"Le cose sono come sono.
Soffriamo perché le avevamo immaginate diversamente"
Alejandro Jodorowsky
Trentacinque giorni.Erano ormai trascorsi trentacinque giorni dal momento in cui la polizia mi aveva accusata di un omicidio che, per la prima volta, non avevo commesso.
Trentacinque giorni in cui ho dovuto fuggire e nascondermi, come farebbe un topo nelle fogne.
In quei giorni tutte le pagine web e social non facevano altro se non parlare di me, ed i telegiornali non perdevano alcuna occasione per spiattellare la mia faccia in tv nazionale, neanche fossi l'Occamy perduto da Newt Scamander.
Ormai l'hashtag #Andersonassassina aveva sfondato il milione di condivisioni, ed era diventato il più usato e di tendenza di tutto lo Stato.
Ero come una Kardashian, se non fosse che, la mia fedina penale era sporca di sangue.
Avevo letto anche i vari commenti lasciati sotto alcuni articoli.
Ce n'erano svariati, ed erano talmente tanti che si potevano suddividere in categorie.
Si potevano trovare quelli che mi auguravano la stessa morte della povera malcapitata, e allo stesso tempo si passava a quelli che invece, pregavano Dio affinché mi mandasse all'inferno.
Poi però c'era una piccolissima parte che variava, perché mi biasimavano.
Conoscevano la vittima e mi stavano dando tutte le ragioni del mondo, tanto da mettersi contro i fedelissimi di Dio e quelli che prediligevano la famosa legge del taglione.
Ne rimasi stupita ed in un certo senso ero anche grata del sostegno di quelle persone.
Se solo non fosse che, appunto, non avevo mai ucciso quella donna.
Nei restanti giorni di "prigionia", non feci altro se non restare chiusa a chiave in camera mia.
Passai il mio tempo a guardare fuori dalla finestra, proprio come farebbe un'adolescente nella sua fase di odio totale verso il mondo.
La finestra dell'appartamento dove mi ero nascosta, affacciava proprio sul mare.
Il mare rianimava in me molti ricordi legati a Janet.
La brezza marina e l'aria frizzantina mi tranquillizzavano più del Valium.
Ricordo quando ero piccola e Janet tornava lucida, quelle rare volte in cui non riusciva a drogarsi perché il suo spacciatore veniva beccato dalle guardie.
Quando finalmente si rendeva conto della madre di merda che era diventata, cercava di rimediare facendo ritorno a casa.
Per recuperare il tempo perduto, e sanare alle ferite che mi aveva procurato nei suoi periodi di estasi, mi faceva svegliare alle prime luci del sole, per poi caricarmi in auto e portarmi al mare.
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Justice for broken hearts
Mystery / ThrillerGrace Anderson è una studentessa di giurisprudenza che studia ad Oxford. Ragazza gentile, molto introversa e con voti discretamente alti. Qualcuno di cui non sospetteresti mai. Ma proprio il segreto che la piccola Grace custodisce, viene svelato al...