5.
La notte precedente riuscì a dormire in modo decente,
erano le otto in punto e io decisi di andare a fare una corsa; quando ne avevo il tempo correvo spesso, mi scioglieva dalla tensione e mi donava un sacco di adrenalina.
Con Chris correvo spesso, quasi tutti i giorni, facevamo
spesso gare che finivano sempre allo stesso modo, ovvero con me che cadevo e mi sbucciavo oggi parte del corpo, lui rideva e io tenevo il broncio.
Dopo essermi messa in tenuta sportiva presi le cuffie e
scesi i sette piani a piedi, dovevo riscaldarmi un minimo.
Una volta fuori presi il telefono e scelsi la playlist da
mettere. Partì e con la musica al massimo mi immersi nella natura e nella corsa.
Circa due ore dopo ero sulla via del ritorno, era andato
tutto bene, la glicemia non aveva avuto sbalzi e di questa cosa ne ero molto felice, tutto ciò che volevo ora era fare una bella doccia e mangiare qualcosa; sperai che Shy fosse già sveglia, avevo dimenticato le chiavi a casa quindi avrei dovuto citofonare, stavo per farlo, ma una voce a dir poco fastidiosa catturò la mia attenzione, mi voltai e subito vidi Ian con sottobraccio una ragazza bionda, molto alta e decisamente bellissima, mi voltai di scatto e incomincia a
pigiare diverse volte il tasto del citofono: <MAYLA TI
UCCIDO SE LA PROSSIMA VOLTA NON TI PORTI LE CHIAVI! > capì dal suo tono di voce che era decisamente scocciata:
<Dai Shy apri!> il portone emise il suono d'apertura e mi ci
fiondai dentro, ci mancava solo che lo stronzo pensasse che lo stavo spiando.
Corsi su per le scale e in pochi secondi mi ritrovai davanti casa, Shy mi stava aspettando sulla soglia: <Si può sapere che hai fatto per essere così sudata? E poi perché insistevi così tanto col citofono?>,
<Sono grondante di sudore perché sono andata a correre, insistevo così tanto perché mentre aspettavo che mi aprivi ho visto Ian avvicinarsi con una ragazza e non volevo che pensasse che lo stessi stalkerando> feci un gesto teatrale con le braccia ed entrai in casa: <Secondo me non dovevi fuggire, se qualcuno avesse fatto con me la stessa cosa avrei decisamente pensato che mi stesse spiando> chiusi gli occhi
e mi misi una mano in fronte e con uno slancio mi lasciai cadere di schiena sul divano: <Dici che ho fatto una figuraccia?> Shy si mise a ridere: <Se non ti ha visto no>,
<Ha occhi ovunque, quindi si mi avrà vista!> la risata di Shy risuonò per tutta la stanza, se la rideva di gusto!.
<Andiamo a fare shopping?> le proposi e lei subito con
un sorriso a trentadue denti annuì e incominciò a saltellare per tutta la casa: <Prenoto il taxi allora!> dovetti gridare perché Aisha si era fiondata in camera per cambiarsi.
Una volta prenotato andai a farmi una doccia, decisi di
acconciare i capelli in modo ondulato, presi dei semplici leggings e ci abbinai una felpa bianca col cappuccio, mi truccai e mentre mi infilavo i calzini Shy entrò in stanza, era un ragazza molto semplice, riusciva ad essere bella con poco, indossava dei jeans chiari e un maglione blu, era truccata in modo semplice: <Sei pronta?> annuì: <Si metto le scarpe e ci sono, hai visto in soggiorno la mia borsa? Magari sul tavolo> scosse la testa: <Vado a vedere> uscì e mi confermò che la borsa era sul tavolo.
Uscite dall'appartamento aspettammo l'ascensore.
Una volta uscite dal portone ci dirigemmo al parcheggio ad aspettare il taxi, nel mentre però vedemmo arrivare e avvicinarsi Conor e Ian, con sorriso raggiante Conor ci salutò: <Ragazze buon pomeriggio, che fate?> risposi:
<Stiamo aspettando un taxi, andremo al centrocommerciale, sapete no? Cose da ragazze> entrambi i ragazzi si accigliarono e Conor proseguì: <Perchè non ci avete chiesto un passaggio invece di spendere soldi per un taxi?> alzai le spalle: <Non
ci è venuto in mente, non vogliamo nemmeno risultare
pensati, tranquilli com...> venni interrotta dallo STRONZO:
<Annullate il taxi vi accompagnano noi, tanto dovevamo andare pure noi là> sperai che fu Shy a rispondere al mio posto, perché io lo avrei mandato a cagare: <Molto gentili, peccato che sta per arrivare, sarà per un'altra vol...> anche lei venne interrotta, sempre da Ian: <Ci vediamo là allora, vi aspettiamo nell'atrio>.
Essere così prepotenti a cosa serve esattamente?
Circa venti minuti dopo arrivammo al centro, ma dei
ragazzi nemmeno l'ombra, io non avevo il numero telefonico di nessuno dei due, ma Aisha mi sembra avesse quello di Conor: <Vuoi chiamare Conor per capire dove sono?> Shy alzò le spalle: <Nah, facciamo un giro solo noi due magari li chiamiamo dopo> rimasi un pò confusa: <Come mai ora sei così frenata nei loro confronti?>,
<Bhe se devo essere sincera mi ha dato fastidio il loro
comportamento di ieri sera, hanno mangiato poi una volta finito hanno preso e se ne sono andati, così senza dire nulla, non dico che dovevano per forza rimanere con noi, ma nemmeno andarsene così> effettivamente non aveva tutti i torti Shy, ieri sera se ne sono andati dicendo che dovevano andare a casa di amici: <Mh, hai ragione...dici che si sono sentiti obbligati a stare con noi era sera? Io ho chiesto di cenare insieme perché sembrava una cosa carina da fare>,
<Non penso si siano sentiti obbligati, dico solo che forse si stavano annoiando e volevano fare di meglio, insomma sembrava che non vedevano l'ora di andare sopratutto Ian> stavo per dire qualcosa ma il telefono di Shy prese a squillare, era Conor, sbuffò ma alla fine rispose.
Gli incontrammo davanti a un negozio di giocattoli.
<Ce ne avete messo di tempo ad arrivare> Conor sorrise:
<Si scusate, all'entrata non vi abbiamo visto, che cosa
dovevate fare voi?> chiesi e improvvisamente Ian si mise a guardarmi...ogni volta che avevo i suoi occhi addosso riesco solo a pensare a quanto siano penetranti, puri e incasinati; dopo qualche secondo fu lui a distogliere lo sguardo e a parlare:
<Io devo acquistare un nuovo paio di cuffie> annuì,
<Non è una brutta idea, servirebbero anche a me delle
cuffie nuove> esordì Shy; decidemmo quindi di avviarci in un negozio di elettronica.
Durante la passeggiata parlammo del più e del meno, ma nel mentre il mio telefono prese a squillare, il nome mia madre apparve, cavolo era un pò che non la sentivo, ne lei ne papà, accennai un breve sorriso, Ian se ne rese conto e corrugò la fronte, quanta curiosità... .
Decisi di rispondere ma mi allontanai un pò da gli altri:
<Ciao Mamma!>,
<Mayla tesoro come stai?> la sua voce mi scaldò il cuore.
<Tutto okay, te come stai? È un pò che non ci sentiamo, perdonami è colpa mia>,
<Tutto bene May, non ti preoccupare, è tutto nuovo per te, è normale che hai in programma diverse cose da
sbrigare>,
<Oh si e infatti ora sono al centrocommerciale per fare un pò di shopping!> mia madre si mise a ridere:
<Tesoro questa notizia mi colpisce, da quando ti piace
fare shopping?>,
<Mamma lo sai pure te che per shopping io intendo
compere legate ai libri oppure all'arredamento> la sentì sbuffare. <Si hai ragione...> è dall'inizio della chiamata che la sento un pò distante: <Mamma sei sicura che vada tutto bene?> ci fu un attimo di silenzio e poi sputò il rospo: <No May, la verità è che siamo un pò con l'umore a terra io e papà, sentiamo la tua mancanza e siamo preoccupati che tu ti
dimentichi del fatto che devi curarti e non con superficialità> mi scocciai, è sempre stato così, i miei genitori hanno sempre pensato che io non possa farcela da sola, quando in realtà è sempre stato così, fin dal ricovero, quando i dottori venivano a spigarmi le diverse dinamiche io prendevo appunti e di mia
spontanea volontà mi proponevo per fare le cose da sola.
Questa mancata fiducia da parte loro mi fa male, io so
badare a me stessa!
<Mamma posso assicurarti che va tutto bene...c'è
qualcos'altro che mi devi dire?> non rispose subito quindi supposi di si: <Papà ha accettato un caso particolare...> corrugai la fronte: <In che senso un caso particolare?> mio padre è un avvocato penalista e devo dire che sa spiccare nel suo lavoro, l'ha sempre fatto con passione e determinazione:
<Ha assunto le difese della parte civile del caso...ovvero una famiglia che ha perso il figlio in un incidente stradale...> avevo già sentito abbastanza, ora non vedevo l'ora che la conversazione terminasse: <Sono sicura che papà darà del suo meglio, ora scusami mamma ma devo proprio scappare ci
sentiamo presto però> sentì mia madre sospirare: <Va bene tesoro ci sentiamo preso un forte abbraccio, ti saluto papà>,
<Vi voglio bene>.
Una volta conclusa la telefonata feci un grande sospiro e tornai vicino ai ragazzi.
<Alleluia, ce ne hai messo di tempo, con chi eri al
telefono?> mi chiese Shy: <Ero al telefono con mia madre, era un pò che non la sentivo per quello mi sono trattenuta tanto > risposi sorridendo, lei annuì e prese a parlare con Conor, Ian era a pari passo con me invece; io vorrei parlare con lui, ma ogni volta che ci provo poi incomincia a fare l'arrogante e non è ciò che desidero; feci un bel respiro e incominciai a
taccar bottone: <Quindi ti serve un paio di cuffie nuovo, come mai?> mi guardò e con fare indifferente mi rispose:
<Le ho semplicemente rotte> mi sentì un pò in imbarazzo e a disagio, il suo modo di fare mi stava facendo capire che non aveva
voglia di conversare, almeno non con me... .
Feci per allontanarmi ma con la sua voce roca, Ian catturò la mia attenzione: <Di dove sono i tuoi?> mi sorprese, anche se non mi aveva chiesto nulla di che mi fece piacere, gli sorrisi e risposi: <Oh, allora mamma è italiana, ha sempre vissuto a Milano, non so se hai presente dove sia...mentre papà è di Washington> alzai lo sguardo per guardalo, stava ascoltando con attenzione ciò che gli dicevo; decisi di proseguire: <I tuoi invece sono tutti e due della California?
Sai mi piacerebbe visitarla, non sono una che tollera tanto il caldo, ma è sempre stata una città molto romanzata, la curiosità è tanta ecco> confessai; lo sguardo di Ian però era come perso, appoggiai una mano su sul braccio: <Ho detto qualcosa di sbagliato? Se fosse così perdonami non volevo risultare invadente> lui posò il suo sguardo sul leggero tocco
che ci stava unendo, la paura che si allontanasse di scatto era tanta, ma non lo fece: <No, nulla di invadente; comunque si, i miei sono entrambi della California, mia madre ora abita nella casa in cui sono cresciuto con mia sorella... e il suo compagno> il suo compagno? In che senso?, assunsi un'espressione interdetta e immagino che Ian dovette capirlo
perché aggiunse altro: <Mio padre ci ha lasciato per via di un brutto male quando io ero ancora piccolo, mia sorella era nata da qualche mese> rimasi scioccata, non volevo che si sentisse obbligato a raccontarmelo, ma la cosa non mi dispiacque in realtà...magari questa piccola confidenza potrebbe aggiustare il nostro disastroso inizio: <Mi dispiace tanto Ian, se vuoi parlarne con m...> soffiò una risata, quasi
infastidito: <Non voglio parlare con nessuno ma ti svelo un segreto esserino; nessuno è veramente interessato ad accogliere il dolore delle altre persone...in più non so perché io ne stia parlando con te> mi fece rimanere male, le sue parole erano sempre così taglienti, nemmeno il tempo di ribattere che Conor ci si avvicinò: <Ecco il negozio di elettronica, entrate pure voi ragazze?> sia io che Shy annuimmo.
Il nostro giro al Centro stava proseguendo nel migliori dei modi, ho acquistato due nuovi libri, delle piccole decorazioni per la stanza, qualche tazza strana e mi sono addirittura azzardata a comprare qualche paio di jeans nuovo e diversi maglioni; improvvisamente però i ragazzi furono richiamati da delle persone.
Un ragazzo biondo, alto e con un corpo sportivo ci si
avvicinò, insieme a due ragazzi entrambi mori, uno un pò più chiaro dell'altro e anche loro abbastanza alti; con loro però c'era anche una quarta persona...la riconobbi subito, tale bellezza non era mica indifferente, era la ragazza che stamattina era con Ian.
<Ragazzi che fine avevate fatto? È da questa mattina che cerchiamo di contattarvi> fu il biondino a parlare, Conor rispose all'amico: <Abbiamo fatto un giro, dovevamo comprare delle cose> ma quando Con si girò verso me e Shy spalancò gli occhi: <Ah quasi dimenticavo! Che scemo, loro sono Mayla e Aisha, vivono nel nostro stesso palazzo, andranno anche loro all'UCC> Shy porse la mano a tutti quanti: <Piacere, potete chiamarmi anche Shy> decisi di fare lo stesso anche io: <Potete chiamarmi May> feci un sorriso di circostanza e quando porsi la mano alla ragazza lei
non ricambiò il mio gesto e mi guardò storto.
Ho qualcosa che non va?
Ho qualcosa tra i denti?
Ci accolsero tutti in modo caloroso...tutti tranne una
persona, non capisco cosa abbia contro di noi, nemmeno so chi è, so solo il suo nome, Ellie.
Il biondino si chiama Finn, il ragazzo moro scuro Sean
mentre quello più chiaro Harry, Sean ha occhi nero seppia e un viso particolare, mi ricorda molto Tyler Posey in teen Wolf, mentre Harry oltre ad avere occhi celesti ha anche un viso a dir poco simpatico, il suo sorriso pulito è alquanto contagioso.
<Stavamo pensando di andare in qualche pub questa
sera, siete le benvenute se volete venire ragazze> fu Sean a proporci ciò; la sua richiesta pizzicava la mia curiosità ma la voglia non era molta, mi sentivo particolarmente stanca, sopratutto dopo la corsa di questa mattina: <Mi farebbe molto piacere, ma sarà per un'altra volta, stamattina ho corso molto e sono parecchio stanca, diciamo che non sarei molto
di compagnia> feci un sorriso sincero e poi mi voltai verso Aisha: <Shy se tu vuoi andare vai pure!> mi sorrise:
<Farebbe molto piacere anche a me, ma non voglio lasciare May a casa da sola> le diedi una leggera spinta con la spalla
e cercai di rivolgermi solo a lei: <Ei guarda che so badare a me, esci e divertiti un pò>,
<Ci penso un pò e poi ti dirò > scossi la testa.
Ormai si erano fatte le cinque del pomeriggio e l'unica
cosa che desideravo era tornare a casa; ci eravamo
accomodati al tavolo di un bar insieme ai nuovi arrivati, non partecipai molto alla conversazione in corso, ero in soprappensiero, stavo ancora pensando alla telefonata di mia madre...ma non solo, stavo anche pensando al fatto aver rifiutato la proposta degli amici di Ian e Conor; ho rifiutato si perché ero stanca...ma l'ho anche fatto per via delle mie continue insicurezze, in amicizia non sono mai stata molto fortunata e aprirmi a nuove persone mi viene sempre
difficile, diciamo che ho bisogno del mio tempo.
Inoltre non mi sfuggì il modo in cui Ellie stava appiccicata a Ian, mi capitava ogni tanto di lanciare qualche occhiata, e, quando lei se ne rendeva conto cercava di "marchiare il territorio", ma Ian sembrava sempre molto indifferente.
Non doveva temere nulla però, io di certo non sarei stata un problema, i ragazzi come lo stronzo di certo non si interessano alle ragazze come me; ammetto che ho provato un leggero e fastidioso nel notare questo "contatto" tra i due, ma cercai di accantonare tutto ciò e di ignorare questo campanello d'allarme.
A una certa mi alzai e dissi: <Scusate ragazzi, ma la
stanchezza si sta facendo sentire, vado a vedere se c'è
qualche taxi disponibile, vi auguro una buona serata!> mi porsi verso Shy: <Tu rimani qui?>,
<Sì, ma se vuoi vengo a casa con te> scossi la testa:
<Assolutamente no, divertiti!> feci per andarmene ma venni trascinata indietro da qualcuno: <Hai già prenotato il taxi?> mi ritrovai a qualche centimetro dal volto di Ian: <N-no... volevo prima controllare se ce ne fosse uno già disponibile qua fuori>,
<Ti porto io a casa> rimasi di stucco, perché voleva
accompagnarmi lui a casa, mica doveva andare al pub con i suoi amici? Non oso immaginare le occhiatacce che mi sta riservando Ellie in questo momento.
Accelerai il passo e mi misi di fianco a Ian: <Perchè vuoi portarmi a casa tu? Per me non ci sono problemi a prendere un Taxi; poi mica devi andare al Pub con gli altri?> si voltò a guardarmi: <Esserino, non mi capita spesso di essere gentile, accetta e basta, prima che cambi idea> alzai gli occhi al cielo: <Dire che sei gentile è un'eufemismo> dissi con un filo
di voce, non volevo che sentisse.
Durante il tragitto in macchina nessuno dei due spiccicò parola, era snervante e a dir poco scomoda la situazione.
Ogni tanto senza farmi beccare gli lanciavo qualche
occhiata, accorgendomi di dettagli che i giorni precedenti non avevo colto; la sua mascella, è incredibilmente marcata, le sue mani sono di proporzioni smisurate, ha sempre uno
sguardo attento che gli contorna il volto e un naso perfetto, più guardo Ian, più rimango ammaliata dalla sua bellezza, così naturale, potrebbe stregare chiunque e penso proprio che già lo faccia; improvvisamente ci fermiamo a un semaforo:
<Hai guardato abbastanza esserino?> mi chiese con sorriso scaltro; incominciai a sentire le mie guance andare a fuoco, mi limitai a boccheggiare; Dio non vedo l'ora di scender da questa macchina.
Finalmente entrammo nel parcheggio di casa: <Ehm,
grazie mille per il passaggio...ci si vede> scesi dalla
macchina, ma lo stesso fece pure lui: <So prendere
un'ascensore da sola> gli dissi facendo un lieve sorriso:
<Voglio andare anche io a casa, mi sento un pò fiacco>
annuì. Una volta in ascensore tornò il silenzio, anche se questa volta era lui quello che continuava a fissarmi: <Forse dovremmo smettere di fissarci in continuazione, è un pò strana come cosa...> esordì e qualche istante dopo lo vidi avvicinarsi a me, mi mise due dita sotto al mento e lo alzò delicatamente e i nostri sguardi si incrociarono; potrei stare
ore intere ad ammirare il capolavoro che si ritrova nell'occhi, sfumature giallastre che incontrano rami scuri e mischiandosi creano una foresta meravigliosa, piena di luoghi da scoprire:
<Cosa dovremmo fare allora Mayla?> nel mentre si
sporgeva sempre di più verso di me, io istintivamente schiusi le labbra, che ormai erano a un millimetro dalle sue, all'improvviso il campanello dell'ascensore mi avvertì dell'arrivo al mio piano: <Sembra che tu sia arrivata al capolinea esserino> chiusi le labbra e mandai giù il groppo che mi si era formato in gola, Ian con un sorrisino strafottente si allontanò: <B-buonanotte e g-grazie ancora> uscì senza alcuna risposta.
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A BOLUS OF HAPPINESS
RomanceL'incognita del domani può essere il pensiero peggiore per tutti noi, sopratutto quando il dolore prende il sopravvento. La vita può cambiare da un momento all'altro e Mayla Mckanzie questo lo sa bene. In un giorno come gli altri si può venire a con...