Terror In Resonance - Main Characters

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Universo: Terror in Resonance

Nsfw: No

Spoiler: sì

Narrato in prima persona (Lisa's Pov)

Contesto: una giornata trascorsa in mezzo al verde, in cui Lisa, Nine e Twelve passano del tempo. (Ambientazione c.a. Ultimo episodio)

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Quanto silenzio

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Quanto silenzio. Quanto verde. Alzai lo sguardo pigro al cielo terso, il bagliore del Sole dava noia ai miei occhi. Ci volle del tempo per rimettere in sesto i miei muscoli intorpiditi. Un piccolo scatto e hop! mi alzai da terra.

Pulii della polvere dalla gonna e tolsi alcune foglie incastrate nei ciuffi scuri, sempre disordinati, con alcuni nodi. Mi dimenticai di prendere la spazzola quando scappai di casa ma mai ci avrei rimesso piede, al costo di spendere quel poco denaro che mi era rimasto nel caso in cui avessi trovato ancora dei negozi in zona.

Poco distante da me, sotto l'ombra di un sempreverde, Twelve sonnecchiava ancora. Era dolce quando dormiva, un raro momento in cui potevo vederlo calmo. Potei dire il contrario del suo amico Nine, algido e distaccato il più delle volte ma nella notte esagitato sotto le coperte, talvolta bonfonchiava nel sonno.

Però da quando avevamo abbandonato quell'edificio fatiscente, o meglio, da quando il nucleare scoppiò notai Nine poco più rilassato nei momenti di riposo. Quanto era passato in fondo da quella notte?
Tre, quattro giorni... Una settimana probabilmente. Mi ero già persa il conto...

Persino il mio rapporto con lui migliorò: mi fece sentire una canzone con un auricolare ed era un brano particolare, in lingua islandese che sinceramente non conoscevo affatto. Una melodia placida, rassicurante, talmente bella da farmi quasi piangere.

Da lì mi rimase in testa e ogni tanto la canticchiavo.

Era bizzarra tutta quella situazione, potei dire che la preferivo per certi versi. Incredibile, cercavo una catastrofe per sentirmi in pace con me stessa? No, non era quello il motivo.

Risi, da fuori sembrava tutto così bizzarro. Affezionarsi a dei ragazzi non comuni da tutti i miei coetanei, per meglio dire terroristi. Ma col tempo neanche quell'appellativo poté addirsi a loro. E nonostante tutto ciò che era successo in quel lasso di tempo tedioso e breve assieme, mi sentivo bene più con loro che con chiunque altro.

«Che dormita! Ma ciao, Lisa! Come va?» Twelve si alzò come una furia dal posto, balzando verso di me e abbracciandomi senza lasciar il tempo di reagire e dire qualcosa.

«Ciao Twelve, ben svegliato!»

«Nine, ho proprio voglia di andare a passeggiare un po'. Che fai, vieni? E tu, Lisa?» Propose il ragazzo dalla folta chioma bruna, con un raggiante sorriso.

«Passo, resto qui» Nine non si dilungò come suo solito, tornando in disparte. Ma mi rivolse un piccolo sorriso, come volesse invitarmi ad andare con il suo amico.

A pochi minuti, ero già molto più indietro di Twelve. Aveva un passo svelto, sembrava più sovrappensiero e ignaro della mia presenza alle sue spalle, come fosse un'altra persona improvvisamente. Ammirava con sguardo vago il fruscio delle foglie verdi, un suono appena percettibile al loro movimento. Poi si rivolse a me e mi fece cenno di avvicinarmi.

Indicò un piccolo scoiattolo, poco più distante. Un attimo e fu già via, scomparso in tutto quel verde.
Twelve ridacchiò senza commentare altro, era strano sentirlo più silenzioso. Ora che presi il suo stesso passo, di fianco a lui, potei godermi della quiete che colmava anche quella giornata.
Chissà quanto sarebbe durato tutto quello.

«Lisa, ricorda... Tu sei un nostro ostaggio. Se ci prenderanno, tu sei un nostro ostaggio e nient'altro, nessuna "complice" o neanche "amica". Va bene?» Richiese con ansia crescente nella voce. Poco percettibile ma lo capii. Quel tempo mi era servito per comprendere persino l'animo turbato di Twelve.

«...Certo».

«Mi dispiace averti coinvolto...»

«No, non preoccuparti. Ne avviamo già parlato, Twelve. Veramente...» Ma non finii che mi prese le guance improvvisamente, lasciandomi senza parole. I suoi profondi occhi scavavano nei miei ma avrei voluto comprendere meglio quei gesti. Ero un fallimento in ogni cosa, non sapevo come reagire.

«Sei una bella persona, Lisa. Io ti ringrazio per tutti questi ricordi assieme, anche se strani, lo ammetto».
Mi fece sorridere. Tanto sorridere.

Nel tempo a seguire non rimandai mai a quel momento, non seppi mai se ci fosse altro di ignoto o velato. Passammo i giorni come al solito, in una beata tranquillità che quasi pareva la parte più normale di tutta la mia vita. Ero contenta. Fin quando non incontrai quell'uomo, Shibazaki. Quel giorno terribile tornò come un incubo tutte le notti e ci volle troppo tempo per superarlo. Era tutto dannatamente ingiusto.
E ancora adesso pensavo a Twelve, con le lacrime rigarmi il volto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 04 ⏰

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𝐎𝐍𝐄-𝐒𝐇𝐎𝐓𝐬 • 𝓹𝓮𝓻 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓲 🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora