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Avete presente quando vi sentire fuori posto, o fuori luogo?
Beh, io mi sentivo esattamente così.

<Oh andiamo!> esclamai, quando entrai in aeroporto di Parigi.
Raccolsi la borsa di viaggio, caduta accidentalmente - "accidentalmente" - a terra.
Camminai fino all'uscita dell'aeroporto; nel frattempo chiamai un taxi, così dal non dover camminare per tanti kilomentri a piedi.
Una volta che il taxi fu arrivato, gli spiegai brevemente dove sarei dovuta andare; morale della favola, sbagliò strada per ben tre volte; si scusò molte volte, dicendo che era qui a Parigi da poco.
Poggiai la testa sullo schienale dall'auto, guardando fuori dal finestrino; il cielo era limpido, gli alberi sfrecciavano veloci al mio sguardo.
<Signorina, siamo arrivati> disse il tipo, voltando appena lo sguardo verso la mia direzione.
<Perfetto, grazie mille!> gli sorrisi cortesemente, mentre gli lasciai la mancia da dieci dollari.
Scesi dall'auto, chiudendo poi la portiera; mi guardai intorno, scoprendo la struttura molto più di grande di come lo era in foto.
Sorrisi, prendendo in mano la borsa per metterla in spalla, ed infine presi la valigia - dove mi incamminai verso la scuola.
<Uau> commentai tra me e me, sorridendo, guardandomi intorno.
<Ei ciao! Hai bisogno di una mano?>
Una ragazza dai lunghi capelli biondi, mossi, venne verso di me.
<Oh, ciao! Si grazie, per caso sai dove si trova l'ufficio di Madame Carrè?> le chiesi, aggiustandomi lo zaino sulla spalla, dato che stava scivolando via.
<Ma certo! Vieni con me, ti ci accompagno> rispose con un sorriso a trentadue denti.
<Ti ringrazio>
Ripresi la mia valigia, e la seguì.
Nel frattempo che lei mi fece vedere dove si trovava l'ufficio, io mi guardai meglio intorno; l'interno era spettacolare, c'era una sala di ballo, dove studenti facevano lezione.
La ragazza si fermò davanti ad una porta, dove io pensai che fossimo arrivate; e così fù.
<Siamo arrivate> mi disse, indicando con un cenno del capo la porta di fronte a noi.
<Grazie mille, ehm..>
<Helena, ma puoi chiamarmi Lena! Tutti mi chiamano Lena, in verità> sorrise.
<D'accordo> risi di cuore <Grazie, Lena>
<Figurati! Ci vediamo dopo, o farò tardi a lezione. Ciao!>
Non feci in tempo a salutarla che già era corsa via.
Mi voltai verso la porta, feci un respiro profondo e bussai; sentì un flebile "avanti", così abbassai la maniglia ed entrai.
<Buongiorno, Madame Carrè> chiusi la porta alle mie spalle, incamminandomi verso la scrivania.
Lei fece un cenno con il capo, lanciando un'occhiata alla mia valigia.
<È in ritardo, signorina Evans>
Sorrisi imbarazzata, non sapendo cosa dire.
<Ehm, in verità io sarei dovuta essere qui molto più presto, solo che il taxista ha sbagliato strada tre volte>
Parlai a raffica, tanto è vero che Madame Carrè fece fatica a capire quello che stavo dicendo - mi stava guardando, e nel frattempo tratteneva a stento una risata.
<Mh, capisco> abbassò lo sguardo su alcuni fogli, prendendo poi una matita e scarabocchiando qualcosa sopra.
<Questo è tuo> me lo porse, e io lo afferrai, sussurrando un "grazie".
<Cosa è, Madame Carrè?>
<È un foglio con su scritto le tue prossime lezioni> con la matita, puntò sul foglio un punto in particolare.
<Qui invece c'è scritto il numero della tua stanza>
Annuì con il capo.
<La ringrazio>
Lei mi sorrise, indicando con un cenno della mano la porta.
<Può andare adesso>
<Grazie, e buona giornata!>
Ripresi la valigia, e mi incamminai verso la porta.
<Allora, il numero della stanza è 34.. ok> parlai tra me e me, abbassando la testa sul foglio.
Continuai a camminare, non prestando particolarmente attenzione alle persone intorno a me.
<Ei!> Sentendomi chiamare da dietro, mi voltai, trovandomi a pochi passi da me, Lena.
<Ciao Lena!> salutai con la mano dove avevo il foglio.
Lei mi fece cenno di raggiungerla, e così feci.
<Credo che tu abbia bisogno di una mano, vero?>
<Già> sospirai <Sai dirmi dove si trova la stanza->
Venni interrotta da un ragazzo biondo, che sbucò alle spalle di Lena.
<Cosa fate?> poggiò le mani sulle sue spalle, guardando prima Lena, e si soffermò su di me. <Tu devi essere nuova, vero?> chiese indicandomi con un dito.
<Si> sorrisi <mi chiamo Kassidy Evans, comunque>
<Piacere di conoscerti, Kass, io sono Jeffrey, ma tutti mi chiamano Jeff> fece un inchino teatrale, facendomi ridere.
<Piacere mio> sorrisi. <Dunque, stavo dicendo prima> mi rivolsi di nuovamente a Lena <sai per caso dove si trova la stanza 34?>
Lei sorrise a trentadue denti, mentre annuiva.
<Certo, è anche la mia di stanza!>
Sorrisi.
<Perfetto allora!>












Angolo autrice:
(772 parole)
buonpomeriggio stelline! come state?
cosa ne pensate? se vi va, lasciate un commento e una stellina ☆
vi abbraccio forte 🤍
alla prossima!
ari

KEEP DANCING - Cercami a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora