Nelle profondità dell'oscurità

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La scala scendeva in un vortice di oscurità, come se stesse inghiottendo la luce stessa.

Ogni gradino era logoro e scricchiolava sotto i loro piedi, mentre il gruppo si avventurava sempre più in profondità nelle viscere dell'ospedale abbandonato.

Alice, tenendo saldamente il libro antico contro il petto, si sentiva come se fosse stata trascinata in un incubo vivente.

Ogni scalino che scendeva sembrava portarli sempre più lontano dalla sicurezza e sempre più vicino all'orrore insondabile che permeava ogni angolo di quel luogo maledetto.

Mark, con il cuore che batteva in gola, illuminava il cammino con la sua torcia tremante.

"Dove diamine stiamo andando?", mormorò tra sé e sé, sperando di non ricevere una risposta che confermasse i suoi peggiori timori.

Sarah, che seguiva da vicino Alice, si aggrappava disperatamente alla sua guida come se fosse l'unico ancoraggio che la separasse dal caos che li circondava.

"Non posso fare questo", sussurrò, la voce rotta dal terrore. "Non dobbiamo essere qui..."

Tom, il più vicino alla coda del gruppo, continuava a filmare con la videocamera, anche se ogni istinto gli gridava di smettere e di scappare da quel posto maledetto.

Ogni tanto, la luce fioca della sua torcia rivelava ombre che sembravano danzare lungo le pareti delle scale, come se le tenebre stessero prendendo forma propria.

I loro passi echeggiavano sinistramente lungo il tunnel, un suono che sembrava risvegliare antichi echi di sofferenza e disperazione.

L'aria era impregnata di un freddo umido che sembrava penetrare fino alle ossa, mentre il vento sibillava attraverso fessure invisibili, portando con sé il lamento di anime perdute.

Dopo un'eternità di discesa, finalmente giunsero a un'antica porta di ferro arrugginito, il cui meccanismo sembrava resistere al tempo stesso.

Alice si avvicinò con cautela, sfiorando la superficie fredda con la mano tremante. "Dovrebbe essere qui... il cuore dell'oscurità."

Mark annuì, una risata nervosa bloccata nella gola.

"Che diamine significa 'cuore dell'oscurità'? Sembra una cattiva trama di un film dell'orrore..."

Sarah tremava visibilmente, ma la sua curiosità si mescolava con il terrore. "Forse questo è il centro di tutto. Forse qui possiamo trovare le risposte che cerchiamo... o il nostro peggior incubo."

Con un respiro profondo, Alice afferrò la maniglia della porta e la girò lentamente.

Un grido di ferro arrugginito ruppe il silenzio, un suono che sembrava protestare contro il suo stesso movimento.

La porta cigolò aperta, rivelando un'oscurità così profonda che sembrava divorare la luce della loro torcia.

"Che Dio ci aiuti", mormorò Tom, la sua voce un filo sottile nella notte.

Con un cenno di Alice, il gruppo avanzò dentro, immergendosi nell'ombra che li attendeva dall'altra parte.

Il passaggio si apriva su una vasta sala sotterranea, le pareti erano irregolari e umide, ricoperte di muffa che sembrava vivere e respirare con il loro stesso ritmo.

Al centro della stanza, una luce fioca proveniva da una serie di candele nere disposte in cerchio intorno a un'antica pietra sacrificale. Il suolo era segnato da strani simboli incisi, che emanavano un'aura di potere oscuro.

Il gruppo avanzò con cautela verso il centro della sala, la tensione nel loro petto crescendo a ogni passo.

Alice si avvicinò alla pietra sacrificale, il suo respiro visibile nel freddo dell'aria sotterranea.

"Questa è la fonte del male che ha attirato il dottor Blackwood qui," disse con voce ferma, cercando di mantenere la calma mentre i brividi le correvano lungo la schiena.

Mark si fermò a qualche passo di distanza, gli occhi fissi sul cerchio di candele nere. "Cosa stanno cercando di fare qui? Qual è il loro scopo?"

Prima che qualcuno potesse rispondere, un vortice di vento si levò improvvisamente intorno a loro, facendo lampeggiare le fiamme delle candele e gettando ombre contorte sulle pareti umide.

Un ululato straziante risuonò nell'aria, facendo tremare le fondamenta stesse dell'ospedale.

E poi, nel caos repentino, Sarah scomparve.

Un grido di terrore si librò nel vuoto, ma non ci fu risposta. Solo il suono sinistro del vento che ululava attraverso la sala vuota.

 Solo il suono sinistro del vento che ululava attraverso la sala vuota

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