ABNORMAL.EXE

7

I giorni successivi trascorsero con una dolcezza che Kurain non aveva mai sperimentato prima. Ogni incontro con V sembrava tessere un filo invisibile che li univa sempre di più. Il loro rapporto si arricchiva di conversazioni profonde, risate spontanee e momenti di complicità che parlavano al cuore di entrambi.

Una sera, V invitò Kurain a cena nel suo appartamento e, ovviamente, si era preparata con cura per la serata.

Aveva scelto un abito di seta color smeraldo che le accarezzava la figura con grazia. I suoi capelli, sciolti e leggermente mossi, cadevano in morbide onde fino a metà schiena. Indossava un paio di orecchini delicati che riflettevano la luce in piccoli scintillii e un paio di tacchi alti che esaltavano la sua altezza e la sua postura elegante.

V, d'altra parte, era vestito in modo impeccabile. Indossava una camicia bianca aderente, che metteva in risalto la sua figura atletica, abbinata a un paio di pantaloni neri eleganti. Il suo stile era raffinato ma con un tocco di informalità, sottolineato dalle maniche arrotolate della camicia. I capelli scuri erano pettinati all'indietro, rivelando i suoi lineamenti affilati e gli occhi intensi.

Quando Kurain entrò nell'appartamento di V, i loro sguardi si incontrarono e rimasero un attimo a studiarsi reciprocamente. V non poté fare a meno di ammirare l'eleganza e la grazia di Kurain. L'abito color smeraldo esaltava la sua pelle chiara e i suoi occhi azzurri, e il modo in cui camminava rivelava una sicurezza che lo affascinava profondamente.

"Sei incantevole, Kurain," disse V con un sorriso, la sua voce morbida e piena di ammirazione; la stava mangiando con gli occhi.

Kurain arrossì leggermente, ma ricambiò il sorriso. "Altrettanto..."
V fece una smorfia e, con delicatezza, le prese la mano, guidandola verso il tavolo. Mentre si sedevano, Kurain notò come i muscoli di V si muovevano sotto la camicia, e come la sua postura rilassata riflettesse una sicurezza innata. Si immaginava quanto calore potesse trasmetterle con il suo semplice appoggiare la testa sul suo petto definito.
"A cosa stai pensando?", chiese V, utilizzando una nota  leggermente sarcastica.
"Oh, nulla. Apprezzo il panorama," sussurrò Kurain, ammiccando lentamente.
Kurain capì quanto V aveva potere su di lei.
Non poté fare a meno di osservare V per tutta la cena. La sua figura atletica era evidente sotto i vestiti eleganti, e i suoi occhi scuri la scrutavano con un'intensità che sembrava come se fosse ipnotizzato. Ogni volta che le sorrideva, Kurain sentiva un sussulto al cuore e allo stomaco, e la loro conversazione fluiva con una naturalezza sorprendente, e sempre più intima, spostando il loro linguaggio del corpo in un'atmosfera senza distanze.

"Volevo che fosse una serata speciale," rispose V, versandole un bicchiere di vino. "E mi sembra che ci siamo riusciti."

Kurain ridacchiò, prendendo il bicchiere di vino in mano. Lo sorseggiò stando attenta a non distogliere il suo sguardo blu dall'uomo, facendolo tentennare.

"Allora, dimmi," disse V con un sorriso malizioso, "Cos'hai da nascondere, furbacchiona?"

Kurain rise, sorseggiando il suo vino. "Se ti dicessi tutti i miei segreti, dove sarebbe il divertimento?"

V la guardò con un sorrisetto complice. "Hai ragione. Forse è meglio scoprirli uno alla volta, lentamente... e con gli occhi."

Kurain sussultò. "Che cosa intendi?", disse con un nodo alla gola.
V si avvicinò lentamente, porgendosi in avanti per raggiungere il mento di Kurain con la sua mano destra. Le diede un bacio tenero, non troppo lungo, a stampo.

Poi si fermò. Si guardarono negli occhi, e senza bisogno di ulteriori parole, si avvicinarono fino a sfiorarsi. Le loro labbra si incontrarono in un bacio dolce e appassionato, che sembrava suggellare una promessa silenziosa.
Ogni respiro riempiva i polmoni, ogni affanno si fece sempre più forte. Il tavolo però, cominciava a essere d'intralcio. Kurain decise bene, dunque, di alzarsi di fretta e furia dall'eccitazione e sedersi su di lui. V porse le mani sui fianchi di Kurain, stringendoli sempre di più, come se non volesse lasciarsela scappare.