𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑

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"La verità è che la cosa più dolorosa della vita è perdersi

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"La verità è che la cosa più dolorosa della vita è perdersi

nel processo di amare troppo qualcuno, dimenticandosi

che anche tu sei speciale."

Ernest Hemingway


Certo che lavorare in una discoteca era davvero un lavoro pesante e palloso.

O almeno lo era secondo un mio punto di vista.

Letteralmente ogni persona che lavorava lì dentro, aveva una rottura di palle.

Come ad esempio i buttafuori, che appunto, oltre a dover controllare quelle teste di cazzo di adolescenti che erano alla festa, dovevano discutere anche con il coglione di turno che voleva per forza imbucarsi alla festa con mezzo chilo di cocaina nelle tasche.

Oppure le cubiste (la cui maggior parte di loro sono ragazzine neo diciottenni, con una scelta scolastica discutibile), che dovevano avere a che fare ogni fottuta sera con quelli che glielo appoggiavano dietro mentre ballavano, per guadagnare quei miseri spiccioli a fine serata.

E se tutto andava bene, avevano qualche extra se lo succhiavano al loro capo.

E come dimenticarci poi del nostro amico barman.

Proprio lui che doveva fare i conti con quelli che facevano tante storie se nel bicchiere c'era più ghiaccio che alcol.

Sei in una cazzo di discoteca, che ti aspetti?

Colui che era amico di tutti, che anche se non avessi minimamente idea di chi fosse, lo riconoscevi per le battute da demente che sparava a cazzo di cane.

Ci stavi provando con qualcuno?

Eccolo lì, pronto a fare una battuta su quanto fossi una merda a letto, oppure ti chiedeva se vivessi ancora con tua madre.

Poi magari nel caso di una risposta positiva, ti chiedeva anche di salutarla per conto suo.

Insomma, era l'amico esperto di alcol che pur di non farsi chiamare alcolizzato, aveva preso una licenza.

Quello pronto a darti una mano se ce ne fosse stato il bisogno.

Anche nel caso di un esame di prostata.

Lui si sarebbe sicuramente proposto a ficcarti il dito su per il culo.

Anche quella sera, il nostro amico barman stava aiutando qualcuno.

Chi?

Ovviamente il bastardo che di lì a poche ore avrei ucciso.

Si perché, dopo avervi lasciato con la suspence, non vi ho detto che il barista era in combutta con quel figlio di buona donna.

Justice for broken heartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora