"Non è finita finché non è finita".
Così cita la famosissima frase, giusto?
Estrapolata dal suo contesto sportivo mi strappa un patetico sorriso, apparso a fatica sulla bocca gonfia.
Proprio quando pensavo che invece fosse finalmente finita, desideroso solo di questo, eccomi di nuovo a gestire una carcassa di carne dai minuti contati.
Io non sono su un ring a sfidare il mio avversario, ad armi pari e con nobili valori agonistici che rimbalzano su guantoni umidi di sudore; non sono al centro di un campo da baseball, attorniato da migliaia di spettatori col fiato sospeso, in attesa di vedere chi vincerà la lotta tra "gravità", che attira la palla verso il guanto, e "velocità", che spinge i tacchetti di ferro alla conquista della base.
"Non è finita finché non è finita" se te la vuoi giocare; se te la puoi giocare.
E io non posso, e non voglio.
Non voglio più niente.
Ma ancora una volta le mie volontà vengono interpretate dalla mente depravata di una fatina dei desideri dispettosa, capace di trasformare tutti i miei sogni in incubi terreni: mi ha riportato in vita per giocare ancora.
Frastornato e semincosciente torno a galla e vengo trainato come una barca guasta fino a riva.
Il solito cappio arroventato mi si stringe attorno alla trachea, già provata dal recente affogamento e al guinzaglio, derubato da ogni traccia di dignità umana, vengo trascinato disegnando solchi scuri sull'arenaria scaldata dal sole.
Un tuono assordante irrompe e squassa la silente Riviera, ancora ipnotizzata dall' incursione.
Poco dopo un altro lo segue, più deciso e sordo.
Reminiscenze del sapere concessomi poc'anzi, mi suggeriscono che i boati che sento non sono echi di fulmini caduti nelle vicinanze ma, come i rintocchi di una campana universale, è il tempo che riprende la propria posizione sulla Terra.
Boom
Un altro rintocco. La dimensione tempo sta occupando il vuoto lasciato nell'atmosfera.
Boom
La fotografia della Riviera a breve riprenderà vita.
Boom
-NO...NO...VI PREGO NO!
Boom
Il fiato rimbalza tra i denti spaccati e articolo con difficoltà le mie preghiere.
So dove sto andando.
-NO...NON POTETE. NON POTETE!
Non si possono accontentare della mia sofferenza fisica.
Deve esserci qualcos'altro più empatico per nutrirsi a dovere.
Boom
Il mondo attorno a me inizia timidamente a scongelarsi e le sagome imbalsamate di gente sospesa iniziano a muoversi impercettibilmente, mentre sfilo innanzi a loro strusciando le mie interiora sui granelli pungenti della sabbia.
La pelle sfilacciata è diventata un vestito logoro sulle ossa scoperte, e come un drappo abbandonato su filo spinato, sventola flaccida in simbolo di resa.
Boom
Alzo quel poco la testa con i residui di forza rimastami e li vedo, a pochi metri da me, abbracciati vicino al paletto.
Claudia ha ancora le teste dei bambini tra le mani, i loro occhi sfidano l'orizzonte alla ricerca di qualcosa, ma sono come di vetro.
Boom
Il cappio si stringe e il mio urlo si strozza in un singhiozzo.
Imploro perdono per quello che succederà, vergognandomi di non essere riuscito ad impedirlo.
Mentre dai miei occhi la luce sfuma lentamente, un luccichio in quello della mia famiglia ammicca maligno, sorridendo alla mia fine.
Accompagnato dal rintocco finale, esalo il mio ultimo respiro e le creature lo cavalcano; come in un vortice in cui si sposano la vita e la morte, si lasciano trasportare fuori dal nostro mondo.
Boom
STAI LEGGENDO
MATTANZA IN RIVIERA
Short StoryIn un mondo segnato da stragi e massacri, un uomo lotta per la propria affermazione di essere vivente. Non basta respirare e muovere pochi passi incanalati da un Governo autoritario e distopico; non è sufficiente allinearsi al Sistema e avere l'appa...