《Bangchan-Richiesta》

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ʀɪᴄʜɪᴇsᴛᴀ ᴅɪ:
Svevic1

Spero ti piaccia♡
⚠️SMUT⚠️

_____

𝓲𝓷𝓲𝔃𝓲𝓸

Sospirai prima di entrare nel pub, immediatamente l'odore dell'alcool e del fumo entrò nelle mie narici, arricciai quest'ultimo, continuando a camminare.
La musica era forte abbastanza da farmi fischiare le orecchie, non ero mai abituata alla musica ad alto volume, ma per mio padre questo è altro.
Dentro quel posto c'erano troppe luci, troppa musica, troppe persone, beh, è un pub.
Mi dirigo verso la zona vip, l'entrata era bloccata da due uomini, mi avvicinai a loro per parlare.
"Sono qui per Bangchan"
Loro annuirono e mi fecero passare, entrai in quella zona e qui c'erano almeno venti persone.
Girovagai lentamente, cercando di non scontrarmi con nessuno finché arrivai ad un tavolo, eccolo lì, Bangchan, il boss mafioso più pericoloso della città.
Era circondato da 'ballerine' che pomiciavano con lui, ai lati della poltrona, due uomini alti e vestiti in nero, capì che fossero i suoi bodyguard.
Mi avvicinai a loro, fino ad arrivare difronte al tavolo, Bangchan alzò lo sguardo e mi guardò, ghignò.
"Carissima Sveva...sei arrivata"
"Dov'è mio padre?"
"Dove sono i miei soldi?"
Sbuffai, lanciando il borsone su di lui, quest'ultimo aprì la cerniera e all'interno c'erano $100K.
"Bene...prendetela"
Guardai i bodyguard avanzare verso di me, non feci in tempo a capire quello che stesse succedendo che mi ritrovai bloccata dalle braccia.
Iniziai a dimenarmi, tirando calci in aria.
"Lasciatemi bastardi!"
Bangchan si alzò, avvicinandosi a me finché non eravamo a pochi centimetri di distanza.
"Se vuoi vedere tuo padre devi farmi un ultimo favore, sposami"
Spalancai gli occhi, io? Sposarmi? Nemmeno per sogno.
"Cosa?!"
"Hai capito bene, Sveva, sposami e lascerò andare tuo padre"
"NO!"
"Allora farò in modo di ucciderlo"
Mi dimenai.
"Lascialo in pace!!"
"Allora sposami"
"Mai!"
Mi prese per il mento, lo strinse facendomi gemere.
"Sposami"
"N-no!"
Vidi i suoi occhi, erano minacciosi e seri, quasi spaventosi.
"Non comandi tu"
"Sul mio futuro sì!"
Lo vidi ridacchiare, alleggerì la presa sul mio mento.
"Aish...sei così ostinata?"
Mi guardò negli occhi, pian piano si avvicinò al mio volto.
"Se non mi sposi...giuro che a tuo padre lo faccio impiccare"
Lo sputai in faccia, lui chiuse gli occhi e fece una smorfia, scacciò via la saliva e si mise a ridere.
"Piccola troietta...me la paghi dopo questa"
Bangchan fece un cenno ai suoi uomini e mi lasciarono andare, ne approfittai per indietreggiare.
"Puoi andare ora, ma sappi che ti cercherò e ti troverò va bene tesoro?"
Sorrise.
"E la prossima volta non sputarmi"
Si rigirò, camminò verso il suo tavolo, io corsi via da quella stanza, uscì subito dopo da quel pub, inalai un pò di aria fresca.
"Merda..."
Le gambe mi tremavano, il respiro era affannato, fortunatamente ero uscita da quel posto sennò sarei svenuta lì.
Improvvisamente mi ricordai delle parole di Bangchan, mi appoggiai al muro e tirai un urlo di esasperazione.
"In che merda di guaio mi sono cacciata!!"

𝓼𝓀𝒾𝓹 𝓽𝒾𝓂𝓮

Passarono giorni da quell'accaduto e le parole di Bangchan mi continuarono a tormentare per il resto dei mesi.
Dovevo salvare mio padre, e invece stavo pensando alle parole di Bangchan, come se fossero più importanti.
"Non sposerei mai un uomo del genere..."
Cit.
Uscì di casa, indossavo un top color cappuccino e dei cargo di jeans, faceva parecchio caldo quel giorno.
Andai al minimarket vicino casa, entrai e mi recai nella sezione cibo.
"Hmm...piccanti o vegetali..."
Mormorai tra me e me mentre sceglievo quale ramen dovessi mangiare quella sera.
Optai per quelli vegetali, sapevo che se avessi mangiato quelli piccanti avrei avuto effetti collaterali subito dopo nel bagno.
Dopo aver pagato uscì dal minimarket e tornai a casa, ma appena arrivai difronte alla porta la busta che conteneva il ramen cadde.
Avevano forzato la porta e adesso era spalancata.
"Perché non ho preso un cane..."
Mi pentivo di non aver mai preso un Pastore Tedesco o un Chihuahua.
Entrai in casa, mi guardai attorno.
"C'è qualcuno...?"
Camminai lungo il corridoio, la casa era silenziosa.
Spaventata arrivai fino al salotto, fortunatamente non c'era nessuno, però avrei dovuto controllare tutta la casa per essere sicura.
Vagai per la casa sperando che non ci fosse nessuno, ma purtroppo non fu così, aprì la porta della mia camera da letto e vidi due uomini che perquisivano la mia stanza.
Mi notarono subito e io urlai girandomi per scappare.
Ma appena lo feci mi ritrovai faccia a faccia con un altro uomo, in mano aveva una siringa, che premette contro il mio collo per farmi stare in silenzio, cercai di togliere la siringa, ma le mie palpebre si appesantirono e vidi tutto nero.
Mi risvegliai come se fosse passato un minuto da quell'accaduto, ma non ero a casa mia, ero sdraiata su un letto matrimoniale, stranamente non ero legata, mi misi seduta e mi guardai attorno, cercando di capire dove fossi.
La stanza era color rosso scuro, adornata con mobili antichi marrone scuro.
Anche il letto era rosso, cioè, le lenzuola erano sempre color rosso scuro e le fodere dei cuscini color rosso, mi sembra di stare in una stanza di un re.
Affianco il letto, sia sul lato sinistro che il lato destro, c'erano dei mobiletti, e sul lato opposto di dove ero sdraiata, c'erano effetti personali, come caricabatterie, foto e un profumo di Hugo Boss The Scent, un profumo maschile e sensuale.
Capì che quella stanza era di un uomo, ma chi?
Gattonai sul letto, arrivai a quel mobiletto, presi la piccola cornice che conteneva una foto, sbiancai appena vidi Bangchan con un sorriso a 32 denti, ma dalla foto era giovane, come se avesse quindici anni.
Quindi è stato Bangchan a rapirmi, sono fottuta, letteralmente.
Mantenni la calma e iniziai a pensare a un modo su come potrei uscire da quella situazione.
"Cosa devo fare adesso...cazzo"
Improvvisamente sentì dei passi avvicinarsi alla porta della stanza, posai la cornice e ritornai sul lato dove mi ero svegliata.
La porta si aprì, Bangchan non era vestito con la solita giacca e jeans, ma aveva dei pantaloncini e una maglietta lunga a maniche corte, in mano teneva un vassoio con sopra un bicchiere di spremuta d'arancia e delle uova.
"Avrei scommesso che ti saresti svegliata, è stato doloroso il lassativo, ti fa male la testa?"
Domandò, rimasi stranamente scioccata dal suo tono dolce, come se fosse un'altra persona.
Mi porse il vassoio, titubante lo presi e lo portai alle gambe, guardai il cibo confusa.
"Tranquilla, non sono avvelenati, puoi fidarti"
Lo guardai male per qualche istante per poi iniziare a mangiare, mi si illuminarono gli occhi appena assaggiai l'uovo, sentivo l'albume si sciogliersi in bocca, Bangchan mi guardò soddisfatto.
"Visto? non sei morta"
Ridacchiò.
Appena finì di mangiare, mi prese il vassoio e lo posò sul mobiletto affianco, mi guardò negli occhi.
"Perché mi hai rapita?"
"Sapevo lo avresti detto...però apprezzo che non hai iniziato ad urlare e sbraitare contro di me"
Si avvicinò, le sue mani si posizionarono tra il mio corpo, indietreggiai, finchè il mio corpo era sul materasso, lui si fermò a pochi centrimetri di distanza, una delle sue mani iniziò ad accarezzarmi i fianchi.
"Voglio sposarti Sveva, e non sai quanto"
Sentì il suo respiro sul mio volto, i suoi occhi erano seri e profondi.
"Non ho toccato con un dito tuo padre, te lo assicuro, lui è vecchio e ha pochi anni rimasti per questo mi ha detto di sposarti, nonostante io fossi un suo nemico, mi ha ordinato di stare al tuo fianco sempre, e non lo voglio deludere, perchè non sono una persona di merda"
Il mondo mi crollò addosso, mio padre, gli aveva ordinato di stare con me?
Perchè.
"Dammi una possibilità, ti farò vedere tuo padre se accetti"
"Mi stai ricattando?"
Lo guardai male, lui rimase in silenzio e spalancò gli occhi, vidi un leggero rossore sulla punta delle sue gote.
"A-Assolutamente no!"
Sospiro, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi, lui mi prese il mento e mi girò il volto, rincontrai i suoi occhi, stavolta erano preoccupati e dolci"
"So come sei fatta, qualcosa ti passa per la testa, me lo potresti dire gentilmente?"
Domandò, Non risposi.
"Va bene..."
si spostò da sopra di me, sedendosi sul bordo del letto, guardò verso la finestra.
"Tu da questa casa non uscirai finchè non sarà necessario, chiaro?"
Rieccolo, il Bangchan di prima, era solo una recita la sua.
Si alzò dal letto camminò verso la porta ma io lo fermai.
"Non puoi decidere quello che devo fare!"
Esclamai, lui si fermò, si girò verso di me.
"Se ero un'altra persona ti avrei legato ad una sedia scomoda in una stanza buia e violentato finchè non ti avrei lasciata sul pavimento mezza morente e piena di lividi, quindi sì, decido quello che devi fare poi perchè sei sotto il tetto di casa mia"
Disse acido per poi andarsene, mi lasciò nella stanza da sola, l'unica cosa che sentivo erano i suoi passi allontanarsi e il rumore dell'aria condizionata.

𝓼𝓀𝒾𝓹 𝓽𝒾𝓂𝓮

Passò qualche settimana, io e Bangchan in qualche modo eravamo diventati più intimi, tanto da condividere gli stessi vestiti e lo stesso letto, all'inizio dormivo sul divano ma mi risvegliavo sempre affianco a Bangchan che mi abbracciava.
"Sveva, oggi ricorda che ho una riunione di lavoro e tu vieni con me, non posso lasciarti sola a casa"
Eravamo nel cortile, seduti su delle sedie, mentre mangiavamo la nostra colazione su un tavolino a forma di cerchio.
"A che ora?"
"Hm...tra tre orette, verso le 10:30, tra poco iniziamoci a preparare"
"Ma non ho vestiti"
"A quello ci ho già pensato"
Finimmo la colazione e ci dirigemmo in camera nostra, mi mostro dei vestiti nella cabina armadio, uno più corto dell'altro
"Non li metterò"
"Sì, li metterai eccome"
Sbuffai e presi il primo che mi capitò.
"Sicura di non volerli vedere?"
Lo ignorai, entrando nello spogliatoio, iniziai a spogliarmi,.
Poco dopo, uscì dallo spogliatoio, lo sguardo di Bangchan mi spogliava, un ghigno si era formato sul suo viso, mi sentì in soggezione.
"La smetti di guardarmi? Mi sento a disagio"
Lui si alzò dalla poltrona, posò i vestiti su di essa e si avvicinò a me, indietreggiai, la mia schiena si poggiò sul muro freddo di marmo, scappò un gemito dalla mia bocca, il vestito era lungo fino alle ginocchia, di seta e color nero, una scollatura molto visibile sul seno e spoglio dietro.
Bangchan mi bloccò tra lui e il muro, il suo respiro era caldo sul mio collo, mi sussurrò.
"Io posso guardarti, toccarti quanto voglio, solo io, abituati"
La sua mano scese, arrivò ai lembi del vestito, minacciando di alzarlo.
"Non puoi capire quanto ti voglio adesso...sto impazzendo"
"Fallo"
Alzò lo sguardo verso di me, scioccato.
"Cosa?"
"Fammi tua"
Ridacchiò, mi guardò negli occhi, potevo sentire i nostri nasi sfiorarsi.
"Sei sicura? Dopo che comincio non mi fermo"
Lo guardai negli occhi, pian piano i nostri volti si avvicinarono e le nostr e labbra si toccarono, iniziando un bacio lento e casto.
Le sue mani accarezzavano le mie coscie, alzò pian piano il vestito, mi prese in braccio, non staccando le sue labbra dalle mie e mi portò verso la nostra camera.
Appena arrivati mi poggiò delicatamente sul letto, i suoi baci scesero, baciò delicatamente la mia mandibola, poi al collo, succhiando leggermente.
Gemetti, lui si alzò per guardarmi negli occhi e mi diede un piccolo bacio sulla punta del naso, sorrisi e lui ricambiò il sorriso.
Improvvisamente prese le mie gambe e mi girò, le sue mani si posarono sul fondoschiena, alzò il vestito.
"Abbiamo mezz'ora per finire"
Mormorò, sentì le sue mani abbassare le mie mutandine, lasciandomi nuda al suo sguardo, cercai di non dare peso all'imbarazzo mi concentrai sul cuscino, sentì un leggero soffio sulla mia intimità ansimai appena sentì le sue fredde dita massaggiarmi.
L'indice e il terzo dito entrarono in me, gemetti, soffocai quest'ultimi, il suo pollice provocava il mio clitoride, le mie gambe tremarono, le sue dita uscivano e entravano in me velocemente, come per testare quanto sarei durata.
Qualche minuto dopo, venni tra le sue dita e lui le uscì, leccandosele.
"Sei buonissima"
Sentì il rumore della sua cintura, e poi dei suoi pantaloni che si sfilarono, lo fermai.
"Hai il preservativo?"
"Certo tesoro, non lo dimenticherei mai"
Mi tranquillizzai, sentì la bustina del preservativo rompersi, dopo qualche secondo la punta del suo membro minacciava di entrare in me.
"Dimmi quando sei pronta"
Annuì, e lui entrò in me, inarcai la schiena gemendo sotto di lui, era più grosso di quanto me lo aspettavo, iniziò a muoversi dentro di me con facilità.
"Merda sei così bagnata...è bellissimo..."
Ansimò, dopo qualche spinta e qualche gemito, lui afferrò i miei capelli e iniziò ad aumentare a velocità, cercando sempre di non farmi male.
Strinsi le lenzuola sotto di me, trattenni un urlo di piacere, le mie gambe erano al limite, tremavano senza pietà, lui grugnisce, continuando a dare spinte forti.
È come scopare con una divinità, sentivo tutto il suo membro pulsare, vedetti le stelle appena colpì il mio punto debole e urlai.
"Ti prego...non fermarti"
Piansi di piacere.
"Stai tranquilla...non lo farò"
Continuò a spingere su quel punto, pian piano le sue spinte divennero a stento e la sua mano lasciò i miei capelli, avvertendomi che stava per venire.
Venne assieme a me, i suoi ansimi erano musica per le mie orecchie, le mie gambe cedettero appena uscì da dentro di me e caddi sul materasso.
I nostri respiri erano affannati, Bangchan si sdraiò affianco a me, mi guardò e mi accarezzo la guancia, il suo sguardo era dritto sui miei occhi.
"Come farei senza di te Sveva? Ti prego...sposami"
Ci pensai qualche secondo, per poi sorridergli.
"Va bene"

𝓯𝓲𝓷𝓮

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