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Quando apre gli occhi si sente strano.
Ricorda perfettamente di essersi addormentato sul materasso appoggiato sul pavimento e soprattutto ricorda di averlo fatto da solo.
A giudicare dalla luce che filtra dalla finestra deve essere molto presto e la casa è ancora completamente immersa nel silenzio. Forse può dormire ancora qualche ora, riposarsi e ricaricarsi bene in vista della domenica che lo aspetta.
Dovrà passare tutto il giorno a stretto contatto con Simone e si sta rivelando più difficile del previsto.
Vorrebbe davvero dormire ancora un po', ma ha un gran caldo ed un peso gli impedisce di muoversi.
Ha un braccio di Simone avvolto intorno alla vita ed il suo petto appoggiato alla schiena.
Sente il suo calore, il suo odore e la sua presa possessiva e deve ricordare a se stesso che non stanno più insieme. Deve impegnarsi molto per non ignorare il fatto che sono separati da sei mesi.
È che tra le sue braccia è sempre stato troppo bene e forse può fingere che sia tutto come prima ancora per un po'.

Quando Simone muove il bacino e sfrega, forse inconsapevolmente, l'erezione mattutina sul suo fondoschiena, Manuel deve soffocare un piccolo gemito.
Non vuole cedere e non cederà. Lo ha tradito, gli ha spezzato il cuore, non cederà... eppure è tutto così bello. Tutto così caldo e soffice e famigliare.
Gli basterebbe solo voltarsi, incontrare le labbra di Simone con le sue, baciarlo e poi scoparselo fino a perdere la ragione.
Era il loro modo di svegliarsi nelle domeniche pigre. Mille baci e poi facevano e rifacevano l'amore, passando praticamente tutta la giornata senza vestiti.

Non va a letto con nessuno dai sei mesi e Simone è sempre il suo Simone, meraviglioso e bellissimo, però...

...segue l'istinto, si volta nel suo abbraccio e lo bacia quasi con rabbia.
Gli strattona i capelli per avere un accesso migliore alla sua bocca e poi, senza staccarsi dalle sue labbra, gli abbassa leggermente i pantaloni. Si libera velocemente dei suoi e poi torna a baciarlo con foga.
Si stacca giusto il tempo necessario per sussurrare qualcosa direttamente sulle sue labbra.

«Non significa niente.»

E poi è solo passione. Gemiti soffocati l'uno sulle labbra dell'altro e unghie conficcate nella schiena.

Simone sembra voler rallentare, rendere tutto più romantico e lento, ma Manuel non è dello stesso avviso. Non stanno facendo l'amore dolcemente come quando erano due ragazzini innamorati ed inesperti, stanno semplicemente sfogando mesi di rabbia e frustrazione.
Gli strattona i capelli per allontanarlo dal suo collo, ormai ricoperto di baci, per poterlo guardare bene negli occhi.

«Scopami.»

Vuole mettere ben in chiaro le cose, non è niente di più di un contatto fisico privo di sentimenti. Aspetta una reazione da parte dell'altro, ma Simone si ferma a guardarlo e accenna un sorriso, forse speranzoso.

«Manu... non così. Con calma.»

Prova a baciarlo, un bacio tutto labbra e carezze sulla nuca ed a quel punto Manuel si scosta da lui perché non esiste che si lasci andare così facilmente, non abbasserà la guardia, non gli permetterà di prendersi ancora un'altra parte di sé.
Lo sta ancora stringendo per i fianchi e lo guarda con occhi languidi ed è tutto completamente sbagliato. Manuel non vuole niente di questo, non desidera invischiarsi ancora di più e aggiungere altri ricordi al suo dolore. È pienamente consapevole che se si lasciasse andare, non cambierebbe nulla perché l'ha ferito troppo e troppo profondamente. Due baci ed una scopata in un letto non faranno certo la differenza.
Infastidito prova ad allontanarsi, ma la presa sui suoi fianchi rimane ben salda.
Fa leva con le mani sul suo petto e si sposta indietro il più possibile.

«Lasciami.»
«Ma io... perché?»
«Simo... ho detto lasciami.»

Simone lo lascia andare e Manuel si alza dal letto e va a chiudersi in bagno.
È stato solo un momento di debolezza, qualcosa che non si ripeterà. Si infila nella doccia e apre l'acqua fredda.
Il corpo gli si riempie di brividi, ma accaldato com'è, non ci fa nemmeno caso. Quando inizia a sentirsi più lucido e sveglio, regola la temperatura dell'acqua e rimane sotto la doccia a riflettere.
Si pente di essersi spinto così oltre, si pente di avergli permesso di avvicinarsi tanto e la cosa che fa più male è che un minuscolo angolino di lui è pentito di essersi alzato.
La cosa che più lo sconvolge è forse non averlo respinto subito. Si è infilato nel suo letto mentre dormivano e Manuel non ha fatto assolutamente niente per cacciarlo via. Lo ha baciato e stretto forte e riempito di graffi.
Simone rimarrà per sempre il suo punto debole, è cosa certa, ma situazioni come quella di poco prima non dovranno mai più ripetersi. È finito il loro tempo. Finito il tempo della Manuel e Simone associati.
Ora sono due estranei, due persone che hanno condiviso un pezzetto di vita insieme ed ora devono necessariamente prendere strade diverse.

Quando esce dalla doccia Simone è seduto sul letto. Ha sistemato il materasso al suo posto ed è lì fermo e sembra perso nei suoi pensieri.
Manuel cerca comunque di fare uno sforzo e non dimostrarsi troppo ostile, lo odia, è vero, ma forse per il bene dei loro genitori possono cercare di comportarsi un po' meglio.

«La doccia e tutta tua se vuoi.»
«Oh grazie...»
«C'è il bagnodoccia alla vaniglia che ti piace, mia madre si ricorda sempre di comprarlo quando veniamo qui...»

Manuel sorride ed è assurdo pensare che poco prima stavano per fare sesso letteralmente sul pavimento di quella stanza ed ora non riescono nemmeno a guardarsi in faccia.

«Quindi è così? Non ne parleremo?»
«Di che dobbiamo parlare?»
«Di quello che stava per succedere poco fa?»
«Non c'è niente da dire.»
«Io credo che ci sia parecchio da dire...»
«No Simò, non c'è niente da dire perché non significa niente.»
«Non puoi farmi questo... io ho sbagliato, ma non puoi illudermi e poi...»
«Vuoi delle scuse? Ok, mi dispiace, ma tranquillo non capiterà più. Passiamo questa giornata e poi ognuno per la sua strada.»
«Io ti amo...»
«Lo so e... anch'io.»
«E allora?»
«Simò... amarti non cambia le cose. Vai a farti la doccia, io ti aspetto di sotto.»

Simone esita un secondo, ma con l'espressione di uno che sta per scoppiare a piangere si avvia verso il bagno e, una volta dentro, chiude la porta alle sue spalle. Manuel rimane nella stanza il tempo necessario per vestirsi e sistemare le sue cose, cercando di ignorare i singhiozzi che provengono dal bagno.

Aver ammesso ad alta voce di amarlo ancora lo ha letteralmente distrutto. Non avrebbe dovuto dirlo, non avrebbe dovuto concedere a Simone tutto quel potere, lo ha tradito, non si merita di saperlo. Non merita di sentirsi ancora in qualche modo importante.
Ha buttato nel cesso anni di relazione per assecondare un prurito, non merita che Manuel stia così male per lui.

Forse si sono messi insieme quando erano troppi giovani, forse avrebbero dovuto togliersi qualche sfizio in più prima di impegnarsi seriamente... ma forse è stato solo Simone a non essere in grado di mantenere le promesse perché Manuel, per la miseria, da quando ha ammesso a se stesso di amarlo, da quando l'ha baciato quel giorno sul bordo della piscina, non ha più nemmeno guardato un'altra persona.
C'era solo lui e gli bastava, a quanto pare però per l'altro non era così.
Simone voleva di più ed è andato a cercarlo in un letto diverso, tra altre braccia, su altre labbra.

Si veste in fretta ignorando il groppo che gli si sta formando in gola e poi, dopo un'ultima occhiata alla porta del bagno, scende in cucina, mentre piano piano la casa si riempie di rumori e voci.

Tazzine estranee e deodoranti al pinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora