Dopo aver raccontato ciò che riuscivo a raccontare a loro con ancora la paura di quel sogno, entrò nel bagno Gulliver con la sua "leccapiedi": "ehm, Gulliver, non ti sembra di essere troppo cattiva con Jennifer?" Chiese timidamente la leccapiedi," no! É quello che si merita!" Rispose freddamente Gulliver "ma, dopotutto Edward non é neanche il più carino della scuola... Perciò perché ci stai provando se puoi avere di meglio?" Replicò con pietà la leccapiedi, "sai Julia, per essere popolari come me devi avere ai tuoi piedi gente popolare, ma non solo! Oramai la stirpe degna di essere a capo, sta svanendo e per ciò essa deve avere anche l'appoggio di quello degli ultimi gradini come Edward, anzi, lui essendo l'ultimo porterà dalla mia parte tutti quelli del suo bassissimo rango!hahahhah" Julia quasi iniziò a preoccuparsi, ma ormai ci era abituata.
Io e le mie migliori amiche, rimaste nascoste dietro a gli armadietti rimanemmo di stucco, anzi peggio. Come vi sentireste se la ragazza più popolare, ricca e appoggiata della scuola stesse provando a rubarvi il ragazzo solo per divertimento?
Dopo questo suonò la campanella e dovemmo andare in classe ma appena uscite dal nascondiglio, vedemmo arrivare Gulliver che mi scrutò da cima a fondo e subito dietro, che abbassò lo sguardo appena mi vide, Edward. Subito lei iniziò la sua sfilata nel corridoio dirigendosi verso di noi.Il mio primo pensiero fu [cosa i fa Edward vicino a Gulliver?], ma è inutile dire che ripercorsi attimo per attimo tutto il mio sogno, ed un brivido mi percorre lungo la schiena, mentre le mie ghiandole lacrimali si stavano attivando, creando una spessa pellicola di lacrime che per un' attimo mi offuscò la vista oltre che la razionalità. Mi asciugai subito la lacrima fuggiasca che stava rigando la mia guancia sinistra, sperando nessuno mi avesse visto, anche se le mie amiche mi lanciarono uno sguardo di supporto accompagnato da due sorrisi gentili. Avevano capito perfettamente. Gulliver avanzò dritta, puntandomi come farebbe un'animale durante il periodo di caccia, arrivata a mezzo metro da me, incrociò le braccia facendo dondolare sul gomito la sua nuovissima borsa di Michael Corse rosa-Barbie con il pompon abbinato ed insieme a lei, arrivò un tornato di profumo che mi stordì. Appena sistemati i capelli iniziò attaccandomi:" che fai adesso, ti sei talmente abbassata da seguirmi e origliare di nascosto?" Disse con quel suo tipico tono saccente " noi non stavamo origliando, stavamo andando in classe; ma tu credi veramente che ci sia qualche sfigato che vuole origliare le tue conversazioni banali? Chi ti credi di essere?" "Ma come, è ovvio, io sono la migliore, la più bella, la più ammirata, e la scuola è il mio regno." Rispose prontamente elencando come un filastrocca mentre Giulia dietro la incitava. Poi la nostra attenzione si spostò verso un armadietto che era in mezzo tra me e Gulliver, che traballava. Gulliver fece un segno a Julia che sembrò riluttare nell'aprire l'armadietto, Gulliver sembrava spazientirsi cosi si girò fulminando Julia che all'improvviso sembrava avere più paura di Gulliver che dell'armadietto, così l'aprì facendo uscire di corsa Alan, un ragazzo prodigio di scienze e criminologia ma considerato un sfigato, era un ragazzo normalissimo, senza nessun segno particolare, se non per una voglia che aveva tra l'inizio della clavicola e la base del collo. Provò a scappare ma Gulliver lo prese per il cappuccio della felpa fermandolo di colpo. "-credi veramente che ci sia qualche sfigato che vuole origliare le tue conversazioni banali-" disse Gulliver caricando una versione infantile della mia voce "hahahaha certo che si, come vedi ne abbiamo un esempio proprio qui, davanti a noi" disse Gulliver sciarbottando Alan. "Bene, adesso che abbiamo chiarito i nostri ruoli in società devo andare dall'estetista, perché mentre afferravo la TUA felpa" disse lanciando un'occhiata fulminante ad Alan "mi si è scheggiato il semipermanente. La tua impopolarità rovina anche la mia bellezza" sottolineò dandosi arie, spostandosi indietro i capelli, alzando un'altro polverone di profumo-pesticida, lasciando bruscamente la felpa di Alan e aspettandosi un contentino da parte di Julia. "Nikki, Caroline, andiamo in classe" dissi girandomi dando le spalle a Gulliver e Julia. Fatto un passo mi fermai, mi girai:"Edward tu non vieni?" Ero sicura che la speranza dai miei occhi fosse arrivata direttamente ad Edward, ma non fu così; evidentemente non lo volevo neanche io, chi lo sa. Non mi rispose, rimase nascosto dietro Gulliver, che si stava pavoneggiando nel vedere questa scena. "Hey aspettatemi io vengo con voi!" Disse Alan a noi tre "scusami principessa ma ho un esame di chimica che mi aspetta" si girò cercando di marciare la mano di Gulliver, m quest'ultima levò di corsa la mano con una faccia schifata, poi cercò di corsa il disinfettante che aveva nella borsa per pulirsi il dorso della mano. Andammo tutti e quattro nelle nostre rispettive classi. Vedere Edward così servizievole verso una persona tanto spregevole mi feriva ma dovetti indorare la pillola e posticipare il discorso, tentando ci concentrarmi per il compito di chimica. Durante la giornata mi accorsi che io e Alan seguivamo gli stessi corsi, ma come avevo fatto la non accorgermene? Dalla faccia che aveva Alan all'inizio di ogni corso, dedussi che lui non era affatto stupito, allora perché non mi ha mia parlato? Ero perplessa e senza accorgermene mi misi a fissare Alan mentre entrava nell'aula per la lezione di storia. Lui era in soggezione e per irrompere nell'imbarazzo gli indicai il posto vicino al mio, sperando che si dimenticasse di quel momento imbarazzante. Lui sembrò capire e così passò la lezione di storia. Finita la lezione, Alan si avvicinò e cominciammo a parlare delle lezioni e scoprii di avere un sacco di cose in comune con lui ma ogni volta che stavamo per nominare Gulliver o Edward cambiavo discorso, non mi andava neanche di pensarci figuriamoci di parlare apertamente con uno sconosciuto e credo che Alan lo avesse capito, infatti non li nominò più, anzi, sembrava volesse tirarmi su il morale. Così passammo il resto delle ore scolastiche tutti e quattro insieme. Alla fine della giornata scolastica, eravamo diventati un gruppo, ormai Alan era diventato amico anche di Nikki e Caroline, era molto amichevole ma non riuscivo ad aprirmi completamente con lui, mi sembrava familiare ma ogni volta che lo vedevo provavo un senso di nostalgia, un calore tipico familiare ma mi faceva venire i brividi e la pelle d'oca al solo ripensare alla sensazione che mi provocava.
Quel pomeriggio decisi di chiarire con Edward, così andai a casa sua e parlammo a lungo, anche se più che un discorso, ero un monologo da parte mia; alla fine ci siamo lasciati. A lui non sembrava interessare minimamente, e a me non interessava minimamente avere un ragazzo così smidollato. Così lo lasciai crogiolare nel suo dolore da coccodrillo e uscii da casa sua con la testa alta, anche se il mio cuore era tutto tranne che fiero, era a pezzi, ma anche lui sapeva che era meglio così per noi. Così tra una lacrima ed un autobus arrivai a casa e dove mi accasciai sul letto come un qualcosa senza una forma ben definita ed iniziai a tirar fuori tutto il dolore che si era depositato dentro di me.
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la realtà dei sogni
Fiksi Ilmiah"Hei, io sono Jennifer, si, un nome comune, al contrario di me. Sembro la classica ragazza di un college americano con i classici sogni adolescenziali, ma io non sono così; però voglio che la gente mi ci veda, voglio provare la sensazione di esser...