Acqua Cristallina

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Fuori dal castello, l'aria era fresca e piacevole. Una piccola brezza soffiava sulla Città Fantasma ed Elio la percepiva su di sé come una carezza.
In quel momento, la città era piuttosto affollata. I Quiescienti erano dappertutto, pronti a svolgere le loro solite attività quotidiane. Elio non sapeva se anche su Aridan esistessero giornate di riposo settimanali, ma certamente quel giorno non era una di quelle.
Artemis e Gaia si erano trasformati in due vere e proprie guide turistiche. Con un cappellino indosso e un ombrello chiuso in mano, indicavano ad Elio quali sarebbero stati i monumenti da visitare. Prima di tutto, avrebbero esplorato la casa di Galassio, colui che aveva scoperto ed elencato le costellazioni del cielo di Aridan migliaia di anni prima. Poi avrebbero visitato il Fiume Nascosto, che scorreva sotto la città. Come terza tappa, avrebbero passeggiato nel Parco del Silenzio, dove non si poteva sentire neanche un piccolo uccellino cantare, ed infine avrebbero fatto un salto all'Antica Stazione dei Treni.
"Sarà un bel tour, te lo prometto. Partiamo da qua, seguici" disse Gaia, scendendo le scale che si trovavano di fronte all'entrata del castello.
"La casa di Galassio è la tappa più vicina a noi, basta girare un angolo. Sai, lui era conosciuto per uscire dalla sua casa solamente per fare la spesa. Voleva così tanto succedere nel suo obiettivo, che all'età di vent'anni passava la maggior parte delle giornate nella sua stanza. Aveva costruito un telescopio tutto suo e si era messo a contare e classificare ogni stella del nostro cielo. Fu grazie a lui che il nostro popolo scoprì la Terra. Galassio vide il vostro sole e si interessò a scoprire cosa nascondesse dietro alla sua bellissima luce. Constatò che il Sole distava almeno venti anni luce dal nostro pianeta e spiegò come fosse estremamente probabile che in un sistema di pianeti che si fosse instaurato intorno a quella stella ci fosse la vita. Aveva di fatto ragione e l'esplorazione del sistema solare fu successivamente il principale obiettivo dei Quiescenti. Sai, fu anche il primo a scoprire che un pianeta a pochissima distanza dal nostro ospitava la vita, proprio come noi e voi. Purtroppo però, gli esseri viventi che si trovano là sono ancora agli inizi della loro evoluzione e quando Galassio li scoprì erano ancora allo stato brado. Nella sua casa ha lasciato diversi oggetti interessanti, la visita è aperta a tutti ed è gratuita. Sei pronto? Eccoci qua."
La spiegazione di Gaia aveva suscitato una grande curiosità in Elio, che non vedeva l'ora di scoprire come quell'extraterrestre avesse descritto la razza umana. Magari pensava che gli umani fossero dei mostri verdi e squamosi, pronti ad uccidere ogni forma di vita che incontrassero. Forse non si sarebbe sbagliato completamente, se non per l'aspetto della loro pelle.
Davanti agli occhi dei tre ragazzi si stagliava una minuscola casetta con i muri storti e la porta inesistente. La decorazione però, era bellissima: la facciata principale –che era l'unica visibile completamente, dato l'accostamento con gli altri edifici agli altri lati– era dipinta di un colore violaceo che rappresentava il colore dello spazio. Elio la definì "cielo stellato" perché al suo interno si trovavano una miriade di piccole stelle, colorate con una vernice particolare che permetteva loro di autoilluminarsi. Sembravano proprio delle stelle in un bel cielo notturno, molto simili a quelle che aveva osservato la sera prima.
I ragazzi si avviarono verso la porta, o meglio, il varco ed Elio vide un cartello sovrastante.
Le parole erano per la prima volta incomprensibili, quella tecnologia sembrava non funzionare più.
Mentre il ragazzo scrutava il cartello, Gaia cominciò a parlare ed Elio non riusciva a capire una singola parola.
"Ehi! Cosa sta succedendo? Non vi capisco!"
Il panico lo invase. Come avrebbe potuto sciogliere delle maledizioni e salvare un pianeta intero senza comprendere ciò che chiunque gli stesse dicendo?
I fratelli lo guardarono un attimo negli occhi con sguardo dubbioso e cominciarono a farfugliare altre parole nella loro lingua. Il panico però cresceva in Elio, finché Artemis lo prese per un braccio e lo fece indietreggiare di un passo.
"Ehi, adesso mi capisci?"
"Ma che razza di scherzo è questo?! Stavo impazzendo!" Esclamò Elio in risposta, correndo ad abbracciare Arti.
"Tranquillo, non c'è nulla di cui tu debba preoccuparti, amico mio. Ce ne siamo dimenticati, questo è considerato un monumento culturale. Purtroppo all'interno di esso, l'utilizzo di qualsiasi nuova tecnologia è proibito per mantenerne l'antico fascino. Non potremo parlare quando entreremo in questi luoghi. Però pensaci un attimo, sarebbe un bel modo per scambiarci delle nozioni sulle nostre lingue, noi impariamo la tua e tu la nostra! Sarebbe proprio interessante."
"Sì, ma la prossima volta avvisatemi!" Concluse Elio staccandosi dall'abbraccio.
"Andiamo, potrai toccare qualsiasi cosa, non ci sono stupide regole come avete voi sulla Terra. Gli oggetti si conserveranno ad ogni modo, quindi non farti problemi a toccarli."
Elio annuì e i ragazzi fecero di nuovo un passo avanti, lasciando la tecnologia alle loro spalle.
Una volta raggiunto l'ingresso della casa, si guardarono tutti negli occhi e attraversarono il varco.
La casa era completamente conservata, c'era un odore di antico, ma era piacevole. Nella sala principale si trovavano diverse scrivanie sulle quali era appoggiata una miriade di oggetti. Quello che Elio notò per primo era un quaderno aperto ad una pagina sulla quale era raffigurata una stella. Indicandola, si girò verso i ragazzi.
"Stella" disse tenendo l'indice su di essa.
Artemis tentò di pronunciare la parola, ma non ci riuscì e iniziò a ridere arrossendo. Gaia fece lo stesso: "St- stau- stalla?"
"Ci sei andata vicina, riprova!" esclamò Elio cercando di comunicare anche con le mani.
"St- sto- stelom- stella!" Artemis aveva vinto la sfida contro sua sorella, era riuscito a pronunciare la parola prima di lei.
Arrendendosi, Gaia si avvicinò al quaderno e pronunciò la parola nella loro lingua. Aveva usato dei suoni particolari, Elio pensò che fosse difficilissimo. Sembrava come se avesse pronunciato le lettere "Bua", ma senza l'utilizzo della voce, solo con un movimento conciso della bocca. Occorsero molti tentativi e risate prima di riuscire a pronunciarla, ma finalmente ci riuscì anche lui.
Dopo questo bellissimo scambio culturale, i ragazzi continuarono ad osservare gli oggetti della casa. La visita fu molto interessante per Elio, gli oggetti erano molti e conservati alla perfezione, ma fu deluso dallo scoprire che le uniche riproduzioni che Galassio aveva creato sugli esseri umani erano identiche al loro autentico aspetto.
Era arrivato il momento di visitare gli altri luoghi e i tre amici uscirono dalla casa, ricominciando a comunicare.
"Ci ho provato con tutte le mie forze, ma non sono riuscita a dirlo! Perché la vostra lingua è così difficile?!" esclamò Gaia.
"Oh andiamo, è decisamente più facile della vostra, almeno noi utilizziamo la nostra voce!"
"Smettetela di farfugliare, bisogna vedere il Fiume Nascosto adesso. Andiamo di qua" disse Artemis sollevando il suo ombrello da guida turistica.
"Adesso parlo io" cominciò Gaia. "Il Fiume Nascosto è un torrente d'acqua che scorre sotto le vie della nostra città. La sua acqua però ha una caratteristica particolare perché si ritrae quando sono emessi dei rumori ripetitivi nelle sue vicinanze. Ti chiediamo dunque di fare completamente silenzio per osservare l'acqua, poi potrai anche provare a farlo ritrarre."
Nel frattempo avevano attraversato le vie di città per raggiungere una piccola rampa di scale che portava sotto al livello del suolo. Non appena iniziarono a scenderla, Elio intravide una particolare luce provenire dai suoi piedi. Non avevano ancora raggiunto l'ultimo gradino, quando il rumore sottile e piacevole dell'acqua che fluiva aveva riscaldato il cuore di Elio. Si sentiva così bene, il suo animo sembrava sollevarsi, era l'effetto di quell'acqua?
Dopo averla osservata per un po' da un piccolo ponte che era stato costruito al termine della scalinata, i due fratelli lo presero per un braccio e lo portarono fuori. Elio era così offuscato dalle sensazioni positive che non aveva notato come l'acqua emettesse luce autonomamente.
"Adesso è il momento di farla ritrarre" cominciò Artemis. "Ripeti un suono o una parola per almeno cinque volte e vedrai lo spettacolo."
"Capìto, ripeterò una parola per cinque volte. Andiamo."
I ragazzi tornarono sul piccolo ponte ed Elio, di nuovo pervaso da sensazioni positive, si sporse leggermente dalla ringhiera . Aveva deciso di utilizzare il suo nome come parola, non sapeva cos'altro potesse ripetere.
"Elio"
1.
"Elio"
2.
"Elio"
3.
"Elio"
4.
"Elio"
5.
Uno spettacolo si stagliò davanti ai loro occhi.
L'acqua si separò e le due metà createsi in quel momento si scagliarono contro i muri di cemento laterali. Al momento dell'impatto sulle pareti, ogni singola goccia d'acqua si trasformò in un minuscolo cristallo luminescente, trasformando la galleria in una vera e propria opera d'arte. Sembrava di essere all'interno di un cielo stellato.
Elio percepiva sempre la sua sensazione positiva e fu così per altri trenta secondi, prima che il suo stato d'animo precipitasse. Non c'era più una singola emozione positiva, gli era tornato in mente che il giorno dopo sarebbe potuto morire e avrebbe potuto portare alla morte anche altre due innocenti persone. I suoi genitori e i suoi amici non l'avrebbero più visto e la popolazione di Aridan sarebbe stata incredibilmente delusa nel vedere il suo corpo trascinato dalle ombre come tesoro di guerra. I pensieri non cessavano, anzi, aumentavano a dismisura finché non trovarono più spazio nella sua mente. Solo a quel punto il respiro di Elio si fermò e, incosciente a riguardo, tentò di contrarre il diaframma per riempire ancora una volta i suoi polmoni, ma non fu possibile. Solo in quel momento si rese davvero conto di ciò che stava succedendo. Il panico e l'orrore gli offuscavano la vista e lentamente sentiva che la sua coscienza stava lasciando il suo corpo.
"Elio! Cosa succede? Gaia, portiamolo fuori! Ti prego Elio, respira!"
Le parole dei fratelli non lo aiutarono ed Elio si accasciò a terra, ormai a corto di energie, tentando in ogni modo di riacquisire aria.
Non fu sufficiente e, dopo qualche minuto, il ragazzo appoggiò la testa a terra segnando il momento esatto in cui perse i sensi.

La vita è una sola ed è così delicata e fragile, basta un soffio a spegnere la sua fiamma. È così piccola e insignificante, solamente un piccolissimo punto nell'infinità che ci circonda, nel vuoto che ci avvolge, lo stesso che aveva avvolto la mente di Elio.

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