di sì, ma di sicuro saranno svegli quando l'uovo si schiuderà. Vedi, questo è stato creato appositamente per te, sono sicuro che ti piacerà. Per noi sono fonte di gioia e motivazione, so che potrà aiutarti nella tua missione. Mi raccomando pensa attentamente a un bel nome, se vuoi possiamo aiutarti!"
"Grazie mille! Sono così felice! Penserò attentamente a quel nome."
"Adesso che ne dici di rilassarti un po' nella tua nuova stanza? Noi saremo nella nostra perché non abbiamo particolari incarichi da svolgere. Quando hai terminato la tua pausa bussa alla porta di fronte alla tua, noi saremo lì." concluse Artemis.
Elio annuì ringraziando e i fratelli uscirono chiudendosi la porta alle loro spalle.
Questo era il primo momento nel quale Elio era di nuovo solo con sé stesso, da quando aveva raggiunto Aridan.
La sua mente si era completamente svuotata da pensieri negativi e paure, era felice.
Si distese sul letto pensando a tutto ciò che era successo durante la giornata e decise di dormire per qualche minuto.
Le sue palpebre iniziarono a sembrare sempre più pesanti e i suoi respiri si allungarono, finché non si ricordò di Sfullo.
Si alzò di scatto e uscì di corsa dalla stanza. Bussò immediatamente alla porta dei fratelli.
"Vedo che ti sei riposato velocemen..."
"Dov'è Sfullo?" gridò Elio, ansimando.
"Mhm, forse di là. Perche tutta questa preoccupazione?" rispose Artemis.
"Mi sono completamente dimenticato di lui, ma mi ha aiutato tanto, mi dispiace."
"Andiamo a controllare, non preoccuparti" disse Artemis, appoggiandogli una mano sulla spalla.
I tre amici si incamminarono verso la sala del trono e udirono una voce fioca che gridava: "Elio! Elio, dove sei? Ragazzi! Per favore, non fatemi questi scherzi! Odio essere lasciato da solo!"
Elio si sentì estremamente in colpa e stava già pensando a come scusarsi.
Aprirono il varco che portava alla sala dove i nuovi amici si erano incontrati per la prima volta e videro immediatamente Sfullo che si muoveva lentamente in direzione della porta.
Appena si accorse che i ragazzi lo avevano raggiunto si diresse verso di loro molto velocemente.
Elio si domandava come fosse possibile che un essere senza gambe si muovesse così rapidamente.
Appena li raggiunse strinse Elio in uno strettissimo ma gelatinoso abbraccio.
"Come potete lasciarmi da solo in un posto del genere?! Pretendo le vostre scuse!"
Gaia ed Artemis si guardarono negli occhi e sfuggì ad entrambi un piccolo "Aw!" di tenerezza.
Elio era imbarazzato ma felice, i suoi vestiti erano completamente bagnati e viscidi ma non gli importava, adesso non si sarebbe più dimenticato di lui.
"Scusaci tanto Sfullo. Non succederà più" disse Elio con voce calorosa.
"Vieni Sfullo, abbiamo una camera anche per te" concluse Gaia.
Finalmente, si diressero tutti insieme nel corridoio delle camere. Ognuno entrò nella propria stanza e per Elio fu tempo di addormentarsi veramente.
"Solo un riposino" pensò, ma ovviamente, perse la cognizione del tempo, lasciando il compito di svegliarlo nelle mani di qualcun altro.
D'altronde non sarebbe stato possibile dormire troppo, il Re sarebbe dovuto tornare per l'ora di cena, pronto a consegnargli i suoi poteri, come gli aveva promesso.

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