L'Ospedale Abbandonato

Il richiamo dell'abisso

La stanza era avvolta in un silenzio inquietante, interrotto solo dal fioco bagliore delle candele nere che bruciavano con una luce tremolante.

Sarah giaceva sul pavimento, liberata dalle catene ma immobile, con gli occhi sbarrati e il respiro affannoso.

Alice, Mark e Tom si avvicinarono con cautela, scrutando con occhi spaventati la loro amica.

L'energia magica liberata dalla cerimonia pulsava nell'aria, emanando un senso di oppressione e malevolenza che sembrava palpabile.

"Sarah, sei con noi?" chiese Alice, la voce incerta mentre cercava di toccare leggermente la spalla della sua amica.

Sarah sollevò lentamente lo sguardo, gli occhi ancora vuoti di qualsiasi luce umana.

"Dove... dove siamo?" mormorò debolmente, la voce appena udibile.

Mark si chinò su di lei, con un misto di angoscia e disperazione dipinto sul volto. "Siamo qui, Sarah. Siamo riusciti a trovarti."

Tom, nel frattempo, continuava a filmare ogni dettaglio, la videocamera che catturava ogni momento di questo strano rituale che li aveva portati fino a lì. "Sarah, cosa ti è successo? Cosa hai visto?"

Sarah scrollò la testa lentamente, come se cercasse di scacciare incubi che persistevano anche nella veglia.

"Era... tutto buio. Non riuscivo a vedere nulla. Ma potevo sentire... sentire la sua presenza. Era come se volesse... prendere il controllo."

Alice annuì con gravità, intravedendo nelle parole di Sarah un'ombra di un terrore che la scosse profondamente.

"Abbiamo risvegliato qualcosa di antico e malvagio qui. Una forza che ha trascinato anche il dottor Blackwood in questo incubo."

Mark si alzò lentamente, scrutando le ombre che sembravano danzare lungo le pareti di pietra.

"Dobbiamo trovare un modo per uscire da qui. Non possiamo rimanere imprigionati in questo luogo per sempre."

Con passi incerti, il gruppo si avvicinò all'entrata attraverso cui erano entrati, sperando di trovare una via d'uscita da questo labirinto di malefici e antiche maledizioni.

Ogni passo che facevano sembrava pesare come se il peso dell'oscurità stessa li avesse avvolti.

Ma appena raggiunsero il passaggio, una risata straziante riecheggiò attraverso le pareti di pietra. Era la stessa risata che li aveva terrorizzati prima, un suono che faceva tremare le loro anime.

"Non andate via così presto," disse una voce, un'eco che sembrava provenire da tutte le direzioni contemporaneamente. "Avete appena iniziato a capire la verità di questo luogo."

Alice si voltò con determinazione verso la direzione della voce, stringendo il libro antico contro il petto come un'amuleto di protezione. "Chi sei? Cosa vuoi da noi?"

La risata si trasformò in un sibilo malvagio, un suono che portava con sé il gelo della tomba.

"Sono il guardiano di questo luogo. Ho visto re e regine cadere ai miei piedi. Voi non siete diversi."

Mark si avanzò, cercando di affrontare direttamente l'entità che li tormentava.

"Ci hai portato qui per un motivo. Vogliamo sapere cosa è successo al dottor Blackwood. Vogliamo trovare un modo per uscire da questo incubo."

L'entità sembrò ponderare le sue parole per un momento, come se stesse valutando il loro valore.

"Il dottor Blackwood ha cercato il potere che non poteva controllare. Ha aperto porte che non avrebbe dovuto aprire. Ora è legato a questo luogo, come voi."

Tom continuò a registrare tutto, la sua videocamera che catturava ogni sfumatura di paura e speranza nel volto dei suoi amici. "C'è un modo per liberarci da qui? Che cosa vuoi da noi?"

L'entità emise un riso lungo e straziante, un suono che li fece rabbrividire fino al midollo.

"Ci sono sempre scelte da fare, piccoli umani. Ma ogni scelta ha un prezzo."

Con un'ondata di vento freddo, l'entità scomparve nel buio, lasciando il gruppo di amici a guardarsi l'un l'altro in silenzio.

Le loro menti erano piene di domande senza risposta, mentre cercavano disperatamente una via d'uscita da questo inferno che li aveva inghiottiti.