B E A T R I C E
Arrivo in università dopo essere passsata a casa a cambiarmi e decido di appoggiarmi su una delle panchine che si trova nel giardino dell'edificio. Sono le 9 e Reb ancora non mi ha chiamata, mi fido di Dadda ma se non la sveglia ora probabilmente non la sveglierà più.
Dunque scelgo di chiamarla, nel caso mi può sempre rispondere Daniel. Dopo molti squilli finalmente qualcuno mi risponde e fortunatamente sento la voce di Rebecca.
«Come stai?», le domando.
«Bene, stanca ma bene.»
«Come è andata?»
«Be'...»R E B E C C A
«Be'...» rispondo ripensando alla mia mattinata, diciamo che è stato il buongiorno più bello della mia vita mettiamola così.
*Flashback: quella mattina*
Una voce maschile attraversa le mie orecchie, voglio aprire gli occhi ma non riesco, tento di ricordare dove mi trovo e cosa succede, ma la mia mente non funziona e neanche il mio corpo.Sono dispersa, il panico si sta facendo largo nella mia testa sembra di star vivendo un incubo, uno dei miei incubi maggiori. La paralisi nel sonno è il mio peggior nemico, è la cosa che mi spaventa di più nella vita.
Tento di rilassarmi e funziona, perché riesco finalmente ad aprire gli occhi. Inizialmente non mi ricordo nulla, ma delle immagini si riaffacciano nella mia mente. Dov'è Dadda?
Sento una leggera musica provenire dal bagno, cerco il mio telefono e quando lo trovo provo ad accenderlo, ma è scarico. Impreco in modo leggero tra me e me, nel mentre rubo il caricabatterie a Daniel.
Mi sistemo i capelli dietro le orecchie, sono vestita come la sera precedente e sicuramente il mio trucco sarà messo malissimo. Cerco disperatamente uno specchio e quando lo trovo mi metto paura difronte alla mia faccia.
I capelli vanno per cavoli loro, il mascara è quasi completamente sbavato. Mi dirigo verso il bagno, la musica non la sento più quindi decido di aprire la porta, ma rimango immobile quando vedo Dadda a petto nudo con solo un asciugamano attorno alla vita.
I capelli bagnati lasciano cadere qualche goccia sul petto. Non appena si accorge della mia presenza, si immobilizza anche lui, mi fisso sul suo addome perfettamente scolpito, la sue spalle sono grandi e muscolose, e il petto... vabbè avete capito insomma.
«Ti sei svegliata, come stai?» mi domanda risvegliandomi dai miei pensieri non puri.
«Si, sto bene grazie» rispondo chiudendo la porta alle mie spalle, ma lui mi blocca.«Ti va di mangiare qualcosa, se aspetti due minuti mi asciugo e andiamo a fare colazione. Sono le 9 la cucina dovrebbe ancora essere attiva.»
«Va bene ma mi dovrei cambiare e sistemare, potrei farmi una doccia?» gli chiedo.«Certo, ti lascio il bagno libero allora, sul letto ci sono un paio di asciugamani se vuoi prendi una mia maglietta o non lo so ti lascio carta bianca» mi dice uscendo dal bagno e dirigendosi in camera.
Prendo gli asciugamani sul letto e noto che lui stava preparando del caffè, sono tentata di chiedergliene una tazza ma la voce di Beatrice che mi urla contro mi blocca dal farlo.
«Ne vuoi un po'?» mi domanda come se niente fosse, alzo un sopracciglio come per dire "ma sei serio?". Quando si accorge della domanda fatta apre e richiude la bocca come se volesse dire qualcosa, si gira e si versa il caffè.
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i love your deep eyes || riccardo dose, daniel d'addetta, simone paciello
FanfictionBeatrice, una studentessa di Roma, fan di Riccardo Dose sin da quando era piccola, decide di andare a vedere esperienze d.m. a teatro insieme a una sua amica. La ragazza, messa più volte in mezzo, riuscirà finalmente a parlare con la sua persona pre...