Nell'aria si sentiva già il profumo degli alberi che iniziavano a spogliarsi dalle foglie. Da tempo, nella natura circostante , il verde dei prati, aveva lasciato il posto al rosso e al giallo delle foglie secche , ma tra poco sarebbe sparito anche quello. Gli animali erano in fermento , tutti indaffarati a prepararsi le scorte per l'inverno . L'autunno era arrivato e di li a pochi mesi, quei boschi sarebbero stati investiti da un maestoso e bianco silenzio. In quel momento però la natura era nervosa , tutti erano a lavoro e c'era qualcosa in cima al Monte borrio che agitava ancora dì più le loro anime. Due figure...stavano in piedi, una accanto all'altra, osservavano la vallata sottostante. A quell'ora quando il sole inizia a sparire sulle punte dei monti è bellissimo. Il paesino di Gubbio visto dall'alto era spettacolare , non era ancora arrivato il freddo pungente dell'inverno ma già da qualche comignolo iniziava a fare capolino qualche sbuffo di fumo. Non c'erano posti più incantevoli di quello. Dalla montagna scendeva un ruscello che nel raggiungere la vallata si era naturalmente allargato in un fiume enorme, che divideva letteralmente il paese in due. Le sue sponde distanziavano l'una dall'altra di almeno mezzo kilometro ed erano unite dal ponte gobbo, maestosa e vecchissimo. L'uomo sulla destra era il più anziano dei due, fissava il paese con lo sguardo ammirato di chi sta osservando il più bel regalo di Natale. Era elegantissimo in giacca e cravatta, e si notava che quello non era proprio il suo posto, ma questa non era la cosa che lo rendeva così affascinante. Era quel misto di bellezza e cattiveria che ti lasciava a bocca aperta. I suoi capelli erano corti, quasi rasati, e i suoi occhi erano di un nero che ti ci potresti perdere dentro. Il ragazzo accanto a lui era molto più giovane, avrà avuto si è no 16 17 anni. Portava un paio di jeans strappati e una camicia a quadri, sicuramente più adatto dell'altro al luogo in cui si trovava. I suoi capelli erano biondi e lunghi sopra le spalle, e i suoi occhi verdi mostravano tutta la malinconia e la tristezza che portava dentro. Guardava il paese a testa bassa , e anche al buio si potevano notare le nocche delle sue mani, tanto bianche da tutta la forza che usava per stringere i suoi pugni.
"Cosa vuoi?" disse il ragazzo con tono scontroso
"Ce ne hai messo di tempo per arrivare?" L'uomo sembrava quasi scocciato ma divertito allo stesso tempo " È più dì mezz'ora che ti aspetto!"
"Si beh! Non ero molto ansioso di incontrarti "
"Suvvia non essere così scontroso, tra poco la tua vita cambierà per sempre e noi non ci dovremo vedere mai piu"
"Si ma a quale prezzo" rispose il ragazzo. Si vedeva che no voleva stare li, il tono della sua voce non nascondeva tutto il rancore che provava per la persona che aveva di fronte.
"Ok stupido ragazzino, sono stanco e non ho più voglia dì fare conversazione con te, le tue battute mi annoiano. Non potresti mai fare il comico sai? Sei negato"
"Scusa se la mia aspirazione più grande non è farti ridere. Comunque anche io non ho voglia si conversare quindi , dimmi quanto manca e dove devo andare e finiamola qui"
"Daccordo d'accordo,non ti agitare. Beh per quanto riguarda il quanto manca, non molto di preciso, te ne accorgerai..... sicuramente prima che finisca l'anno , 2 o 3 mesi al massimo"
"Un Po vago non credi?"
"Ti dovrai accontentare ragazzino" lo disse in maniera brusca, fissandolo negli occhi , come a voler rimarcare il fatto che fra i due il capo fosse lui. Poi il suo sguardo torno a fissare la vallata sottostante. I suoi occhi si chiusero un istante, ispirò e enspiro a fondo annusando l'aria.
"Che peofumo" disse fra se è se
"Questo posto è fantastico Non trovi?"
"Si trovo...." disse seccato il ragazzo
"Ci sono cresciuto non ricordo? Se non mi piacesse me ne sarei già andato non ti pare? Ma a quanto pare questo non conta molto. Allora dove devo andare?"
"Da nessuna parte" disse l'uomo frettolosamente
"Ok, questo gioco non mi diverte più. Non mi vuoi dire quando, non mi vuoi dire dove; non sono qui per una rimpatriata fra amici e la tua compagnia non è di mio gradimento. Hai intenzione di darmi qualche indicazione o me ne devo andare" la sua faccia si stava arrossando per lo sforzo di trattenere tutta la rabbia che aveva in corpo
"Te l'ho già detto" la sua testa non si voltò nemmeno per guardarlo ma l'angolo della sua bocca si mosse in una smorfia di divertimento
"Ti ho già detto tutto quello che dovevi sapere"
"Ma non mi hai detto nien....." d'improvviso gli occhi del ragazzo si spalancarono, erano un misto di sorpresa e spavento,le pupille si muovevano velocemente mentre il suo sguardo andava alternandosi dall'uomo al panorama. E capi....
"No...Non....Non...Non puoi dire sul serio" il ragazzo balbettava il battito del suo cuore andava a mille
"Oh si che dico sul serio" rispose l'uomo divertito
"Ma è casa mia questa. Non puoi farlo" era spaventato ma non riusciva a muoversi
"IO POSSO" rimarco L'uomo
"Posso fare quello che voglio e TU .... farai quello che dico io"
Guardo il ragazzo dritto negli occhi per un tempo che sembrò interminabile, poi si voltò e silenzioso come una folata di vento se ne andò. Il ragazzo rimase a fissare il vuoto per qualche attimo, gli occhi spalancati dal terrore, poi le sue gambe credettero e cadde in ginocchio sull'erba bagnata dalla brina. Si voltò a guardare il paese dietro di lui e piano piano cerco di ridare controllo alla sua respirazione e al battito del suo cuore. Inspiro avidamente bocca te d'aria fresca per riacquistare lucidità e la sua espressione cambio, da terrorizzata a rassegnata, da rassegnata a triste. Infine i suoi occhi divennero lucidi e con tutta la stanchezza che aveva dentro fece si che il suo corpo si lasciasse andare. E pianse.......Non l'aveva mai fatto, ma li......in quel momento......pianse. si sdraio in terra, si ranocchio a se come un bambino e pianse, pianse tutte le lacrime che il suo cuore non poteva più trattenere.
CAP.1
UN NUOVO INIZIO
Anna aprì gli occhi, e osservò il soffitto sopra di se. Dalla finestra arrivava appena il fascio di luce del nuovo giorno, ma le sue stellette fosforescenti ancora brillavano. Erano una delle poche cose che si era portata dietro dopo che lei e sua madre si erano trasferite da Milano. L'arredamento della sua Camera era cambiato tutto. Si guardò intorno, di fronte a lei troneggiava un enorme armadio a 4 ante rosa pastello, gli sportelli aperti come ad indicare che stessero aspettando solo lei per essere riempiti. Sulla destra ,una libreria,sempre rosa pastello, iniziava a prendere forma. Gli ci era voluta tutta la settimana per costruire la struttura che la ricopriva e da 3 giorni ormai la fissava, cercando di capire come avrebbe fatto ad istallare le mensole centrali. Sicuramente aveva sbagliato qualcosa. Ma come avrebbe potuto rinfacciarselo, sapeva di non avere manualita per certe cose. Aveva anche provato a dirlo a sua madre
"Forse sarebbe meglio chiamare qualcuno per montare tutta questa roba, un architetto magari?" sua madre aveva riso di gusto
"Anna gli architetti non montano, gli architetti progettano,e comunque prova a prenderla con filosofia. Pensa alla soddisfazione che proveremo quando sarà tutta finita. Un nuovo inizio,una nuova città, una nuova casa e tutta nostra. Fino all'ultima vite."
"Si certo! Sempre che tutto riesca a stare in piedi e non ci crolli addosso mentre dormiamo"
La scrivania era già montata e sistemata di fronte alla finestra. Era bianca opaca ed aveva dei motivi floreali verdi e rosa che scendevano verticalmente dai lati fino a terra. Era stata la prima cosa che aveva montato, tre rettangoli, due per la base e un piano da fissare sopra. C'era voluto pochissimo per farlo e a meno che non avesse avvitato male le viti avrebbe retto benissimo. Si rigiro nel letto è stiracchio gambe e braccia, per dare modo anche al suo corpo di svegliarsi come la mente aveva già fatto. Il piumone era invitante soffice come una nuvola, tutto bianco con rose nere stampate sopra,era adagiato sul suo nuovo letto, maestoso e tutto in nero ferro battuto. Due piazze.....Era stupendo. A Milano una cosa del genere non sarebbe mai potuta entrare in camera sua. Si tirò su e scese dal letto, i suoi piedi rabbrividirono un attimo a contatto con la pietra fredda del pavimento. Si avvicinò alla finestra , scosto la tenda rosa e la spalanco. Ispirò a fondo con il naso, come in cerca di qualche odore in particolare. Dov'era l'odore del catrame? O quello delle migliaia di auto che passavano di li? Era tutto sparito, non erano più li. Le ci era voluto un Po per abituarsi, ma la cosa era alquanto piacevole. Quegli odori avevano lasciato il posto al profumo degli alberi spogli, a quello dei fiori che avevano resistito alla fine dell'estate e cosa ancora più piacevole al profumo delle ciambelle alla rosa della signora Smith. La sua nuova vicina di casa era una dolcissima vecchiettina che era anche la loro padrona di casa . Si era affezionata molto alle nuove arrivate,ammirava la loro voglia ( o meglio quella di sua madre) di voler fare tutto da sole. Per lei era segno di forza, in quanto da 40 anni anche lei era rimasta sola dopo la morte di suo marito, e a dispetto delle chiacchiere del paese aveva deciso di non riaccompagnarsi e crescere sua figlia da sola. Niente di male per Anna che veniva dalla città, dove 3 coppie su 4 si separano perché era la moglie a portare i pantaloni in casa, e il marito se ne andava in giro con una borsa a tracolla contenente lo spray autoabbronzante. Ma li era diverso, era un piccolo paesino di campagna, con vecchie usanze e vecchie mentalità, dove ci si aspettava ancora che la donna pulisce casa e crescesse i figli, mentre l'uomo lavorava i campi e accudisce gli animali. Viveva con la figlia Miranda, della stessa età di Anna, una ragazza minuta con capelli corti rosso carota e grandi occhioni marroni da cerbiatto. In quel momento Miranda stava correndo nel loro vialetto con un cestino in mano coperto da un panno fiorito ed uno zaino in spalla. Da i suoi capelli arruffati spuntava sfacciatamente qualche filo di paglia a dimostrazione che prima di arrivare fosse stata nel pollaio a raccogliere le prime uova della mattinata. La senti bussare alla porta e poi i passi di sua madre che andava ad aprirle.
"Buongiorno miranda"
"Salve signora Carlos come va stamattina?"
"Molto bene grazie,e tu? Emozionata per l'inizio della scuola?"
"Ooh non molto,è solo una transizione!" rispose seria la ragazza
"Una...transizione miranda?" Sua madre era stupita si sentiva dal tono della voce
"Si! Una transizione è solo un periodo di passaggio che serve per dare il via alla mia vera vita"
Ad Anna scappò un risolino miranda parlava così del suo futuro, in maniera un Po......filosofica. ormai aveva imparato ad apprezzarla, il suo unico scopo era finire il liceo e partire per qualche università lontana da questo paese sperduto nei boschi, così diceva lei. Qui non avrebbe potuto sfruttare tutto il suo potenziale, perché non la capivano. Lei voleva viaggiare, conoscere il mondo e ma gare intraprendere il viaggio più spettacolare che si poteva fare: quello sulla luna,o su qualsiasi altro pianeta esistesse. L'astronauta . Ecco cosa voleva fare e qui di certo non ci sarebbe riuscita. Qui dove avere un ape era il massimo che si potesse possedere se si voleva avere un mezzo per spostarsi.
"Anna. Anna?" La voce di sua madre che risuonava per le scale la fece risvegliare da i suoi pensieri
"Anna! Allora miranda è Qui, hai intenzione di onorari della tua presenza?"
"Si arrivò mamma, due minuti e scendo!" Si infilò i primi jeans che trovo sullunico scatolone aperto di fronte all armadio, e una camicetta semplice poggiata accanto. Prima o poi si sarebbe dovuta decidere a sistemare tutto quel caos, meglio poi che prima. Prese lo zaino al volo e inizio a correre giù per le scale con solo due pensieri in testa: 1- se miranda era qui significava che la colazione era arrivata e 2- se miranda era qui significava che oggi avrebbe conosciuto i suoi nuovi compagni di classe
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L'angelo della morte
RandomDue ragazzi,un amore , una maledizione. cosa succederebbe se il destino si potesse cambiare solo con la forza di un amore. commentate quello che scrivo con consigli e giudizi saranno presi tutti in considerazione grazie