Epilogo

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Nel giardino del castello, dove il silenzio risuonava più forte di mille parole e la fontana spruzzava gocce di sole nell'aria, il Conte Vlad si muoveva con passi che sembravano scandire i battiti del suo cuore. La tomba di Lara era lì, mentre il cielo si dipingeva di nuvole grigie e azzurre, quasi a suggerire che persino il caos avesse un suo ordine, già proprio come l'universo, rifletté il vampiro.

Con un mazzo di fiori colorati stretto tra le mani, segnate ancora dalle cicatrici della battaglia contro Ludmilla, il Conte si ferma davanti alla lapide.

"Ciao, Lara. È un altro giorno," esordì lui con voce incerta. "Il mondo non si ferma, sai? A volte penso che sia solo un grande girotondo. E io? A volte mi sento fermo." Si sedette accanto alla tomba, come se cercasse di avvicinarsi a quella ragazza che aveva lasciato un segno così profondo nella sua esistenza.

Ricordò quella notte in cui aveva suonato il pianoforte per lei, quando i suoi occhi lucidi si erano chiusi, portando via un pezzo di mondo con sé.

"Sai, Lara? Nonostante tutto, mi sento fortunato. Fortunato per ogni istante che abbiamo rubato al tempo, per le risate, i momenti di tenerezza e persino le sfide che abbiamo affrontato seppur divisi e distanti. Mi hai insegnato che la vera lotta è quella che si combatte ogni giorno, con piccoli gesti, il duro lavoro nei campi, come dicevi tu, con la musica, con l'amore, talvolta anche contro sé stessi. La vita senza di te è difficile, ma non smetterò mai di suonare per te ogni giorno te lo prometto." Il Conte Vlad si rialzò fissando commosso la lapide. Il suo sguardo non segnava un addio. Sorrise il suo cuore era una porta aperta a mille emozioni. Si allontanò sereno. La sua figura si perse tra gli alberi, ma il suo spirito, quello spirito libero, restava lì, tra i ricordi e quel giardino che ora sapeva di eterno.

Poco più distante, Veronica, con un elegante abito bianco, giocava insieme ai suoi amorevoli conigli, Bat e Coccole, che erano riapparsi il giorno prima da sotto le mura del castello. Il Conte Vlad non aveva idea di dove fossero stati, ma era felice che fossero tornati.

Si avvicinò in silenzio, ma i conigli lo fiutarono e gli saltarono addosso.

"Secondo me, quella notte siete stati a Stonburg. Cosa mi dici Bat furfantello?"

Veronica rise come una bambina, e il Conte Vlad rise con lei.

E nell'aria, il suono delle loro risate divenne un concerto che poteva essere udito oltre le mura del castello, fino al cielo, dove Lara li guardava e rideva con loro.

La Solitudine di un VampiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora