La Luna...

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Sento il campanello della porta suonare, prendo Margot in braccio e raggiungo l'ingresso per far entrare il mio ospite.

Appena la porta si apre la faccia di Jeremiah mi si para davani, un sorriso a trentadue denti gli illumina il volto.

Noto il suo sguardo passare sul mio corpo, dall'alto verso il basso.

Indosso un paio di culotte nere che non si vedono, coperte da una maglia oversize, che, tra l'altro, è la maglia del ragazzo davanti a me.

"Ti prego, D. Dimmi che sotto questa maglia non indossi nulla." Jer entra, chiudendosi la porta alle spalle.

Alzo gli occhi al cielo e, con un sorrisetto sul volto, prendo con due dita il tessuto della maglia, portandolo in alto.

Un sospiro deluso lascia le labbra del mio migliore amico, facendomi scappare una risata.

"Margot!" Urla gioioso il nome di mia sorella avvicinandosi a lei, sporge le braccia per invitare la bambina ad andare con lui.

Lei si fa prendere in braccio e un sorriso le dipinge il volto mentre il ragazzo le dà alcuni baci sul volto.

"Siete sole?" Mi abbasso per raccogliere alcuni giochi che Margot aveva lanciato sul pavimento poco fa. "Sì, mamma è andata a fare la spesa. Dovrebbe esserci anche Susannah con lei." Poggio le mani sui fianchi.

"Doris..." Il mio nome detto da lui lo rende ancora più bello, sorrido automaticamente. "...stai bene?" Sbianco.

Una domanda, due parole, otto lettere che fanno tremare di paura il mio cervello. Riesco a sentirlo imprecare alla ricerca di qualche frase di senso compiuto da dire.

Jeremiah non si accontenterebbe di un "Sì.", lui mi conosce e sa quando c'è qualcosa che non va.

"Sì, solo un po' stanca. Ecco." Pronuncio queste parole con una calma inumana. "Vai a riposarti, a Margot ci penso io." Si avvicina, nella sua voce sento preoccupazione.

"Tranquillo, sto bene. Dopo vado a farmi una nuotata, vieni con me?" Il sorriso sul volto del riccio mi fa capire che il mio tentativo di cambiare discorso è riuscito alla grande.

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Ho sempre saputo di essere collegata al mare. Il mio nome, Doris, deriva dal nome di una regione dell'Antica Grecia, la Doride. Ma è anche il nome di una Ninfa del mare.

Oltre a questo, ho sempre sentito una connessione particolare con esso.

È l'unica cosa che mi fa stare bene, se fosse per me andrei a vivere sulla spiaggia. Le mie giornate sarebbero l'insieme di tutte le mie attività preferite: leggere sulla spiaggia, nuotare, surfare, divertirmi con i miei amici, guardare le stelle e fare un falò a notte fonda.

Amo l'estate, amo la sensazione della pelle riscaldata dal sole, amo il mio corpo abbronzato, amo abitare in una località di mare che quindi mi permette di poter andare in spiaggia quando voglio, durante l'anno. Amo la spiaggia, amo i vestiti estivi, amo il fatto che non ci sia scuola, amo i turisti, amo ogni singola cosa dell'estate.

È per questo che ho deciso di vivere con mia mamma, dopo il divorzio dei miei genitori. Se avessi scelto di andare con mio padre ora sarei a morire dal freddo in qualche villaggio polare nonostante sia giugno. Se avessi scelto di andare con lui non avrei passato l'estate con Belly, non avrei fatto cazzate con Steven, ma, soprattutto, non sarei stata con Susannah, Conrad e Jeremiah.

Susannah, Laurel e mia madre, Ginevra, sono amiche dal liceo. Quando ognuna delle tre si sposò, si promisero che qualunque cosa sarebbe accaduta loro sarebbero sempre rimaste insieme.

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