Capitolo 1.3 - Portami con te

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Quando venne l'alba, ero ancora nella mia stanza, ma mi svegliai poco dopo. Con tutta la calma del mondo, mi preparai la mia nuova giornata da guardiana, già rivestita col kit fornitomi dalla mia maestra Ikora. Lo Spettro era già sopra la mia spalla, ed ebbi il sospetto che stesse cercando di dirmi qualcosa. Apriva e chiudeva i petali del suo guscio, facendo lampeggiare la sua luce, poi finalmente mi rivolse la parola.

— Oggi ti trovo più rilassata, Irina. – esordì.

— Perché avevi ragione. Il Viaggiatore mi ha scelta come sua campionessa perché ha visto molto più di quel che appare in me. Quelle persone... gli abitanti della Città... dipendono da quelli come me per rimanere al sicuro. Spero solo di esserne degna.

— E lo sarai! Ti basta solo avere un po' più di coraggio e fiducia in te stessa. E sappi che in questo viaggio non sarai mai sola: io ci sarò sempre, in qualsiasi situazione!

Annuii e lo abbracciai con delicatezza. Poi, incuriosita, gli feci una domanda di tutt'altra natura: — Gli Spettri hanno un nome?

— Certo. – rispose lui, emettendo un paio di clic – Se tutti quelli come me si chiamassero "Spettro", creerebbe solo confusione, non ti pare? A volte sono i guardiani a darcene uno, altre volte lo troviamo da soli.

Per fare un esempio, la mia maestra Ikora aveva chiamato il suo "Ofiuco", ma non ne parlava mai. Forse erano talmente diversi di carattere che interagivano raramente tra loro. Lo Spettro del Comandante Zavala, invece, si chiamava Brocchiero e aveva una personalità molto simile alla sua – affiatati come un generale e il suo fedelissimo luogotenente. Quando, infine, mi parlò dello Spettro di Cayde, il mio piccolo amico sembrava illuminarsi e non potei fare a meno di sorridere.

 Quando, infine, mi parlò dello Spettro di Cayde, il mio piccolo amico sembrava illuminarsi e non potei fare a meno di sorridere

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— "Danza del Sole", hai detto? – domandai divertita – Non sapevo che l'Avanguardia dei Cacciatori fosse anche un romanticone...

— Non ci crederai mai, ma noi due ci siamo conosciuti il giorno stesso in cui sono nato. Conserva ancora oggi il suo guscio rosso e oro. – poi alzò gli occhi al cielo e esalò un profondo sospiro sognante. Ne sembrava totalmente affascinato, aveva il tipico sguardo da colpo di fulmine: — È... bellissima. – concluse, e il suo tono di voce mi insospettì.

— "Bellissima"? Vuol dire che lo Spettro di Cayde... è una femmina? Allora le voci secondo cui esistono anche Spettri femminili sono vere! – poi, tornando alla questione del nome, aggiunsi: — Tu invece come vorresti chiamarti?

— Uhm... non saprei. Ma sono certo che, qualunque nome tu scelga per me, lo apprezzerei molto.

Al momento, però, non avevo alcuna idea su quale nome avrei scelto per il mio Spettro; volevo che fosse un nome simpatico, originale, affettuoso. Credetemi, sarebbe stata una lunga ricerca. Poi arrivò quel famigerato giorno in cui avevo ucciso un dio-macchina dei caduti insieme a un inaspettato compagno.

Partiamo dal principio. Vi ho già detto che, almeno all'inizio della mia carriera di guardiana, faticavo a tenere in mano una qualsiasi arma? Sarò sincera, quasi tutti i guerrieri veterani – compreso il roboante gestore del Crogiolo – si offrivano volontari per insegnarmi l'arte del combattimento armato, ma la loro presenza mi rendeva sempre più nervosa. Davvero i titani erano così minacciosi, con quelle armature? Be', fatta eccezione per Zavala, che si era subito dimostrato amichevole.

DESTINY: La storia di Irina - Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora