Chapter Three

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Alla fine delle lezioni, quell'aura positiva che aveva accolto gran parte dei quartieri della contea, improvvisamente, si stava dissolvendo, lasciando spazio ad un manto invisibile di terrore e preoccupazione che avrebbe lentamente minacciato la sicurezza di quella povera gente che gelosamente custodiva l'incolumità della propria famiglia. Il sole iniziava a calare, le strade cominciarono a spopolarsi, le finestre furono sigillate e le porte bloccate, il tutto sembrò tacere in un religioso silenzio e quello che si riusciva ad udire era solamente il fruscio del vento che portava via con se le cartacce e i rifiuti accumulati sui marciapiedi. La gente, dopo aver provato sulla propria pelle l'esperienza di cosa significasse passeggiare per le vie del Bronx durante quella fascia oraria pomeridiana, aveva potuto constatare quanto fosse da stupidi ed incoscienti ricommettere quello stesso errore. Nessuno ormai osava mettere piede fuori casa verso le otto di sera perché quell'azione avrebbe significato solamente cacciarsi nei guai. I bambini e per di più le bambine, che correvano sfortunatamente maggior pericolo, venivano nascoste in qualche cantina sotto casa, perché poteva accadere che durante la notte qualche sporco disgraziato venisse a prenderle con la forza sotto l'ordine di qualche boss. Capitò molto spesso, in passato, che qualche scagnozzo si fosse presentato per sottrarre dalle mani di una povera madre la figlia ancora innocente e pura. Vi starete chiedendo il perché di tutto questo, beh, è molto semplice per chi ovviamente considerava l'abuso sui minori un qualcosa di normale. Le bambine venivano spesso, se non sempre, violentate, maltrattate e costrette alla prostituzione già dall'età di dodici anni. I ragazzini, invece, venivano istigati a compiere azioni riprovevoli tra cui lo spaccio di droga e la violenza per prepararli in qualche modo alla vita che in seguito, divenuti adulti, sarebbero stati costretti a intraprendere. Sembra assurdo, sembra così ingiusto e disonesto, ma era così e nessuno ancora aveva avuto il coraggio di ribellarsi anche perché gli sarebbe costata la vita. Così, mentre vi erano persone che cercavano disperatamente di nascondersi dentro le proprie case per sfuggire a quei pericoli, altre invece, si preparavano alla festa che avrebbe dato il benvenuto ad una gang che qualche anno fa aveva lasciato questo posto per poter affermare il proprio potere anche nel resto di New York. Questi erano i Born To Kill.

Mia: -le ragazze agitavano i lunghi capelli, i ragazzi dimenavano i fianchi avvolti nel cuoio e la pelle nuda scintillava di sudore. Mani come piume leggere carezzano l'aria muovendosi liberamente, mille note che fondendosi nell'aria accrescevano l'adrenalina in quei corpi dannati immersi nella pista, il ritmo incalzante giungeva al gelido buio della notte trascinando noi stessi in una realtà immaginaria fatta da movimenti seducenti e violenti. Gli occhi si chiudevano mentre i cuori si lasciavano trasportare in un vortice saturo di emozioni e il nostro pensiero più inconscio veniva guidato dall'alcool e dalla droga, che scorreva imperterrita dentro le nostre vene come un desiderio represso, che cercava di emergere dalle macerie di un cuore malato. Ed era così che insieme, corpo contro corpo, pelle contro pelle, costruivamo un mondo, parallelo a quello che vivevamo, dove era possibile raggiungere, anche per pochi istanti, la felicità eterna, là dove le sensazioni più belle, l'adrenalina, l'energia, la passione, l'eccitazione si manifestava attraverso i corpi in cui riflettevano, per via del sudore, le fiamme ardenti dei bidoni infuocati disposti in cerchio, quel cerchio che raggruppava quella schiera di anime che, prive ormai di paura, si lasciavano risucchiare in una spirale sotterranea, lì dove stava il loro posto, all'inferno. Erano passate già quattro ore dall'inizio del raduno e tra la folla dei vari gruppi, che si erano formati in zona, iniziava a sentirsi nitida l'impazienza di incontrare il famosissimo ragazzo che era riuscito a far diventare quella che una volta era semplicemente una comitiva di ragazzi in una vera e propria temibile gang d'America. Io era già da un pezzo che vagavo per i fatti miei tra la gente che continuava ad accumularsi, ora in ora, in quel quartiere di merda dove si doveva svolgere l'incontro. Personalmente, dopo aver ballato e bevuto un po' iniziavo a sentirmi debole e affamata, avevo bisogno di sedermi e rilassare la mente. Le immagini che mi scorrevano davanti, mi apparivano scure e deformi, la testa girava e l'ansia aumentava, il respiro iniziava a sentirsi appena e i battiti pulsavano al petto in preda al panico, avevo bisogno di qualcuno, avevo bisogno di Ray. Improvvisamente, mentre lottavo per fuggire da quel gruppo che ballava e mi urlava all'orecchio, sentii qualcuno afferrarmi il polso e d' istinto mi voltai velocemente, guadagnandomi un capogiro, fanculo- "Ehi bellezza vieni, balliamo un po' " - e come se non ci bastasse, in quel cazzo di momento mi ritrovai un metro e ottanta di pura bestialità davanti. Rasato con due sopracciglia capaci di riscaldare un' intera popolazione colpita dal freddo polare, baffetti alla Zorro, appena spuntati, e per migliorare il tutto, un bel culo sul mento- Togliti dal cazzo, pezzo di merda, che solo la tua faccia fa venir voglia di strapparti le palle e darle al mio macellaio di fiducia -il tizio sembrò risvegliarsi da un sonno profondo, perché di colpo mi guardò scioccato- Si parlo proprio con te Rambo, leva la tua mano dal mio polso sennò giuro che faccio un miracolo a quella tua faccia di cazzo -ecco, adesso si che ero persa del tutto-

The Jesus Of SuburbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora