Capitolo 3

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Penso che creare collane con le perle sia piuttosto facile, ma Manami non lo ha mai fatto, quindi dovrei insegnarglielo. Inizio prendendo la prima perla e forandola, quando a un certo punto sento una mano che mi sfiora la schiena. Mi volto e vedo Lisakhanya, la ragazza che mi dicono aver soccorso Astrophel, dietro di me. "Cosa vuoi?" Le chiedo aggressiva. Lei con un cenno del capo mi invita a farmi sotto. "Scusa, Manami, ti insegnerò più tardi". Vedo che Lisakhanya ha in mano una lancia e le parlo: "A mani nude, se sei in grado". Lisakhanya lascia cadere la lancia e si avvicina, Manami scappa. La bionda mi tira un pugno in faccia, nulla di troppo doloroso, dopotutto ha 15 anni... Io la sbatto contro il terreno, lei graffia la mia schiena e mi ribalta. Io le tiro un calcio nello stomaco, lei grida e cade di nuovo sulla sabbia dorata. Lei mi tira un pugno sulla schiena, poi un altro, poi un terzo. Urlo, il terzo ha fatto male, molto male, troppo male. Cado di nuovo per terra. Diamine, non riesco a reagire. Cerco di farmi venire in mente qualcosa e guardo le sue iridi scure. Sono troppo affaticata e ferita. Mi gira la testa, penso di star per svenire, quando dalla mia bocca escono incontrollate queste parole...

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"Sai che sei bellissima?"
Cosa?
La vedo esausta, sfinita, distrutta... forse sarebbe meglio lasciarla andare. Mentre mi tiro indietro sedendomi sulle sue gambe vedo i suoi occhi, o almeno il destro, chiudersi e le sue spalle rilassarsi. È chiaramente svenuta. Rimango lì ancora per un po', decidendo cosa fare, se aiutarla a svegliarsi o no. Pur di non abbandonarla lì, la prendo in braccio e la porto da Eric, lui potrà occuparsene meglio di me. Raggiungo la tenda del moro e gli faccio cenno di aiutarla. In fondo non volevo ferirla, ero solo arrabbiata perché lei aveva fatto del male ad Astrophel. "Chi è stato - mi chiede Eric - a ridurla così?" Guardo prima i suoi occhi verdi, poi in basso. Prendo un biglietto dalla tasca e inizio a scrivere: "Non dirle che l'ho portata io qui, si arrabbierebbe ancora di più".
"Va bene, però aspettami. Devo prendere il materiale medico". Annuisco ed Eric mi lascia sola con Herleva stesa su una barella. Mi siedo accanto a lei, le accarezzo la guancia. Fino a dieci minuti fa la stavo picchiando, è assurdo. Mi viene un idea: e se le togliessi la benda? No, non posso, lei non vorrebbe. Mi soffermo ancora due minuti a guardarla. Le sue guance rosse sono bellissime, forse vorrei essere bella quanto lei. All'improvviso il suo polso si muove. Cavolo, non dovrei mai averla soccorsa. Mi alzo di scatto e il mio respiro si affanna, è come se avessi paura. Preoccupata per una ragione a me sconosciuta, decido di scappare.

THE GREIGEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora