Capitolo 11

455 26 22
                                    

R I C C A R D O

Mentre aspetto che Bea torna dal bagno, prendo il mio telefono e inizio a scrollare la home del mio Instagram e mi imbatto in una sua foto. Decido allora di aprire il suo profilo e vedere sia le sue storie in evidenza, sia i suoi 13 post.

Noto che è stata ad Amsterdam e a Berlino con le sue amiche, ha anche visitato varie città dell'italia e mi soffermo su una foto in particolare scattata proprio a Roma, nella sua città.

C'è lei messa quasi di profilo, le sue mani sono tra i capelli che volano a a causa del vento, il flash fa illuminare il suo sorriso dolce, è vestita da un top bianco che mette in risalto la sua pelle abbronzata e dei pantaloncini di jeans chiari che evidenziano le sue cosce allenate. Nello sfondo c'è il Colosseo al tramonto, è tutto così perfetto e magico.

Continuo a scorrere tra i suoi post e noto foto con i suoi due fratelli, con suo padre, ma non con sua madre. Non ce n'è neanche una, che strano.

Dopo qualche minuto vedo finalmente Beatrice comparire da dietro la porta e non appena raggiunge il letto, si lascia cadere a peso morto. Lascio il telefono sul comodino e lo attacco al filo del caricatore.

Mi volto verso di lei che mi sta già guardando, le metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sorrido, come non ho fatto con nessuna altra donna.

Lei ricambia con una risata soffice e mi accarezza la guancia, chiude gli occhi e si lascia andare tra le braccia di Morfeo. Io resto sveglio a guardarla e quando inizio a sentire sonno, con il braccio libero la afferro per i fianchi e l'attiro a me.

Lei strofina la sua fronte sul mio petto e io le appoggio il mento sulla testa chiudendo gli occhi e, anche io, mi lascio andare a un sonno profondo.

. . .

Sento Bea alzarsi in fretta e per la paura che se ne vada le afferro il polso e la vedo sobbalzare, ma quando nota che sono io tira un respiro di sollievo.

«Mi hai fatto spaventare» dice mettendosi una mano sul cuore.
«Ti senti bene? È tutto ok?» le domando.
«Si si, volevo solo andarmi a sciacquare la faccia, è tutto apposto tranquillo.»

La sua faccia non sembra essere d'accordo con la sua bocca, decido di mettermi seduto e accendere il telefono per sapere l'orario.

Sono le cinque di mattina, fuori è ancora buio e fa anche abbastanza freddo, mi metto una felpa e esco sul balcone. Prendo il pacchetto di sigarette e ne accendo una, non fumo da tanto ma a volte ne ho proprio voglia.

Appoggio i gomiti sulla ringhiera di ferro e guardo verso il basso, osservo le strade ancora illuminate dai lampioni. Ad un tratto sento due braccia avvolgersi attorno al mio bacino e sorrido aspirando dalla mia sigaretta.

Vedo il suo volto affacciarsi da dietro la mia schiena e noto che il suo sguardo passa dai miei occhi alla sigaretta chiusa tra le mie labbra. Me la toglie proprio nel momento in cui stavo per aspirare e istantaneamente inizio a tossire.

Beatrice si mette nello stesso modo in cui sono posizionato e aspira chiudendo gli occhi, lasciandosi andare al sapore forte della sigaretta. Poi guarda in alto e lascia andare il fumo, si sofferma poi sulle stelle, aspirando nuovamente.

«Guarda, lì c'è il piccolo carro e si vede bene anche il grande carro. Più a est troviamo la costellazione di Orione , quella in basso a destra è Rigel, la più luminosa» la ascolto e seguo il suo dito.

i love your deep eyes || riccardo dose, daniel d'addetta, simone pacielloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora