~Jane~
Mi fermo stanca sotto un albero di quercia.
Sono nel bosco e l'unica mia compagnia è la natura. Ci sono alberi e fiori rossi, fucsia, bianchi, viola che ti invitano ad inebriarti col loro profumo sparso per tutto il paesaggio da un leggero venticello.
Mi siedo ai piedi dell'albero ed inizio ad osservare il cielo limpido e azzurro.
Ogni tanto qualche uccellino intona una dolce melodia che ti invita a stare sereno. Così, cullata dal canto e dalla brezza leggera che mi scompiglia un po' i capelli, mi addormento felice.
Purtroppo, appena chiudo gli occhi, la mia mente inizia una nuova, lenta e dolorosa tortura. Questa volta appaiono nella mia mente solo delle immagini. Ecco altri luoghi con una storia sconosciuta, piena di significato. È una casa. Ha le pareri bianche, il tetto azzurro e una porta con una forma ad arco dorata.
Poi, c'è un brusco cambiamento. Tornano le immagini dell'incidente. una luce accecante, una macchina che si abbatte sulla mia famiglia, distruggendola, e infine l'ospedale. Sono in una stanza e i dottori parlano sottovoce di una casa. Quella stessa notte è stata bruciata. È la mia.
Mi sveglio sentendo una lacrima scorrere di nuovo sulla mia guancia destra. Poi una sulla sinistra. Inizia quindi il mio pianto. Silenzioso e inutile. Mi fa sembrare debole.
Mi manca l'aria.
Mi sento soffocare.
Il vento non è più una brezza leggera, è diventato freddo e pesante. Il canto melodioso degli uccellini è diventato inespressivo. Sembrano tante urla. Quei fiori non trasmettono più serenità, ma inquietudine.
Devo andare via da lì.
Inizio a camminare nella direzione opposta al bosco e vado a sbattere contro qualcosa. A quanto pare non contro qualcosa, ma contro qualcuno. Jordan. Ha lo sguardo stanco, ma felice. Senza pensarci due volte, mi butto tra le sue braccia ed inizio a piangere.
Lui prima rimane fermo, poi mi abbraccia, attendendo con pazienza. Dopo un tempo lunghissimo, mi prende la mano e mi fa segno di seguirlo.
"Jane, vieni, ti porto in un posto".
Circa 20 minuti dopo siamo arrivati a destinazione.
Davanti a me c'è una casa. Sembrerebbe abbandonata. Le pareti sono ingrigite, come se fossero state bruciate. Dovevano essere state di un bianco candido. Ora il loro colore ha perso tutta la freschezza. È diventato brutto, pieno di muffa, più tendente al nero di quanto dovrebbe.
La porta ha la forma ad arco. E' in legno. Questo è pieno di striature nere. Le assi che lo compongono sono rotte, alcune mancano, altre sono sollevate. Ma sono tutte bruciate, hanno il colore del carbone. Nella porta è rimasto una parte del pomello. Se non fosse per la luce che gli si riflette contro, non si capirebbe il bellissimo materiale con cui è fatto: l'oro. Quello che ne è rimasto è una sfera dorata piena di disegni astratti. Accanto c'è il campanello. Anche questo è rovinato, ma il nome è ancora visibile. Crisver.
Vicino al campanello c'è la buca delle lettere. È rossa. Il colore è più scuro in alcune parti. Ha una forma rettangolare e al centro c'è uno stemma. È un giglio ed è inciso sul metallo. È ancora visibile. In questa parte il colore è più scuro del resto.
Le finestre sono sbarrate. Sono ancora più logorate della porta e sembrano cadere da un momento all'altro.
Il tetto è azzurro. Alcune tegole non ci sono più, altre sono spezzate. Tutto fa pensare ad un incendio. L'intonaco delle pareti è quasi tutto nero e grigio. Ci sono assi del colore del carbone ovunque e gli oggetto metallici sembrano squagliati.
Subito le parole dei medici e l'immagine della casa dell'incubo acquistano senso. Questa qui è la mia casa. La mia prima e vera casa. Quella in cui ho vissuto felice per tanti anni di cui non ricordo nulla.
È tutto ciò che rimane del mio passato. Mi rappresenta, infatti è rotta e di lei non rimangono altro che assi bruciate e pareti ammuffite.
Sento le guance bagnate. Le gocce rigano il mio viso, ma questa volta una mano veloce le asciuga.
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Non so più chi sono- Wattpad in fantasy
RomanceSto scrivendo questa storia per il concorso "Wattpad in fantasy". Ecco la trama: Dopo l'incidente non ricordo più niente: so il mio nome grazie ai medici. I primi mesi sono stati terribili, ma poi ti ci abitui. Da allora sono passati già due anni e...