Tre

27 9 32
                                    

La notte non si sentirono rumori

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La notte non si sentirono rumori. C'era silenzio. Il soffio del respiro di Hitomi era l'unica cosa che riuscì a sentire.
Le sei e mezza del mattino arrivarono troppo presto per me. Avevo chiuso gli occhi dopo circa due ore che la mia compagna di stanza si era addormentata. La mia mente non faceva altro che pensare, macchinare qualcosa che potesse farmi uscire da questa situazione. E forse ero riuscita a trovare una soluzione, devo solo pazientare per tirarmene fuori.

Tiro un sospiro, nervosa e stanca. Sapevo che la mia vita in mezzo a questo casino sarebbe stata impossibile, ma così impossibile? Non l'avrei mai immaginato. Che mio padre poi.. che fosse un mutante, quando mai ci sarei arrivata?
E che io, io stessa, potessi esserlo era assurdo.

Scuoto la testa.

Mi siedo sul letto in una sola spinta, e quasi impreco quando vedo tutto bianco. Basta, basta pensare.
Quando mi riprendo, mi alzo e inizio a vestirmi. Questa piccola cameretta inizia a starmi stretta, necessito di uscire e respirare un'aria diversa.

"Sei già in piedi?" Sento la voce di Hitomi soffusa, e girandomi verso la sua parte non vedo nemmeno la faccia.

Mi chiedo come faccia a respirare sotto tutte quelle coperte.

"Sì, sono stufa di stare a letto. Devo andare al bagno, li abbiamo in comune immagino. Dove sono?" Mi sentivo pure sporca. E dopo un viaggio di due giorni, è più che normale.

Volevo lavarmi ieri, ma il sonno era tre volte peggio ed ha avuto la meglio.

"Aspetta due minuti che mi vesto e ti accompagno" Si toglie le coperte di dosso e finalmente posso vederla nella sua interezza.

Si, è più alta di me, ma di poco. Penso che lei sia almeno cinque centimetri più di me. Ha un fisico asciutto, tonico. Ed è davvero una bellissima ragazza, quasi la invidio.

Nota che la sto osservando e mi sorride.
Come fa ad essere così solare, di prima mattina poi?

Nel mentre si veste, io sistemo il mio letto come ci hanno insegnato in Accademia. Poco dopo, vedo che anche lei fa lo stesso.

"Non devi per forza venire con me", le dico sentendomi quasi responsabile per averla fatta alzare.

"Non ti preoccupare, devo comunque lavarmi anche io, così dopo il bagno andiamo direttamente in mensa" mi sorride. Di nuovo.

Non le rispondo, poco dopo usciamo.

Spero di riuscire ad imparare tutti questi corridoi, perché dopo aver svoltato a destra già mi sento persa. Un conto è orientarsi in natura, mentre un altro è farlo all'interno di una base asettica dove tutte le porte e le mura sono uguali.

Poco dopo arriviamo al bagno, e nel giro di dieci minuti siamo entrambe pronte ed io finalmente mi sento pulita e profumata.

Con Hitomi non scambio troppe parole, non perché non la sopporti, anzi, con me è stata pure fin troppo buona. Ma, non lo so, non riesco a fidarmi. Tutte le persone al mio fianco hanno provato in un modo o in un altro a farmi del male. È ancora troppo presto per stabilire che tipo di persona sia, nel mentre mi limito a studiare tutto di lei.

Hara HuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora