3.
Arrivammo al parcheggio del condominio e una volta scesa dall'auto cercai di fare il più in fretta possibile a prendere le buste, volevo assolutamente sfuggire da questa situazione così stressante e buttarmi sul divano : <Vuoi una mano a portarle su?> Ian mi si avvicinò: <No, ma ti ringrazio, per fortuna c'è l'ascensore> risposi e lui con un cenno al capo si allontanò.
Una volta a casa non mi buttai sul divano come da programma bensì insieme ad Aisha incominciammo a sistemare la spesa: <Mi spieghi perché non ci siamo fatte aiutare per portare su la spesa da Ian e Conor?> feci spallucce: <Perchè potevamo benissimo farcela da sole...comunque devo fare una telefonata dammi qualche minuto e torno subito>mi allontanai dal soggiorno e mi diressi in balcone, dovevo assolutamente chiamare i miei genitori, era una cosa che continuavo a rimandare ; due anni fa le nostre vite sono cambiate drasticamente, ci sono cose che ancora devo accettare e altre che per fortuna sto imparando a fare, come la mia malattia, che ormai è una compagna di vita per me, peccato che i miei genitori non la pensino proprio così e non c'è momento in cui non me lo facciano capire, mi dispiace così tanto vederli soffrire..ogni volta che devo farmi un'iniezione di insulina, ogni volta che vado in ipoglicemia e iperglicemia...ma io non avevo e non ho bisogno di questo, avevo e ho tutt'ora bisogno di sentirmi protetta e non in cosante angoscia...quando c'era mio fratello io mi sentivo al sicuro e incredibilmente forte, so per certo che nonostante ciò che il mio corpo aveva deciso di "regalarmi" lui avrebbe continuato a trattarmi normalmente, come se nulla fosse cambiato in me.
Smisi di nuotare nei miei pensieri quando il telefono prese a squillare, e, qualche istante dopo la voce di mia madre prese vita: <Tesoro! Allora come stai? Non ti sei fatta più sentire da quando sei atterrata! Dai dai raccontami!> scoppiai a ridere, quasi mi mancavano i suoi quarti gradi: <Ciao mamma, papà è là con te?>,
<Si è qua, sei in viva voce> sentì infatti la voce di mio padre che mi salutava: <Ciao papà! Visto che siete insieme allora vi racconto di questi due giorni...>.
Era calata la sera e verso le nove io e la mia coinquilina eravamo comode sul divano con in mano due belle tazze di latte fumanti piene di cereali, mentre chiacchieravamo di sottofondo in televisione davano Jurassic park; tutta la saga, sin dai Jurassic world mi è sempre piaciuta molto, mi capitava spesso si mettermi a fare una maratona di essa: <Siamo solo al sette settembre e fa così freddo!> disse Aisha strofinandosi le mani: <Hai ragione, però ti confesso che io ho sempre preferito il freddo al caldo, quindi devo dire che sto bene> risposi accennando un sorriso: <Sei pronta? Tra non meno di quattro giorni iniziano le lezioni, io sono così spaventata, ho troppa paura di non esserne all'altezza> le sue parole mi fecero un certo effetto: <Perché ti devi buttare giù ancor prima di averci provato? Shy queste sono le classiche occasioni che ti capitano una sola volta nella vita, cerca di vivertele al massimo!> mi regalò uno sguardo gentile e poi mi chiese: <In cosa vorresti laurearti?> cercai di sistemarmi sul divano in modo tale da poterla guardare in volto: <Psicologia del comportamento criminale, invece tu?>
<Io in Zoologia, amo perdutamente gli animali> a quella risposta non riuscì a trattene un sorriso, gli animali sono creature così belle, fragili e rare, l'essere umano non dovrebbe avere il privilegio di condividere la terre con creature tanto spettacolari.
Erano le tre del mattino e questa era una di quelle notti in cui non riuscivo a dormire, troppi pensieri mi rimbalzavano in testa; presi una felpa verde e tirai su il cappuccio e dopo aver constatato di essere incredibilmente ridicola con indosso i pantaloni del pigiama rosa con la stampa di piccole ciambelline glassate e calzettoni bianchi pelosi decisi di dirigermi in balcone a prendere una boccata d'aria.
Lo spazio era ampio e in più c'era una poltrona sospesa per lounge con all'interno due morbidi cuscini bianchi, mi sedetti e mi misi a fissare il cielo constatando che le stelle non si vedevano bene, molto probabilmente erano coperte da grandi nuvoloni, l'indomani avrebbe piovuto e la cosa mi elettrizzava, sono sempre stata molto attratta dalla pioggia, ne sono innamorata, mi rilassa e mi fa sentire a casa in un certo senso.
Mi alzai e mi diressi al parapetto in vetro opaco per ammirare l'oscurità della notte e le luci della città mischiarsi, ma la mia attenzione qualche istante dopo venne catturata da una scia di fumo che proveniva da qualche balcone più in basso e sporgendomi il giusto notai subito Ian, stava fumando una sigaretta e nel mentre notai che il suo sguardo era anch'esso proiettato sulla città, ammetto che quel ragazzo mi intriga, forse siamo partiti col piede sbagliato, anzi quasi sicuramente, nessuno mi vieta di provare a rimediare peccato però che qualcosa a cui non so dare un nome mi assilli dicendomi di dover stare alla larga da quel ragazzo.
*
Mi svegliai per via di un forte vociare che proveniva dal soggiorno, prima di alzarmi definitivamente dal letto volevo però capire che ore fossero, presi il telefono che la sera prima avevo lanciato nel letto e vidi che erano solo le sette e mezza del mattino, avevo dormito forse tre ore...; una volta in piedi aprì la porta sbadigliando : <Shy mi spieghi perché sei già sveglia?> terminai lo sbadiglio e spalancai gli occhi, tutto mi sarei aspettata tranne vedere Conor, Ian e Aisha seduti al tavolo che facevano allegramente colazione: <May! Conor e Ian ci portano al mare!> cercai di sembrare il meno sconvolta possibile: <Questo pigiama ti sta divinamente Mayla> sentì il pizzico di ironia nella voce di Conor: <Sai sono completamente d'accordo con te...quindi andiamo al mare, bene più precisamente dove e come?>,
<Se non ho capito male andiamo in una spiaggia non m molto lontano dal porto di Cork> fu Aisha a rispondere ma subito dopo anche lo stronzo parlò: <Esatto e andremo in moto, tu con me e Conor con Shy> io non guardavo nella direzione di Ian ma sentivo il suo sguardo addosso e ammetto che la cosa mi mise a disagio,
<Oh va bene, allora vado a preparami>.
Feci una doccia e subito dopo asciugai i miei capelli, che erano più dritti degli spaghetti, mi misi un paio di jeans chiari, dei texani alti beige, una maglietta semplice bianca a maniche corte e sopra di essa mi infilai un maglione casual del medesimo colore degli stivali, mi truccai in modo leggero, spruzzai un pò di profumo e con in grembo un chiodo bianco uscì dalla stanza: <Finalmente ce l'hai fatta, dai sono già le otto e noi dobbiamo fare quasi un ora di strada, vorrei evitare di guidare in moto mentre piove> rettifico, io non ho assolutamente intenzione di rimediare con questo ragazzo: <Se ti scocciava così tanto aspettarmi potevi pure incominciare ad andare, avrei chiamato un taxi> mi guardai intorno: <Conor e Shy sono già partiti?> scosse la testa: <No, ci stanno aspettando giù però, Aisha non vedeva l'ora di vedere la moto di Conor> subito dopo proseguì con tono curioso: <Dimmi una cosa però...devo preoccuparmi di te in qualche modo per caso esserino?> fece qualche passo e si avvicinò al mio viso, i nostri nasi erano a qualche millimetro di distanza; interdetta risposi: <Perché dovresti?> le sue labbra si alzarono in un sorriso furbo: <Ti piace osservare vero?> ci misi qualche istante prima di capire che mi aveva beccata al balcone! La mia espressione assunse la stessa del dipinto l'urlo di Munch: <S-Scusami, io volevo solo capire da dove proveniva la scia di fumo> mi misi a riflettere un attimo però e qualche istante dopo mi allontani da quel contatto: <Anzi non mi scuso, non ho fatto assolutamente nulla di male...e-e poi dobbiamo andare, prima che si metti a piovere veramente> lo urtai con la spalla e lo superai.
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A BOLUS OF HAPPINESS
RomantizmL'incognita del domani può essere il pensiero peggiore per tutti noi, sopratutto quando il dolore prende il sopravvento. La vita può cambiare da un momento all'altro e Mayla Mckanzie questo lo sa bene. In un giorno come gli altri si può venire a con...