Capitolo 14

19 2 2
                                    

Vedo la mia casa in lontananza circondata dalla polizia e dai vicini così non dò tempo a Nevan di fermare la macchina che scendo giù. Lui, borbotta qualcosa infuriato.
Corro verso casa mia con il cuore in gola e solo quando vedo Elia e mia madre tra le braccia di Mike, il cuore mi si alleggerisce. Rischio di infarto superato.
<<Sophia, dove sei stata?>>mia madre si stacca da Mike e viene verso di me.
Apro la bocca per dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in bocca perché lei mi abbraccia, mi stringe a sé e singhiozza sulla mia spalla.
<<Pensavo ti fosse successo qualcosa>>era davvero preoccupata per me?
I miei occhi si riempiono di lacrime.
<<Cos'è successo?>>le chiedo e lei si stacca da me. Si asciuga le lacrime con il palmo della mano.
<<Non lo so, noi siamo andati a mangiare fuori e quando siamo tornati la casa era sottosopra>> tira su il naso e dandomi le spalle ritorna tra le braccia di Mike. Guardo Elia con le cuffie con lo sguardo rivolto verso il marciapiede.
Poteva succedergli qualcosa; potevo non vederlo più.
Mi asciugo le lacrime che hanno preso a scendere a fiumi sulle mie guance e mi guardo attorno, dov'è Nevan?
Alzo lo sguardo e guardo la finestra di camera mia. Sarà lì. Deve essere lì. Supero tutti e salgo sopra.
In camera trovo Nevan.
Spalanco gli occhi quando vedo in che condizioni è ridotta la mia stanza, è irriconoscibile.
C'è stata una tempesta qui dentro?
<<Fortunatamente nessuno si è fatto male>>
<<Per poco>>metto le braccia conserte.
Lui sospira e si passa la mano sul volto.
<<Stanno bene Agape>>mi ricorda cercando di avvicinarsi, ma io lo blocco.
Ho paura della risposta, ma devo chiederglielo.
<<Sono stati i Goblin, vero?>>
<<Agape…>>
<<Cercavano me!>>
<<Agape…>>si avvicina scuotendo la testa.
Questa è una risposta sufficiente.
Cerco di non perdere la testa.
<<Quanto è pericolosa questa cosa?>>non risponde.
<<Nevan>>lo incalzo a parlare.
<<Agape...>>
<<Rispondimi>>lo riprendo alzando la voce.
<<Molto>>molto? Sta scherzando? Come fa a restare così calmo?
Mi allontano da lui e inizio a camminare avanti e indietro per la stanza.
<<Agape…>>mi tocca il braccio, ma io scanzo il suo tocco.
<<Non voglio che la mia famiglia venga messa in mezzo a tutta questa storia>>è già tutto così assurdo.
<<C'è solo un modo per evitare questo>>mi blocco.
Un modo?
<<Quale?>>
<<Venire con me>>sta scherzando? Dovrei lasciare la mia famiglia, la scuola, le mie amiche solo per andare con lui?
<<Dove?>>
<<A casa mia>> per poco non gli scoppio a ridere in faccia.
<<A casa tua?>>annuisce.
<<Sei impazzito? Non posso abbandonare la mia famiglia>>sa cosa mi sta chiedendo di rinunciare?
<<La tua famiglia? Sei spaventata di Mike tanto che non fai altro che incubi su di lui, a tua madre non gliene frega niente di te ed Elia è ancora piccolo, se la caverà>>le sue parole mi colpiscono nel profondo. Mi tolgono il respiro.  So che la mia famiglia non è perfetta, so che a loro non interessa niente di me, ma sentirselo dire fa così male che devo sbattere più volte le palpebre per cacciare via le lacrime. Come si permette di parlarmi così?
Nevan si stropiccia la faccia con il dorso della mano.
Sa di aver esagerato.
Sa di avermi ferito.
<<Mi dispiace, io->>
Chiudo gli occhi.
<<Vattene>>
<<Cosa?>>
<<Devi andartene>>
La sua vicinanza mi fa male in questo momento.
<<Agape…>>cerca di farmi ragionare, ma io scuoto la testa.
<<Non ti voglio qui>>lo guardo negli occhi cercando di essere il più seria possibile anche se mi pizzicano a causa delle lacrime.
Lui mi rivolge uno sguardo ferito. Vorrei non doverlo mandare via, non dopo oggi, non dopo quello che abbiamo vissuto, ma non posso permettergli di trattarmi così.
<<Ho bisogno di stare da sola, quando esci chiudi la porta>>gli do le spalle e  voltandomi, sistemo la sedia della mia scrivania.
Se n'è già andato?
Deglutisco e mi giro.
Lui è ancora qui, dietro di me, intento a fissare un punto della stanza.
Seguo il suo sguardo e noto che sta guardando i disegni che ho fatto su di lui.
Come ci sono riusciti ad aprire anche quel cassetto?
Imbarazzata sposto lo sguardo e mi schiarisco la voce.
<<Sei ancora qui?>>
Rimane in silenzio.
<<Ti ho chiesto di andartene, io->>
<<Vaffanculo, non voglio litigare con te>>neanche io voglio litigare con lui, ma deve smettere di fare lo stronzo. Mi tira a sé e circonda il mio corpo con le sue forti braccia. Mi abbraccia. Il cuore mi batte forte nel petto e mi stringo a lui.
Ho paura.
Ho paura per la mia famiglia.
Ho paura per Elia.
Ho paura per me.
Ho paura che quei pazzi possano fargli del male.
<<Ti prego, non mi allontanare>>mi sussurra all'orecchio e sulle mie labbra appare un sorriso.
Mi piace che non sta sfuggendo dai "nostri problemi", ma sta cercando di "risolverli".
<<Io->>
<<Ti prego>>
<<Nevan->>
<<Ti prego>>mi supplica.
Come faccio a risolvere questa situazione?
Sono così confusa.
Ho tanti dubbi e nessuna risposta.
Ho bisogno di pensare e con lui accanto non ci riesco.
Ma non voglio allontanarlo.
Cosa devo fare?
<<Ti prego>>
Sospiro.
<<Va bene, ma ho bisogno di tempo>>gli accerezzo i capelli e ne approfitto per lasciargli un bacio casto sulle labbra.
Dio...
Queste labbra mi fanno impazzire.
<<Okay>>non ne sembra convinto, ma annuisce, mi rivolge un piccolo sorriso e se ne va.
Il giorno dopo, dopo aver aiutato a sistemare la casa, decido di andare a fare un po' di spesa essendo che oggi mia madre ha il suo primo giorno del suo nuovo lavoro. In questo modo ne approfitto per non andare a scuola.
Dopo tutto quello che è successo, ho bisogno di stare per conto mio senza nessuno che mi chieda niente.
Al supermercato, tengo in mano la lista in cui ho scritto tutto quello che devo comprare. Vado alla ricerca del latte.
Quando lo trovo è troppo in alto.
Perché non pensano a noi basse?
Mi sporgo per prenderlo, ma in quel momento sento qualcuno chiamare il mio nome.
<<Sophia>>mi giro e mi irrigidisco quando noto Peter.
<<Peter? >>che ci fa lui qui?
Peter mi fa l'occhiolino prima di avvicinarsi.
<<Ammetto che ho un debole per te>>e prima che possa dire qualcosa, mi lascia un bacio sulla guancia non molto lontano dalla bocca.
<<Sono felice di vederti>>mi sussurra a un metro dalle mie labbra e io mi allontano.
Perché è così vicino?
<<Perché sei qui?>>
<<Anche il supermercato è tuo?>>scherza ridendo mentre si guarda attorno, ma io non rido.
<<Intendevo che è una strana coincidenza>>espongo a lui il mio dubbio.
Non risponde, prende il latte che mi serve e me lo passa.
<<Buona giornata, Sophia>>e se ne va.
Questo ragazzo è strano, forse ne dovrei parlarne con Nevan, penso e recupero il telefono dalla borsa. Entro nella nostra chat e alzo un sopracciglio quando mi accorgo che non è online da ieri pomeriggio. Strano.
Perché non usa mai il telefono?
Cerco di scrivergli un messaggio, ma alla fine non lo faccio.
Perché dovrei scrivergli se sono stata io a chiedergli tempo? Sbuffando riposo il telefono nella borsa e continuo a fare la spesa.
Finisco di caricare le borse in macchina e mi guardo attorno. Perché mi sento osservata se non c'è nessuno?

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 03 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Insegnami ad amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora